Poesia di Pascoli

landscape-2090495_960_720Nella nebbia

E guardai nella valle: era sparito
tutto! sommerso! Era un gran mare piano,
grigio, senz’onde, senza lidi, unito.

E c’era appena, qua e là, lo strano
vocìo di gridi piccoli e selvaggi:
uccelli spersi per quel mondo vano.

E alto, in cielo, scheletri di faggi,
come sospesi, e sogni di rovine
e di silenzïosi eremitaggi.

Ed un cane uggiolava senza fine,
nè seppi donde, forse a certe péste
che sentii, nè lontane nè vicine;

eco di péste nè tarde nè preste,
alterne, eterne. E io laggiù guardai:
nulla ancora e nessuno, occhi, vedeste.

Chiesero i sogni di rovine: — Mai
non giungerà? ― Gli scheletri di piante
chiesero: — E tu chi sei, che sempre vai? —

Io, forse, un’ombra vidi, un’ombra errante
con sopra il capo un largo fascio. Vidi,
e più non vidi, nello stesso istante.

Sentii soltanto gl’inquïeti gridi
d’uccelli spersi, l’uggiolar del cane,
e, per il mar senz’onde e senza lidi,

le péste nè vicine nè lontane.

Giovanni Pascoli

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Amicizia

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Quando un animo è sensibile
basta poco per la sua gioia
anche una carezza del mattino
fatta di pensieri e nuvole leggere
Quando un cuore è in ricerca
di gesti teneri che lascino
mille tracce di presenza
basta un sorriso tra i voli nel cielo
Quando è un amico che senti accanto
e non importa se vive distante
tu sai che lui sente tutto quello
che sai essere e donare
Quando desideri esserci con piccole cose
sei sicuro dell’accoglienza
con tracce indelebili nella sua anima
perchè tanto grande è il suo cuore

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