Pazzia

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Tra le persone con le quali sono entrata in contatto, e sono state tante, emarginati e pazzi hanno lasciato una traccia significativa, ma qui mi soffermo sui secondi. Tutti hanno paura di morire, i pazzi no, forse perché la loro poetica esistenziale, così visceralmente autodeterminata, è diversa dalla nostra che per definizione siamo “sani di mente”, ma solo fino a quando un dolore feroce e manipolatorio non sopraggiunga a fare piazza pulita della nostra morale specchiata. Morale che, qualora osservata da vicino, è poco più di una forma di teatralità a buon mercato.

La ragazza del mare racconta la storia di Trudy Ederle, prima donna ad attraversare a nuoto la Manica nel 1926. Nel film si susseguono immagini pulite ed edificanti di Trudy e famiglia: il genitore accorto lo proporrebbe alla prole. Ma c’è di più. Al netto di medaglie olimpiche e cortometraggi da record, la Regina delle onde insegna che chi sfida la morte per accarezzare un sogno si sta muovendo proprio in quel cono d’ombra chiamato pazzia. Probabilmente, nella continuità della pratica, il modo più diretto per confrontarsi con l’immensità.

Pazziaultima modifica: 2024-07-24T12:31:05+02:00da VIOLA_DIMARZO

4 pensieri riguardo “Pazzia”

  1. Epurata dal tare ereditarie e malattie mentali la pazzia è un ‘cono d’ombra’ che risplende invece di una luce bianca che solo i pazzi vedono. E può benissimo essere una condizione temporanea, a metà strada tra illusione ed ossessione. Così scopri che i pazzi sono o sono stati molto più numerosi degli scavezzacollo catalogati nel contingente. Ne conosci qualcuno? Spero tu stia bene. Un abbraccio Mario

  2. Singolare “rivederti” in relazione a un tema come questo perché tu pazzo lo sei davvero ( detto con affetto) e, riconoscendo in te un folle, ho risposto alla domanda. Io sto, senza avverbi. Abbraccio ricambiato.

  3. Carissima, credo ci sarebbe molto da dire al riguardo di molti argomenti, ma annegato in un cinismo asciutto mi sto indurendo su posizioni che non mi renderebbero merito. Sto spiegandoti, perchè te lo devo, il motivo della mia assenza da queste pagine. Il mondo là fuori e’ di una semplicità asfissiante e per i troppo complicati si riduce infine a dualismi feroci ; il bianco ed il nero, la ciancia ed il fatto, la pazzia e l’uniformità, appunto. Mi piacerebbe invece sentirti, ed in caso sai dove trovarmi, e se vuoi cancella pure il commento, che non si veda…non si pensi…e fanculo il mondo. Un sorriso per te. Mario

  4. “che non si veda…non si pensi…”
    sai quanto me ne frega che si veda e si pensi? niente 🙂 sono quasi alla resa dei conti e tutto quello che mi preme è che le mie corazze reggano ancora. Quando capisci che la guerra la devi combattere da sola, aumenta il senso di estraneità nei confronti di chiunque, e quindi i “dualismi feroci” nel mio caso si riducono a “io contro il resto del mondo”.
    Arriverà forse il momento di riprendere “il filo rosso”, ma ora preferisco il silenzio perché diversamente sarei bugiarda anche con te, e tu un trattamento così non lo meriti. Buon vento

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