Pamela Prati innamorata?

Pamela Prati: il nuovo fidanzato ha 19 anni e si chiama Simone Ferrante

Non è tanto il fatto che la vecchia (64 anni) s’accompagni al giovane (19 anni),  quanto piuttosto che la prima la butti in poesia:

Ho sognato di te come si sogna della rosa e del vento

Di questa ennesima storia strampalata, in cui l’ambiguità è intenzionale perché la sostanza nulla ha a che fare col più vessato dei sentimenti, concedendo ai protagonisti il beneficio del dubbio, diremo che la durata sarà l’unica prova della verità. Ma nel frattempo, signora Prati, non cada nel ridicolo, non resti inchiodata a una stagione della vita che non è più. L’osservatore più scafato potrebbe scoprirsi necrofilo.

Pamela Prati innamorata?ultima modifica: 2023-07-20T16:54:49+02:00da VIOLA_DIMARZO

15 pensieri riguardo “Pamela Prati innamorata?”

  1. “Quella” a destra è un ragazzo. Quanto si problemi di Prati con l’altro sesso il mistero si infittisce, come si dice in questi casi.

  2. Credo abbia stimolato altro che l’istinto materno 🙂 ma del post mi fa specie l’appellativo di – la vecchia- che Viola usa come un ariete a sfavore della malcapitata finta-bella e finta-giovane.:) Le donne tra loro non si amano. Dicono poi che con l’età si diventa saggi a me pare che la signora Pamela invece stia inanellando sonori capitomboli uno dopo l’altro.

  3. Panfilo, poiché sono contro il politicamente corretto e contro l’ipocrisia linguistica chiamo le cose con il loro nome, quindi una donna di 64 anni è vecchia, tutt’al più anziana. (Sulla stessa falsariga, il “male incurabile” non esiste, bisogna dire tumore ecc). E poi sì, l’altra metà del cielo sostanzialmente mi sta sullo stomaco (troppo vittimismo, troppo autocompiacimento, troppa competitività ecc.). Meglio i maschi riusciti bene anche per amici. 🙂

  4. Il “politicamente corretto”, ergo il conformismo del linguaggio e dell’informazione, nonché vero cancro del giornalismo, è un paradigma negativo su cui Viola si è soffermata più volte. Proibito dire “zingaro”, proibito dire “clandestino”, proibito dire che un rom ruba e che un immigrato spaccia. Giampaolo Pansa coniò la definizione di “giornalista dimezzato”, quello che decide di essere a sovranità limitata. E’ forse il più subdolo e pericoloso, perché fornisce opinioni mascherate da oggettività, o, peggio, una informazione mutilata di parti essenziali per far capire come stiano davvero le cose. E’ una categoria che ne annovera parecchi; tra quelli televisivi ci sono degli esemplari così sperticati da sembrare dei veri e propri “portamicrofono”. Il denaro muove anche questo, basti pensare alle transumanze di personaggi da una rete all’altra, goffamente camuffate da ragioni idealistiche. Nutriente anche a tal riguardo il contributo di Ernesto Ferrero propostoci da Viola qualche tempo fa.
    Quanto alla Sig.ra Prati, credo che rientri banalmente in quei 2-3 concetti che spiegano l’andazzo dei nostri tempi. Non ricordo a quale proposito fosse, ma rammento una passata considerazione di Panfilo, che mi pare suonasse più o meno così: “Bisogna pur fare qualcosa per campare”. Nel caso di cui trattasi, come di innumerevoli altri, potremmo dire: bisogna comunque mostrare qualcosa, a prescindere dal significato e dalla realtà di ciò che si mostra.

  5. Povera me, neppure mi ricordavo di Ernesto Ferrero. Comunque, quello che mi chiedo è: ma le linee editoriali, per così dire, chi le decide? non sarebbe meglio permettere a chiunque di esprimersi e conseguentemente di assumersene la responsabilità? da ultracentenaria ricordo che un tempo era così 🙂

  6. Ehh, Viola,…magari! I giornali e le reti non sono democrazie. Il direttore responsabile si consulta, ma poi decide e tutto l’apparato si muove in modo da mettere in pratica al meglio le direttive, che ovviamente devono collimare con la linea editoriale. E dato che l’editore è un imprenditore-investitore, spesso anche in più campi, e l’imprenditore-investitore per definizione mira al profitto, è facile concludere che quanto più grosso è il budget dell’investitore, tanto più egli è condizionante. L’importante è essere consapevoli che tra aziende e organi di informazione c’è una sorta di complicità di fondo, un condizionamento connesso anche alla pubblicità, al di là di quello ovvio costituito dalla proprietà diretta di giornali o emittenti.

  7. I free lance in tutte le professioni sono originariamente dei senza padrone che poi devono passare dentro l’imbuto del trovare un editore per gli scritti – finanziatore per le idee . E’ allora che il nodo si fa stretto perchè venedo al giornalismo delle due l’una o trovi un editore-direttore d’assalto che pubblica e se ne frega (rarissimi e durano poco ) oppure hai trovato il tuo padrone che potrà\vorrà pubblicare quello che gli piace o gli fa comodo. In fondo anche gli editori e direttori devono rispondere a qualcuno.

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