Non è un paese per deboli

dopo il suicidio di un migrante di 22 anni, è scoppiata una rivolta nel centro per il rimpatrio di.. - Cronache

La nostra cara Italia, che nei libri scolastici destinati ai più piccoli si vanta d’aver brillato in tutti i campi, non è più quella di una volta. Ridotta a speculare su un nuovo imminente rinascimento il cui orizzonte resterà però precluso, a voler essere ottimisti, anche ai nostri pronipoti, è diventata il vaso di Pandora per chi approda sulle nostre coste con la speranza di svoltare. Il triste epilogo del 22enne originario della Guinea – che si è tolto la vita impiccandosi nel Cpr di Ponte Galeria – testimonia dell’inattendibilità del nostro suolo. Che non risparmia nessuno, neppure chi qui ci è nato. Abbiamo silenziato la cultura, svenduto i gioielli di famiglia, ignorato le proteste dei contadini e azzoppato la Sanità, finendo col considerare questo insieme di cose, da cui evidentemente ho escluso una molteplicità di altri aspetti, come l’esito di un processo destinale. Che qualcuno si premuri di far tornare in patria la salma di Ousmane Sylla. Con tanto di nome e cognome.

Non è un paese per deboliultima modifica: 2024-02-05T12:30:54+01:00da VIOLA_DIMARZO

11 pensieri riguardo “Non è un paese per deboli”

  1. l’Italia non è mai stato un paese per emigrati semmai il contrario.. siamo emigrati noi e ancora lo facciamo..io per esempio sto cercando una donna straniera che mi porti via con lei proprio come un cagnolino 😉

  2. Molti pensano che delocalizzando in Albania il problema si risolva, ma temo non sia così: in caso di ricorso il ricorrente deve sempre essere accompagnato dinanzi all’autorità giudiziaria italiana, innescando un meccanismo di ping-pong, avanti e indietro tra le 2 nazioni. Onestamente, non so se ne valga la pena, soprattutto alla luce della realtà detentiva dell’est…. In poche parole, è una gara a chi è messo peggio.

  3. Non è neanche un paese degno di rispetto, considerato che non riesce a risolvere l’annosa questione dell’assalto alla diligenza-Europa via barchini e barconi. Farsi dettare l’agenda emigrazione dagli scafisti e dai trafficanti di morte è la ragione prima del mio essere anti europeo ed anti italiano. Pollice verso e fuori i leoni.

  4. Il destino di un declino.Dentro le sbarre di quella gabbia per emigranti c’è un’altra gabbia dove siamo rinchiusi noi italiani fatta di forze superiori che dettano al governante di turno (il Carceriere in livrea) come gestire un popolo alla deriva che sopravvive mantenendo nella testa e nel cuore l’immaginario del passato,anche di quello recente dove tutto sembrava piu’ brillante,dinamico,creativo.
    Quanti film tra anni ’80 e ’90 hanno esaltato la fuga dalla propria Terra in primis e poi dalla propria Patria….ricordate? Mediterraneo,La meglio Gioventu’,Caro Diario…dall’esterofilia all’autorazzismo il passo è stato breve.Il disprezzo per un Paese che si era gettato nella braccia del Berlusconismo gretto,plastificato di una certa sinistra da salottino romano si è trasmesso ad intere fasce sociali…e tanti hanno finito (in tanti,troppi) per pensare che l’esilio,l’abbandono fosse l’unica soluzione.

  5. E chi se li dimentica gli anni Ottanta e Novanta dove tutto sembrava possibile. Purtroppo è andata così perché le generazioni che non hanno dovuto combattere per conquistare/costruire qualcosa, hanno lasciato che fosse. Se trascrivessi i racconti di mio padre, e di tutti gli ultra novantenni come lui, i più giovani li troverebbero distopici. Ma sono i nostri vecchi, considerati carta straccia, che hanno ricostruito l’Italia del dopoguerra, mica noi che abbiamo solo dovuto prendere e spesso abbiamo preso male. Per quanto riguarda le persone che abbandonano l’Italia, pensionati compresi, io le capisco. Quando non c’è scelta devi prendere strade diverse. Ovviamente quelli che si arrendono soltanto per pigrizia sono un’altra specie. In definitiva persone delle quali la nostra terra può fare a meno.

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