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Storie di ragazze e di Ayatollah in Iran

Vessate, violate e all’occorrenza avvelenate in nome di dio e della morale: potrebbe bastare questo per togliere dall’ambascia coloro che non sanno che senso dare alla Giornata internazionale della donna. Che pensino alle iraniane. Punto. E poiché in Italia – con una premier e un capo dell’opposizione che, quantunque basculante, all’anagrafe resta donna – non abbiamo più motivo di depauperare gli alberi di mimosa, spendiamoci contro una tirannide sacrificale e vendicativa. Avendo il buon gusto di mandare in soffitta, per quanto riguarda gli affari interni, le quote rosa.