Il seguitissimo programma di Maria De Filippi, C’è posta per te, ha regalato agli affezionati spettatori (non solo anziani in cerca di emozioni facili ma anche insospettabili personaggi à la page come i Ferragnez che si sono detti indignati) una pagina che di edificante non aveva nulla, eppure è stata proposta per un lasso temporale di trenta minuti. Cinque in meno di quelli che Bergoglio ha concesso alla premier Meloni. Per dire. E chi se ne frega se a una storia tossica che dovrebbe essere messa all’indice viene data tanta ribalta quando in ballo c’è l’audience?
I fatti: Valentina è in studio per chiedere perdono al marito per averlo tradito. L’errore fatale è stato conseguenza di anni di vessazioni durante i quali lei è sempre stata considerata quella che deve pulire la casa, badare ai figli, raccogliere le patatine cadute a terra anche se occupata in altre faccende, e per tutto questo ricompensata con epiteti del tipo inutile, cogliona, stupida; rimproverata anche nei casi in cui non riesce a parcheggiare come dio comanda. Maria De Filippi, che sa come trattare un omuncolo ferito nell’orgoglio, ha compiuto ancora una volta il miracolo: Valentina e Stefano si sono riconciliati. Ora, per liquidare la faccenda tristissima – in ballo c’è la violenza domestica quantunque priva di lividi – i benaltristi direbbero: basta cambiare canale. Ma non è così che funziona: l’uomo che non rispetta la donna non può essere assolto dalla giuria popolare solo perché ha perdonato il tradimento. E di Valentina che ne facciamo? Se continuiamo a promuovere il comportamento patriarcale, poi non stupiamoci di un altro paio di scarpette rosse.
P.S. fanpage.it fa sapere che tra i due sarebbe finita. Meglio così.