Vauro, o dell’impossibilità di essere un signore

Vauro (@VauroSenesi) / Twitter

Per Vauro un’unica domanda: ma tu ti collochi tra i migliori o i peggiori? Forse il bilioso dovrebbe imparare, prima che una fossa si spalanchi anche per lui e, pallottoliere alla mano, non manca molto, che esiste il buongusto di tacere almeno nel giorno della morte di un uomo. Dopo, a giochi fatti, si può ricominciare a sparlare perché, e ci mancherebbe altro, non si deve sospendere il giudizio, sarebbe contro natura e da ipocriti. Ma per un giorno soltanto, tacere diventa una questione di eleganza.

Questa invece è satira anche se non ai massimi livelli

Vauro, o dell’impossibilità di essere un signoreultima modifica: 2023-06-12T21:47:45+02:00da VIOLA_DIMARZO

25 pensieri riguardo “Vauro, o dell’impossibilità di essere un signore”

  1. C’è anche di peggio… Contravvenendo alla abitudine mi sono fatto del male ed ho ascoltato quasi per intero il salotto di Gruber (Mauro Travaglio Santoro&c) succhiare sangue da un morto rivangando storie e leggende vecchie e ritrite. Spettacolo pietoso , l’odio ideologico e’ sinistro e non si ferma. E si vede.

  2. Se proprio devo esprimere un parere sulle 2 vignette: la prima è semplicemente patetica, la seconda alquanto scontata. Bei tempi quelli del buon Forattini, con le sue irresistibili opere d’arte, soprattutto per il disegno e la grafica da Maestro…. Dissacranti al punto tale che i politici che non ne erano oggetto gliele chiedevano, quasi fossero una pubblicità gratuita, la cui assenza li faceva sentire di serie B.

  3. Il salotto Gruber me lo sono persa a bella posta (ormai lì ti diverti solo se vuoi sentir sparlare della destra), ho visto un po’ di Vespa, se non altro c’era Renzi, l’unico che, come dicevano un tempo, sarebbe stato il degno erede di Berlusconi. Per tutto il resto toglierei la patente di giornalista a un bel po’ di gente, non si pretende l’oggettività suprema ma almeno un modo più decoroso di fregiarsi dell’appellativo.

  4. Vauro, pure lui uno che si avvita su se stesso, volendo non è stato neppure tanto cattivo ma inopportuno sì. Io che cattiva non sono ho definito la seconda vignetta satira quando chissà quanta gente, se invitata a farlo, avrebbe disegnato la stessa cosa, quindi hai ragione tu a citare Forattini e a marcare le differenze.

  5. L’odio ideologico e’ totalitario, con o senza proletariato, visto che, per dirla alla Bobbio, la destra contemporanea è storicamente figlia della sinistra.

  6. Secondo me il Machiavelli di Rignano, avendo ancora tanti assi & jolly da pescare dal mazzo, può ancora giocare una bella partita. Al vecchio leone subentra una volpe astuta. Ora che si apre un nuovo scenario al centro, ne vedremo delle belle….

  7. Credere che certi soggetti possano comportarsi con buon senso e buon gusto è come sperare che un giorno i tacchini saranno felici nel thanksgiving day.

  8. Vauro ha tutto il mio rispetto: ha il coraggio civile di dichiarare pubblicamente di essere comunista e non come tanti che vanno “contra” ma non hanno le palle per dichiarare la propria appartenenza politica. Per il resto stendo un velo di humana pietas su questo nostalgico della falce e martello. Come vignettista a volte mi sta pure simpatico, a volte.

  9. forse la sua è una questione di puro interesse, in caso contrario correrebbe il serio rischio di non lavorare: comportamento discutibile, alquanto ricorrente anche sul fronte opposto. Per il resto, gusti son gusti.

  10. Sono d’accordo, lodi a chi ha il coraggio di essere bianco o nero, senza sfumature a celare secondi fini. Comunque a livello visivo è inguardabile, capisco che il suo è un guardaroba che tiene fede ai convincimenti d’antan, ma qualcosa di più contemporaneo gioverebbe. Mi ricorda Zelensky, sempre in t-shirt o al massimo in felpa, anche nelle occasioni ufficiali fuori dal suo Paese. En pendant con la sua faccia perennemente contrita, come se a morire fosse ogni giorno lui e non i suoi soldati e connazionali.

  11. Vabbè, si può essere bianchi o neri ed altrettanto si può essere giusti o sbagliati. Certi personaggi sconfitti dalla storia e che pure insistono nell’errore meritano un sorriso di compassione, ma anche e volentieri un metaforico calcione nel culo.

  12. Ah be’, in quel caso con gli occhietti maliziosi è uno spasso, e c’è da giurarci che alla signora Berlinguer quel siparietto piace assai, infatti viene riproposto in ogni puntata, anche se ha stancato.

  13. Anche gli “inguardabili” qualche volta han diritto a dire la loro. Se non piacciono uno cambia canale. Detto questo non guardo quasi mai talk show di qualsiasi tv; dopo un pò iniziano a litigare, dirsene di ogni sorta e allora guardo altro. Tranne quando c’è stato Pannella che ho spesso guardato volentieri in televisione. Un pò pazzerellone, visionario, però con un acume politico come pochi. Memorabile il cazziatone che fece a Franceschini a Ballarò, mi pare nel 2009!!! Quante risate..

  14. Spesso è tutto preparato, come i programmi sportivi stile Biscardi: all’inizio possono essere anche divertenti, ma alla lunga stancano, in quanto ripetitivi. Riguardo Pannella, ricordo invece la paternale che fece a Rutelli nel 1994.

  15. Ad ogni modo, memorabile rimarrà la lista Pannella/Sgarbi, molto più dinamica di quella europea, in verità un flop, Fini/Segni, il cosiddetto elefantino.

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