L’italiano vero

Morte di Toto Cutugno: la malattia del il cantante scoperta grazie ad Al Bano

Un po’ mi dispiace che sia morto, e non perché sia mai stata una sua fan. Ma mi faceva simpatia quell’espressione perennemente corrucciata, quell’essere un bastian contrario, uno che per logiche di mercato si piega al sistema ma fino a un certo punto, perché poi sbotta. Tuttavia, dopo un doveroso requiescat, credo sia giunto il momento di mettere all’indice il brano che ha reso Toto Cutugno famoso oltre i confini nazionali: L’Italiano. Sì, perché quel “vero” che nella canzone connota l’italiano non è più ammissibile in tempi in cui si contestano usi e costumi tradizionali, tempi che vedono oggetto di revisionismo persino i capolavori della letteratura americana in cui compare la parola nigger o qualcosa di altrettanto discutibile per la sensibilità contemporanea. E poi l’italiano vero chi sarebbe? quello che può vantare un albero genealogico dal DNA italico, in questo differenziandosi dagli innesti? Se chiediamo la testa di Vannacci perché autoproducendosi ha scritto “Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!”, allora togliamo il “vero” dalla canzone di Cutugno. Così dimostreremo una volta per tutte d’aver perso oltre al senno il senso della misura.

L’italiano veroultima modifica: 2023-08-23T12:13:38+02:00da VIOLA_DIMARZO

31 pensieri riguardo “L’italiano vero”

  1. L’italiano vero è una canzone che mi ricorda noi come popolo di emigranti. Pertanto nessuno dovrebbe farne una bandiera politica, sia in chiave positiva che negativa. Sul caso Vannacci non capisco quella sua (voluta) forzatura, quando in un passo del suo libro dice che, nella metrò di Parigi ha voluto sperimentare a modo suo la multietnicità, con il seguente metodo: simulare una perdita di equilibrio e toccare la mano di una persona di colore per verificarne la ruvidità della pelle…. Ecco, vedo in questo un qualcosa di superfluo, di stucchevole, visto che, avendo prestato servizio in Africa, avrà senz’altro avuto modo di stringere mani.

  2. Qui muoiono tutti come mosche. Mai piaciuto e temo che la storia dell’italiano vero sia nulla d’altro che un tentativo mercantile di titillare l’amor proprio di un popolo senza attributi.

  3. Tutto il libro di Vannacci (ora il più venduto su Amazon) è discutibile, la sola frase da me riportata lo racconta alla perfezione; ma il punto è sempre lo stesso, fare finta che l’articolo 21 sia un’astrazione. Ma finché resterà così come è stato tramandato, ognuno potrà dire la sua. Il politicamente corretto è l’unica vera astrazione.

  4. Sarei curioso di sapere a cosa mira questo signore: ad una futura carriera politica, con relative ospitate nei talk-show? Fatto sta che, stando al numero di copie vendute, credo che riuscirà non solo a coprire i costi ma anche a guadagnarci un bel gruzzoletto. Non so se ci è o ci fa….

  5. Hai ragione: d’accordo che spesso si fa presto ad esser complottisti, ma delle volte ci sono situazioni talmente macroscopiche ed artefatte che non si può dire come scusante che un tale clamore fosse inatteso. Non si può certo dire che il nostro generale sia uno sprovveduto, anzi, forse pensa che lo siano tutti gli altri che gli sono intorno.

  6. La morte di Toto Cutugno mi ha rammentato un periodo, gli anni 80, caratterizzati da un ottimismo di massa, un’euforia, una ubriacatura che peraltro non poggiava su basi solide, come poi si è ben visto.
    Con i dovuti discrimini, vedo qualche analogia con la situazione attuale, evidentemente peggiore per molti versi in quanto ingigantita dal web e da un degrado galoppante.
    Al Tg1 mattina odierno hanno intervistato il Preside del Regina Margherita di Palermo, una scuola enorme. Ciò che lucidamente ha detto costui è raggelante e fa il paio con il video della prof. Corrao.
    Il preside Di Fatta parla di emergenza educativa, di ragazzi che confondono il reale con il virtuale, che non percepiscono cosa stanno facendo, che vanno in rosticceria dopo aver commesso uno stupro come farebbero dopo una partita di calcetto, che non hanno riferimenti, che sono soli e abbandonati senza una guida, parla di genitori che non conoscono i loro figli e che non sanno cosa essi fanno, che scaricano sulla scuola ogni responsabilità. E che dire del fatto che in migliaia cercano di trovare sul web il video dello stupro?
    Che dire del freschissimo sfregio dei writers al colonnato del corridoio vasariano di Firenze, del drago Vaia bruciato?
    Cosa è diventato il Belpaese?
    Poi però apprendo che la scure moralizzatrice di è abbattuta su “Fat bottomed girls” un pezzo dei Queen che parla di ragazze dal sedere grosso e che è stato censurato su una piattaforma musicale.
    Il politically correct indubbiamente ci salverà dalla catastrofe globale!

  7. Il politicamente corretto, la forma più esasperata di ipocrisia: nell’epoca delle metropoli da bere si identificava con conformismo e consumismo, in termini reali. Ora, essendo venuto meno il mondo del bengodi, è tutto trasferito nella dimensione virtuale, nel meta-mondo. Anzi, un mondo dove si specchia la nostra metà peggiore, illudendosi di essere la migliore. Caro Antonio, tornando al tuo discorso, i genitori di questi ragazzi, nella maggioranza dei casi, sono il vuoto reale, i loro figli il nulla virtuale.

