Processo alla Bibbia

Stand with Päivi Räsänen: Defend our Christian voices #StandWithPaivi | CitizenGO

“I leader della Chiesa luterana finlandese quattro anni fa sostennero su Twitter il gay pride di Helsinki. Molti nella Chiesa rimasero delusi, per qualcuno fu uno choc. Mi chiesi cosa fare. Mi preoccupava che venisse meno la fiducia della gente nella Bibbia. Allora risposi al tweet dei leader e chiesi come la loro posizione potesse accordarsi con il fondamento biblico della Chiesa. Postai una foto del primo capitolo della Lettera ai Romani“. Così Päivi Räsänen, deputata del piccolo partito conservatore cristiano-democratico finlandese. Indagata e poi prosciolta, non può ancora considerare chiusa la parentesi processuale perché la procuratrice generale è ricorsa in appello. Nel frattempo, l’opinione pubblica resta divisa e i media finlandesi parlano di processo alla Bibbia, perché nella sua lettera è san Paolo a condannare l’omosessualità:

“Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento.” (Romani 1:26-27)

A ben guardare, come accade ormai da anni il vero peccatore è il conservatore, e almeno in questo caso va dato atto a certa parte della Chiesa d’essere coraggiosa nella difesa, per interposta causa, di se stessa.