Sono una seguace del bon ton pur consapevole di non poter mai diventare il fiore all’occhiello di una Lina Sotis o di un Monsignor Della Casa. Però mi esercito, e i risultati sono discreti. Tuttavia ho un punto debole: non tollero le umiliazioni e se qualcuno mi ferisce in piena coscienza, mi affiorano improperi e parolacce di cui poi mi vergogno fortemente. Perciò capisco l’entrata a gamba tesa di Giorgia Meloni, e benché istituzionalmente non sia il massimo – sarebbe stato preferibile che a parlare fossero stati i suoi occhi di ghiaccio – lotti lei che può anche a nome di tutte le donne che devono sempre ingoiare.
“Presidente De Luca, sono quella stronza della Meloni. Come sta?”