  8. Non adeguarsi al politicamente corretto e’ possibile; basta non adeguarsi e calcare la propria strada. La coscienza di cosa si va ad incontrare aiuta, ma forse no. Il famoso generale ha pubblicato un libro dove dice quel che pensa , e subito e’ arrivata la scure a castigarlo. E noi qui a cercare le ragioni nascoste, coprendoci di ridicolo. Le ragioni ce le dirà il generale stesso se lo lasceranno parlare, e se gli interesserà farlo, per me fa bene se tace e basta. Le ragioni del siluramento sono invece fin troppo chiare , adeguarsi all’onda imperante che a parole si vuole combattere (Meloni , Crosetto & c, mi sentite?, Travaglio &c. mi sentite?) Credo che siamo ridicoli perchè abbiamo paura di ammettere di avere paura della scure , e misuriamo le parole, spezzettiamo pensieri annacquati. esibiamo distinguo, mentre gli altri, quelli che il politicamente corretto lo praticano e lo applicano maneggiano la mannaia a distruggere valori positivi con la leggerezza di chi è impunito ed impunibile. La scure non si combatte con il fioretto, ma con una altra scure e la dose di forza necessaria. Oppure siamo e rimaniamo dei pusillanime.

  9. Tutto corretto Panfilo, se non fosse per il fatto che “politicamente corretto” ha un’accezione molto relativa. In quanti erano convinti che fosse effettivamente giusto ghigliottinare Maria Antonietta?
    Proprio tutti? Non lo sappiamo, ovviamente. Il fatto che sia stata giustiziata coram populo non lo certifica di sicuro.
    Ciò che per taluni richiede la scure, per altri potrebbe costituire un valore intangibile, ipocrisia reciproca fatta salva…

  10. Credo Antonio che il metro su cui valutare il peso della scure ci sia stato dato. La correttezza politica è per lo più il grimaldello attraverso il quale i valori (chiamiamoli morali, etici, civili) tradizionalmente accettati dalla nostra civiltà vengono non messi in discussione come e’ bene sia in un processo di maturazione ed evoluzione, ma piuttosto ridotti a carta straccia, ed annullati. Sostituiti come ben sappiamo da non-valori, relativismo in testa.

  11. Ho sempre avuto difficoltà ad allinearmi al sistema, in quanto poco avvezzo a pensieri unici, luoghi comuni e frasi fatte. Riguardo il generalissimo, concordo che un bel tacer non fu mai scritto, pertanto consiglierei ai suoi fans di prestare attenzione a non mettere la toppa più grossa del buco. Nell’attuale panorama culturale ed editoriale non si avvertiva la necessità di questo libro alla Moccia o Vespa. Ritengo molto più interessante, oltre che meno voluminoso, il suo omologo pubblicato nel 2017, vertente su economia finanziaria e reale, scritto guarda caso da un cittadino italo egiziano di orientamento liberal conservatore.

  12. Ma vi siete fatti questa domanda: chi ha portato all’attenzione di mezzo mondo questo libro, il generale stesso, all’insaputa di tutti, o un suo sodale?

  13. “Poi però apprendo che la scure moralizzatrice di è abbattuta su “Fat bottomed girls””, ecco, ora mi toccherà tornare sull’argomento. Siete avvisati, e a costo d’essere pesante io il tema del politicamente corretto non lo mollo 🙂

  14. Non leggerò niente di Vannacci,non mi interessa , ma quella frase che tu riporti e quella frase da sola , Viola, divide un mondo , c’è chi pensa allo scandalo e chi pensa che essa riporti una verità. Entrare nel motivo e significato (sociale, politico, personale?) di quella frase è la prima cosa da fare in una discussione aperta , l’ho pure detto poco sopra… Qui non si tratta badiamo bene di mettere in discussione diritti o dignità, si tratta di parlare di fatti ed opinioni . Non lo stiamo facendo perchè la scure incombe su di noi. 🙂

  15. Cara Viola, quando si dice il caso. Cercando su Amazon questo libro mi sono imbattuto in quello omonimo, anch’esso autoprodotto, il cui autore Vannacci definirebbe italiano mezzosangue, o meglio un immigrato di seconda generazione, perfettamente integrato. Vuoi vedere che ora pian pianino anche questo testo acquisira notorietà, trascinato dalla risonanza del primo, che contiene il quadruplo delle pagine? Vero è che già qualcuno ha recensito al posto sbagliato, cioè un pensiero su quello del generale per errore postato sotto il libro dal contenuto economico finanziario.

  16. “Vuoi vedere che ora pian pianino anche questo testo acquisira notorietà, trascinato dalla risonanza del primo, che contiene il quadruplo delle pagine?” possibile, e se il libro è valido come dici tu, sarebbe un bene.

  17. Lo vedi che alla fine è lui che getta benzina sul fuoco? Oramai è lanciato, è il suo momento di gloria, sta cavalcando l’onda, sta assaporando l’ebbrezza dello stare sotto i riflettori della cronaca, il fascino delle ospitate. Un vero e proprio personaggio mediatico. Ma si sa, bisogna batter ferro quando è ancora caldo…. Ad ogni modo, se è abile a sfruttare quest’occasione, mi auguro che scoperchi il vaso di Pandora dell’uranio impoverito. Questo me lo farebbe diventare davvero degno di ammirazione.

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