Come si sceglie un libro? Facile. O in base alle recensioni titolate (da escludere il passaparola) oppure fidandosi di chi ha dimostrato in precedenza di essere oggettivamente censore. Nel mio caso, Veronesi, Trevi, Vasta. Tuttavia, qualora un articolo risultasse “fulminante”, come quello di Piperno su Credere e non credere di Nicola Chiaromonte, per non ritrovarsi sul comodino un acquisto incauto (la percezione sarà tale non in base al valore intrinseco del titolo ma a causa del gusto personale), meglio cercare prima un estratto. Quello che segue, tratto dal libro di Chiaromonte, domani mi porterà in libreria.
“Nell’agire, non abbiamo altra guida tranne ciò che crediamo gli uni degli altri e del mondo in cui viviamo. Napoleone, Kutuzov, l’ultimo dei loro soldati, l’uomo più geniale come il più mediocre, il più lucido e raziocinante come il più sciocco, nessuno può mai oltrepassare il limite che, all’ultimo, fa di ogni sapere un semplice credere, di ogni azione un colpo di dadi a rischio di se stessi e d’altrui. Nel campo degli eventi umani, la nozione di causa non ha senso.
Questo è il limite che rende così stolta l’arroganza dei potenti”.
io spesso acquisto testi datati, e li trovo molto interessanti.
Mi somigli un po’, quando vado in libreria la merce esposta in vetrina neppure la considero.
Non sono un consumatore di carta stampata e non mi fido delle recensioni, per le quali dovrei conoscere i recensori, quindi essere un consumatore di quanto sopra. Da perfetto ignorante e cannibale letterario scelgo cosa leggere da alcune caratteristiche ”fisiche” del libro da cui si deduca che non e’ uno scritto ”commerciale”, se poi sbaglio il mattoncino sta a prendere polvere e non lo considero piu’. Carneade…chi era costui…ecco piu’ o meno così.
😉
per il resto, non ti ci vedo proprio nei panni di Don Abbondio…. 🙂
Perché, nei panni di Perpetua sì? :))
al massimo Don Ferrante…