Per me che sono una fan della Ghigliottina, ovvero del rush finale dell’appuntamento giornaliero con L’eredità, Massimo Cannoletta è un mito, anche se è proprio quell’ultima frazione di gioco il suo tallone d’Achille. Quando, qualche sera fa, non ha indovinato la parola “bambagia” nella scalata doppia contro un’altra concorrente, gli #ereditiers sono stati presi dal panico, ma grazie al bonus previsto dal regolamento, e concesso a chi vince sette ghigliottine consecutive, Massimo ha avuto il diritto di tornare a giocare. Finora il divulgatore, come lui stesso ama definirsi, ha vinto più di 200.000 euro, ma quello che sconcerta è la vastità del suo sapere, che spiega così: “Tenevo conferenze sulle navi da crociera e curavo il programma culturale per i viaggiatori; la compagnia per la quale lavoravo mi dava carta bianca sui temi, tenevo conferenze sui porti di scalo, gli ospiti erano entusiasti (…) Studiavo moltissimo, non potevo farmi trovare impreparato alle domande dei viaggiatori”. Per la cronaca: ha fatto due volte il giro del mondo.
Il bello di Cannoletta, originario della provincia di Lecce e attualmente disoccupato a causa del Covid, è che sa dare in pasto la sua cultura con simpatia e singolare umiltà; la scorsa settimana, quando ha preferito sbagliare una risposta del Triello per permettere a un altro concorrente, a suo vedere più meritevole, la possibilità di arrivare alla ghigliottina, rinunciando di conseguenza a giocare per 180mila euro, ha lasciato tutti attoniti, persino Flavio Insinna che conduce il programma con verve inossidabile. È un vero piacere seguire Massimo, un super campione che ricorda quelli di Mike Bongiorno, e che nonostante la notorietà che l’ha travolto, continua a lasciarsi ammirare con divertita sobrietà.