Il transumanesimo di Michel Onfray

Michel Onfray – Casa editrice Ponte alle Grazie

È un intellettuale controverso Michel Onfray, e come tale fa discutere. Ma anche pensare.

“Il transumanesimo è infatti il probabile nocciolo duro della futura civiltà che sostituirà l’era delle civiltà limitate nel tempo e nello spazio, circoscritte ad aree geografiche in tempi limitati (Assur, Sumer, Babilonia, Egitto, Sciti, Grecia, Roma, Mesoamerica, Europa) con una civiltà planetaria, universale, estesa a tutto il globo, cioè lo Stato-totalità di Hegel, lo Stato totale di Carl Schmitt, lo Stato universale jungeriano.  Lo smartphone, che è lo strumento di questo dominio, lo è già in tutto il pianeta, dai poli ai deserti, dalle megalopoli alle case isolate in montagna.  Si tratta di reificare tutto, è l’imperativo categorico di questa civiltà che, per poter comprare, finirà per vendere o affittare tutto, compresi gli esseri umani: già vendiamo sperma come vino, ovuli come dolci, affittiamo uteri come auto e vendiamo e compriamo bambini come fossero maialini da latte; stiamo già vendendo maternità surrogate neanche fosse il Black Friday…

Questa reificazione richiede la distruzione di tutte le frontiere: tra Paesi, certo, è solo l’inizio, tra esseri umani in generale, ma anche tra uomini e donne, omosessuali ed eterosessuali, umani e animali, adulti e bambini, alunni e insegnanti, bianchi e neri, giovani e vecchi.  La propaganda celebra l’ibrido, non solo per le auto, il che significa promuovere contaminazioni per raggiungere un cosmopolitismo integrale, se non integralista. Ci abituano all’idea che il male sia un vecchio veicolo diesel, come metafora del mondo di ieri, oscurantista ed ecocida, irresponsabile e indicizzato sulla pulsione di morte, mentre il futuro, il futuro eco-responsabile e salvatore del pianeta, progressista e salvifico (uso volutamente il vocabolario del Vaticano…) sia comprare un “veicolo” ibrido – mentre il capitalismo esulta… E finiamo per fare lo stesso con l’uomo vecchio, bianco, cattolico, di mezza età, eterosessuale diventato l’equivalente ontologico della vecchia auto diesel di cui bisogna liberarsi in nome di una creatura ibrida“.

(La sinistra ha cessato di essere sociale)

Il transumanesimo di Michel Onfrayultima modifica: 2023-11-02T12:24:42+01:00da VIOLA_DIMARZO

12 pensieri riguardo “Il transumanesimo di Michel Onfray”

  1. Guido una verdissima vettura diesel di recente generazione, fino a prova contraria e per quello nulla vale che sono eterosessuale, maschio, bianco , nato cattolico ma non credente ne’ nella religione ne’ nei suoi surrogati , uso lo smartphone per telefonare tranne due app ( banca e maps), e credo purtroppo per lui che il gioco a cui gioca il filosofo in questione sia lo stesso del capitalismo che dichiara di detestare e della sinistra che dichiara morta. Un utile idiota, un alleato nello scopo di distruggere l’intelligenza creativa e la speranza nella mente dei non ancora ‘acculturati’ . In fondo come dargli torto, per portare a casa la pagnotta si deve talvolta dare via il culo (se sei portato) ed il sig. Onfray , come mio nipote Francesco è avanti sulla strada della finzione. Per non trarla in là dovrei aggiungere che in realtà assistiamo in mezzo mondo alla deificazione della guerra sanguinaria come grande livellatrice di corpi coscienze e popoli mentre Onfray deifica la guerra della mediazione esangue che lui e quelli come lui combattono nelle città mute ogni giorno. La battaglia che si sta combattendo a senso unico richiede in pasto le vite di miliardi di individui e probabilmente finirà con la vittoria iniziale deglle AIs, ma noi non ci saremo più e se ci dovessimo essere saremo i reietti relegati ai margini del mondo virtuale ed in rivolta. (ma quando avrai annullato le pulsioni diversificatrici, quando tutto sarà livellato e smorto, da dove partirà la rivolta? perchè la rivoltà partirà…) Drawn and never reviewed- 🙂

  2. Non c’entra assolutamente nulla (per fortuna), ma vi suggerisco di ascoltare “Now and then” dei Beatles, resa disponibile oggi.
    Wow, che viaggio! 🙂

  3. E invece io credo che c’entri, Antonio. Leggo in un preambolo che si tratta di un brano riscoperto grazie ad un piccolo aiuto di Intelligenza Artificiale. A me pare più un cavallo di Troia, tra i tanti , per lasciare passare velocemente quello che altrimenti richiederebbe tempo ed anni. Una piacevole melodia, ma assai melensa, oggi, al tempo del rap ritmato duro. E vorrei allora spiegare perche’ il lavoro di Onfray mi pare inutile e deleterio…Vi ricordate pochi anni fa la guerra degli OGM? allora facili profeti ipotizzarono la fine del mondo, ottenendo per sfinimento lo sdoganamento degli OGM stessi che oggi sono ovunque, sotto mentite spoglie anche negli alimenti bio . A cosa è servito scandalizzarsi allora e dove sono oggi quei profeti? Abbiamo qualche cancro in più, probabilmente, e qualche sconosciuta azienda che produce alimenti per davvero OGM-free è dimenticata o combatte per sopravvivere. A cosa serve un filosofo? Non a descrivere il presente come un cronista , quello che Onfray si limita a fare. Un filosofo può e deve vedere più in là, a dopo che le Intelligenze artificiali avranno occupato lo spazio occupabile e deve dirmi oggi quale scenario di sopravvivenza esiste, semmai esiste… In caso diverso sarà uguale ai virologi ai tempi del Covid ed agli specialisti di geopolitica ai tempi dell’invasione russa…uomini inutili, servi dello status quo. Amen 😉

  4. Ps Parlo di AI come surrogato, condensato ed al contempo mezzo di diffusione del transumanesimo, il topic del post. Ri Amen PPS domani faccio 500 km in auto, diesel ovviamente , ed inquinerò meno, sono intimamente convinto, della Tesla fiammante del mio vicino di casa, che giace in garage mentre lui tempo permettendo va in giro in quad. Tri amen 🙂

  5. Il rap e il trap non li colloco neppure nel novero della musica, Mario. Li considero solo delle manifestazioni di costume, che tra l’altro spesso veicolano messaggi deleteri. In “Now and then” c’è stato effettivamente un importante intervento tecnologico, ma solo per riuscire a carpire ed isolare in modo limpido la voce di John Lennon da una vecchia registrazione voce-pianoforte. È stata poi recuperata la chitarra di George in demo di questo brano del ‘94, quindi aggiunti ora il basso di Paul, la batteria di Ringo e gli archi dell’orchestra.
    Trovo che l’effetto finale sia molto suggestivo e che la distanza da certi debosciati che ora (ahimè) riempiono gli stadi sia siderale.

  6. Un filosofo che si rispetti è un elemento fastidioso, perché in primis fa domande, prima di dare delle risposte. Per il resto a prescindere se così sia oppure no, io sono rimasto ancorato alla generazione degli equalizzatori e dei subwoofer….

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