Più dell’atto di dolore poté la friggitrice ad aria

Perché leggiamo? Le risposte degli scrittori – minimum lab

Per carità, certi scrittori contemporanei li capisco pure: per conquistare un posto al sole devono sgomitare, e per non sgomitare a vuoto devono essere sfrontati, meglio ancora se irriverenti. Insomma, devono spararle grosse. Solo così, ma non è detto, riescono a far presa su quella fetta di mercato costituita da lettori-non-lettori, ovvero da coloro che neppure sospettano dell’esistenza della letteratura con la maiuscola. Però agli scrittori per i quali strabordare è un artificio irrinunciabile, andrebbe comunque detto di non esagerare nel tentativo di proporre nuove formule narrative, che in sé per sé restano un valore aggiunto ma solo se poggianti su basi programmatiche e consapevoli. Diversamente, corrono il rischio di perdere di dignità autoriale quando un critico, ravvisando parametri di impertinenza imperdonabili, scrive:

“Un romanzo che parla di un autore che deve scrivere un romanzo. Dove l’abbiamo già sentita? La parodia del mondo giornalistico ed editoriale. Quante volte l’abbiamo già letta uguale uguale? C’è però molto altro in questo libro, e non è detto sia un bene: brani del libro che s’ha da fare, appunti, cancellature, testi, sottotesti, intertesti, ipertesti, pretesti, citazioni esplicite e implicite, cultura alta e cultura bassa, sesso e pornografia, una decina di pagine di note stampate in un corpo talmente piccolo da essere decifrabili solo al microscopio. Sul finale, il (finto) necrologio dell’autore sul Corriere della sera, un (finto) atto notarile, un pezzo sulla Gazzetta di Mantova (finto). Cosa rimane al lettore di questo metaromanzo? Un gran mal di testa. Insieme a un’acquisizione importantissima: non ci sono solo libri scritti bene o scritti male (“prima legge di Wilde”) ma anche libri che vogliono bene al lettore (senza blandirlo, al contrario) e libri che vogliono bene all’autore. Una classificazione che andrebbe proposta a librerie, biblioteche, premi letterari”. Così Piergiorgio Paterlini a proposito del romanzo Atto di dolore di Antonio Gurrado.

P.S. Ma a che serve scrivere di libri e letteratura se al secondo posto della Top Ten c’è Benedetta Rossi col suo In cucina con la friggitrice ad aria?