Sofia e le altre

Sofia Castelli, cordoglio social dei vip: da Lazza a Paola Turci, commenti di dolore per la 20enne uccisa dall'ex

Leggendo l’ennesimo articolo sull’ennesimo femminicidio, mi sono chiesta quali sono i campanelli d’allarme che dovrebbero indurre una donna a chiedere aiuto o perlomeno a diffidare profondamente dell’aguzzino in fieri. La risposta è ovvia: il primo campanello d’allarme è la violenza verbale, non necessariamente espressa attraverso parolacce o toni urlati. Esiste una forma dialettica di aggressione molto più sottile e non di rado satanica perché colei che ne è investita, nel caso in cui la denunci a parenti e amici, passa per eccessivamente sensibile, per umorale. Nel peggiore dei casi per pazza.

Anche su Libero ci sono individui di tal fatta e le loro invettive vengono puntualmente derubricate a boutade o liquidate con toni acquiescenti. Ma se davvero si vuole porre fine alla piaga dei femminicidi, invece di ricorrere a formule quali “tutte e tutti” tanto care alla signora Schlein e più in generale a quelli che ne fanno una questione grammaticale, si cominci col fare piazza pulita degli “innocui” leoni da tastiera. Chiuderli in gabbia per poi rimetterli in libertà equivale a tenere in vita il ritmo circolare del nonsense.