Siamo pacifisti anche senza bandiera

 

Staffetta dell'Umanità»: in piazza per la pace in Ucraina

È sostanzialmente un gioco al rialzo con l’intenzione di spingere l’avversario a cedere per primo quello a cui stiamo assistendo, impotenti e tremebondi all’idea di un possibile scenario apocalittico. Solo le anime candide, forti di una critica utopica che vorrebbe svilire chi in quell’afflato non si riconosce – per intenderci quelle anime alla Michele Santoro che ha organizzato la Staffetta dell’Umanità – possono credere che se si smettesse di inviare armi all’Ucraina la guerra prenderebbe una piega diversa. Peccato che non sappiano indicare la strada per giungere a un risultato così massimamente auspicabile. Nel profluvio di pubblicazioni sull’argomento, la voce più interessante, se non altro perché propone una prospettiva diversa dalle altre, è quella di Nathalie Rodary che nel suo Il nuovo mondo cerca nuovi leader sostiene la necessità di affidare il futuro a leader umanisti. E nell’intervista che ha dato a Federica Colonna dice:

I leader umanisti sono persone consapevoli di sé e del proprio ruolo nel mondo, sono coerenti, uomini e donne libere dai condizionamenti del ‘si è sempre fatto così’. La leadership umanista fa crescere altre persone, permette loro di esprimere il potenziale. I leader umanisti sono liberi dal peso del passato, non vogliono rifondare nulla, vogliono trasformare. Sono grandi designer di futuro“.

La domanda è: perché non adoperarsi in tal senso? Del resto, molto presto i leader del nostro tempo saranno assimilati all’insignificanza. Riparliamone non appena l’umanità si sarà risvegliata dal coma.