C’è chi imbratta la facciata del Senato con la vernice, chi accoltella senza motivo apparente una turista in stazione, e chi scocca una freccia da balestra in direzione di un gatto colpendolo in testa. È accaduto nel vicentino qualche giorno fa, e non è la prima volta che un mentecatto di mezza età si diverte col tiro al bersaglio contro la colonia felina del posto. Forse il miserabile è orfano dei luna park d’antan, dove per pochi spiccioli sparavi ai peluches o alle mini porzioni di wafer? Di certo c’è che andrebbe maledetto per quell’inutile nequizia che connota la sua vita.
P.S. Suona melodrammatico raccontarlo ma quando, qualche anno fa, un cacciatore sparò contro uno dei miei gatti che amava appollaiarsi sulla colonna del cancello della casa in campagna, io ci restai male. Per dire del sottobosco di insensatezza che ci attornia.
Istinto predatorio applicato ad un cretino armato.
Sarebbe stato perfetto come titolo del post 🙂
spero che questo becero episodio abbia avuto un lieto fine. Cioè, che per prima cosa si sia riusciti a salvare il povero micio, e che poi si sia riusciti ad individuare la bestia….
Il micio sta bene, la bestia ha più di un cacciatore sulle sue tracce, è solo una questione di tempo.
Io penso che chi colpisce con una freccia un gatto inerme, possa commettere qualunque crimine.
Purtroppo è così: se uno non rispetta gli animali, come potrà mai farlo coi suoi simili?
Una volta papa Francesco lamentò il fatto che ci sono persone che amano più gli animali che il prossimo. Non mi trovò concorde, e trovai in questa frase dell’ENPA la replica perfetta: “Santo Padre, la capacità di amare non fa distinzioni. Chi ama gli animali sa amare i suoi simili, chi non sa provare affetti non ama né gli animali, né i vicini, né il suo prossimo. Lo ha detto San Francesco già 800 anni fa”. Non lo si poteva dire meglio.