” I più giudicarono che narrare la propria vita significhi fiducia nei propri costumi più che arroganza” -Tacito-
Credo sia giusto annotare anche qui sopra la mia prima seduta da uno psicologo. Con il quale non sono stata del tutto sincera, non gli ho riferito che non è la prima “terapia” psicologia a cui mi sono rivolta. C’è stata già una psicoanalista nella mia vita, prima di questo psicologo. Una cosa importante è che entrambi hanno sottolineato la stessa cosa durante la prima nostra “conversazione”. E io mi sono sentita a disagio, forse perché sono più adulta o perchè adesso mi sento più fragile, in conseguenza al malessere fisico che ho e che non posso curare..per il momento, ci combatto, come combatto spesso contro me stessa e verso quello a cui aspiro. Probabilmente penso a questo punto di non meritarlo, anche se sono certa che tutti quanti meritiamo di concretizzare i nostri sogni. Però, io mi sento in difetto su questo punto, poichè non ho mai lottato: voglio iniziare ora? Che prosopopea e che coraggio! Ma ci vuole qualcosa che sia per me importante e per cui valga la pena di vivere, mi sento troppo concentrata su delle mie limitazioni, devo scrollarle via di dosso.
Prima limitazione: non posso viaggiare perchè poi cosa troverei di idoneo da mangiare ..in giro?? (ah ah ah)
Seconda limitazione: la solitudine, stare sola adesso mi pesa, suppongo che vivere significhi sperimentare relazioni umane importanti, e non solitarie meditazioni..
Qualunque terapia non fisica presuppone l’assoluta sincerità per funzionare. Altrimenti è tempo perso
Difatti ritengo di essere stata sincera, e che la mia sia stata piuttosto una reticenza..
Nel senso che non mi è stata richiesta come informazione e io non ho ritenuto opportuno specificarla,
l’indicazione di aver già usufruito dell’analisi psicologica in passato.
Il rancore verso mio padre sembra essere un dato certo, a sentire l’analisi – però io in cuor mio sento in realtà un grande dispiacere più che altro,
per la mancanza di presenza che c’è stata.