Non è un paese per deboli

dopo il suicidio di un migrante di 22 anni, è scoppiata una rivolta nel centro per il rimpatrio di.. - Cronache

La nostra cara Italia, che nei libri scolastici destinati ai più piccoli si vanta d’aver brillato in tutti i campi, non è più quella di una volta. Ridotta a speculare su un nuovo imminente rinascimento il cui orizzonte resterà però precluso, a voler essere ottimisti, anche ai nostri pronipoti, è diventata il vaso di Pandora per chi approda sulle nostre coste con la speranza di svoltare. Il triste epilogo del 22enne originario della Guinea – che si è tolto la vita impiccandosi nel Cpr di Ponte Galeria – testimonia dell’inattendibilità del nostro suolo. Che non risparmia nessuno, neppure chi qui ci è nato. Abbiamo silenziato la cultura, svenduto i gioielli di famiglia, ignorato le proteste dei contadini e azzoppato la Sanità, finendo col considerare questo insieme di cose, da cui evidentemente ho escluso una molteplicità di altri aspetti, come l’esito di un processo destinale. Che qualcuno si premuri di far tornare in patria la salma di Ousmane Sylla. Con tanto di nome e cognome.