Segre, da Auschwitz al Senato (pensando pure a famiglie e imprese)

È stato un discorso asciutto quello di Liliana Segre in qualità di presidente provvisorio del Senato. Non è mancata, a mio parere, benché molto stemperata dai toni, una venatura retorica, ma tutto sommato possiamo dirlo un discorso compiuto. Significativo per la sua vicenda personale e per la storia d’Italia questo passaggio:

Oggi sono particolarmente emozionata di fronte al ruolo che in questa giornata la sorte mi riserva. In questo mese di ottobre nel quale cade il centenario della marcia su Roma che dette inizio alla dittatura fascista tocca proprio a me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica“.

Tuttavia, tenendo conto dell’imminente recessione, è questo il passaggio che avrà colpito maggiormente gli italiani:

Auspico, infine, che tutto il Parlamento, con unità di intenti, sappia mettere in campo, in collaborazione col Governo, un impegno straordinario ed urgentissimo per rispondere al grido di dolore che giunge da tante famiglie e da tante imprese, che si dibattono sotto i colpi dell’inflazione e dell’eccezionale impennata dei costi dell’energia, che vedono un futuro nero, che temono che disuguaglianze ed ingiustizie si dilatino ulteriormente, anziché ridursi“.

Ancora una volta, che Dio ce la mandi buona. Lasciando le disamine intellettuali a chi può permetterselo.

Segre presiede la prima seduta del Senato e ricorda la marcia su Roma