In futuro sarà senz’altro fattibile ma adesso è presto, la società non è ancora pronta a certi scossoni. Per cui, basta illusioni, a ogni bambino/a venga assicurato il diritto di non diventare vittima dell’orribile dicitura genitore 1 e genitore 2, particolare che non lo/la turberà fino a quando vivrà sotto una campana di vetro e gli/le sarà preclusa, per questioni anagrafiche, la socializzazione con coetanei appartenenti a famiglie tradizionali. Dunque, non sconvolga la decisione del ministero dell’Interno e di quello della Famiglia in base alla quale sulla carta d’identità resteranno i sostantivi padre e madre, con buona pace di una sentenza che ha riconosciuto valido l’utilizzo della parola genitore.
Mi chiedo di quanto amore siano capaci le coppie omogenitoriali se antepongono i propri desiderata al benessere della prole. E tuttavia non è contraponendo passato e presente, tradizione e arcobaleno che si creano le basi per un futuro in cui chiunque potrebbe essere riconosciuto esclusivamente in base a un nome e a un cognome assegnatogli alla nascita. Nel frattempo, poiché è chiaro lo sconfinamento nella distopia, i cultori di ebbrezze in grado di cambiare il mondo in quattro e quattr’otto, contenessero l’esaltazione sfociante nell’irragionevolezza di un diritto unilaterale.