Il Pinocchio di del Toro non è adatto ai bambini

Guillermo Del Toro: «Il mio Pinocchio infelice è un mostro. Come me»- Corriere.it

Uscito nel 1883, Pinocchio di Carlo Collodi è stato più volte adattato allo schermo con risultati a volte risibili a volte riuscitissimi. Bellissima la versione di Walt Disney (1940), deludente quella di Roberto Benigni (2002), magnifica la serie in sei puntate per la Rai con la regia di Luigi Comencini (1972). È dell’anno scorso il Pinocchio di Guillermo del Toro, film d’animazione in stop-motion i cui toni cupi s’addicono al tema della morte che viene trattato in modo diretto, e altresì a un Geppetto alcolizzato, in lutto per la perdita del figlio, morto durante un bombardamento aereo. Sullo sfondo aleggia la Seconda guerra mondiale, l’Italia è quella del Duce. Pinocchio viene arruolato nell’esercito giovanile di Mussolini e impara ad uccidere; poi, per accidenti vari, muore e resuscita più volte, e quando nel mondo sotterraneo incontrerà la Morte, capirà d’essere immortale. Questa la sinossi ridotta all’osso, escludendo le scene ariose e allegre. Ora, a livello di immagini e colori il film di del Toro è stupendo, ma siamo sicuri che per le tematiche trattate sia adatto ai bambini? Arriverà anche per loro il momento di capire che il fascismo NON è cosa buona e giusta e che di opportunisti senza scrupoli è pieno il mondo: dunque, a che pro precorrere i tempi? Lasciamo che la lezione dolce-amara arrivi dal Gatto e la Volpe della coppia Franchi-Ingrassia e che sia la fata turchina e non la Morte la loro referente. Meglio ancora sarebbe se Pinocchio venisse raccontato, come avveniva una volta, da un genitore o da una nonna, senza innesti e ibridazioni rubati alla settima arte, che nulla aggiungono ma tanto tolgono all’immortale favola di Collodi.

Il mio Pinocchio infelice è un mostro. Come me“. Guillermo del Toro.