Timor

Una specie di elenco delle paure, o almeno, una parte di esse, che riferirò di avere ad una psichiatra.

Pur  avendo solamente la possibilità di osservare dei nomi di territori lontani mediante le cartine geografiche, anche così certi posti mi suggeriscono di averne timore, non menzionerò la “famosa” località detta Timor est, che per me, fin da piccola, era una zona del mondo pericolosa, giacchè traducevo il suo nome dalla morta lingua latina. Sbagliando, ma non importava perchè era un riflesso d’ignoranza, quando vedevo scritto Timor est, pensavo subito: se ci si trova lì, intorno, bisogna averne una certa preoccupazione. Ed è un errore vecchio che porto con me, ancora. Ad ogni modo ci sono altri luoghi, come L’isola dei serpenti, o l’isola del diavolo, la fossa delle Marianne e altri di cui  adesso non ricordo l’esistenza, che suggeriscono un pericolo nella loro stessa denominazione e di prestare perciò molta attenzione.

La parola nevrosi potrebbe corrispondere in un modo più erudito, dotto, a quella più comune di .. paura, magari è soltanto un modo più tecnico,  che rimanda alla psicologia. Ma se volessi trovare un sinonimo di paura pronuncerei.. timore.  E timore è.

Quanti timori ci sono che mi attanagliano ora?

Il timore di non saper giudicare nel modo più consono possibile ciò o chi mi trovo di fronte (male o bene? In modo immeritato)

Il timore di essere allontanata o estromessa da una relazione di lavoro, d’amicizia, d’amore , – di fiducia, così in un batter di ciglia..

Il timore di essere soverchiata da eventi esterni fuori dalla mia possibilità di controllo e di reazione: un terremoto, una guerra  ( sono estremamente attuale oggi, si?)

Il timore della malattia, e di dover affrontare della sofferenza fisica,  magari  di non aver più la piena capacità di comprendere con il mio intelletto le cose mi accadono intorno ..(quasi come adesso?) ma in modo sempre più grave.. per demenza vera e propria.

Il timore che altri decidano per me, per la mia sorte (come un dittatore o un organismo politico che si definisce democratico, certo, però …)

Cose di questo tipo.

Continuerò temo..l’elenco

 

 

Ad ogni cosa un perchè ?

Sono contenta che non siano ben visibili e in mostra i commenti che vengono lasciati nel mio blog, e questo non per quei commenti lasciati da qualche utente di passaggio ma proprio per quelli dati in risposta da me, il motore propulsore di questo “egregio” blog.  (Rara perla di arguzia letteraria!)  ( c’è molto sarcasmo??  Ebbene si, ci si prova)

In un commento ho nominato i calcoli renali, che sono una delle mie profonde nevrosi/paure. Ci sono malattie dovute alla genetica familiare, in eredità io sono certa di averne almeno un paio: i calcoli, e il tumore del seno. Una mia zia e mia nonna sono morte di tumore al seno, mentre mia madre, una mia cugina e un mio zio, hanno avuto tutti problemi con dei calcoli, a dire loro alquanto dolorosi. Per questo alcune delle mie paure sono relative a delle malattie, lasciti familiari conosciuti.  Altre sono di mio esclusivo patrimonio genetico. A proposito di ciò, ora devo abbandonare la scrittura del post sul blog, per chiamare una psichiatra e fissare la prossima seduta terapeutica, ho un lungo elenco di problemi esistenziali da sottoporle. A dopo.

 

“Convinciti che ami, pur desiderando fuggevolmente, e poi credilo tu stesso…
Ama veramente solo colui che riesce a convincersi di ardere di passione.”
(Istruzioni per rendersi infelici) P. Watzlawick

E se fossi io?

Il numero 4 è il numero giusto, come il numero delle stagioni, o quello dei principali elementi , o persino adeguato a  chi, come me, ha sognato una tartaruga. Questa notte ne ho sognata una in difficoltà. Ricevevo una telefonata da parte di  un individuo sconosciuto che mi chiedeva di prestare soccorso ad un esemplare di questa specie animale. In risposta, dichiaravo al mio interlocutore telefonico, che non sapevo nulla di tartarughe e che non volevo averne una nel mio appartamento malconcia, che, a causa della mia adeguatezza in materia, avrei solo potuto guardare morire.  Si tratta solo di riporla dentro una scatola di scarpe, al caldo, si riprenderà da sola, vedrai – insistette, la persona dall’altro capo del filo telefonico. Senza un riparo, sicuramente è destinata alla morte. Così, suonano al campanello della mia casa,  e ricevo la tartaruga dalle mani di questo sconosciuto, la ripongo dentro una scatola di cartone bianca, e le dico, osservandola: mi sembra che tu sia ferita solo superficialmente, ti riprenderai, voi tartarughe avete una forte corazza.

In questo momento, anche quando mi trovo all’esterno di casa, e non ho la televisione accesa o una fonte di qualsiasi altra informazione davanti a me, come una pagina web di quotidiano on-line, osservata con l’ausilio di un cellulare o di un tablet – il mio pensiero mi rimanda spesso verso la situazione dell’Ucraina. Oggi mentre camminavo verso il centro della mia città ho visto la manifestazione a favore della pace, per il mondo. Quando ho appreso per la prima volta dell’invasione della Russia contro l’Ucraina, mi sono venute in mente subito certe interviste guardate attraverso i giornalisti dei vari telegiornali nazionali. Nella prima intervista che  ho osservato, veniva intervistato un proprietario di un ristorante a Kiev, era in parte italiano, per questo lo avevano cercato per domandargli se avesse intenzione di lasciare l’Ucraina. Lui si disse, in quel frangente, non molto preoccupato, e che restava. Ricordo che era il 13 di Febbraio, e lui aveva sostenuto che per San Valentino, il 14 di Febbraio esattamente il giorno dopo, aveva dei tavoli prenotati da dei clienti, e che la sua vita andava avanti nello stesso modo di sempre, lavorando. Erano stati intervistati anche altre persone, con la stessa idea. Perciò ora mi domando: come staranno adesso? E’ difficile staccarsi dall’idea di una guerra, che si è appena scatenata in una parte specifica del mondo, nonostante ne abbiamo spesso in atto anche altre, e diverse, verso noi stessi, verso dei traguardi che non riusciamo a raggiungere. Un modo per rendersi infelici è sicuramente pensare a cose nefaste e situazioni sulle quali non abbiamo alcuna possibilità di intervento o modifica. Stop, insomma, vorrei non pensare più a questa realtà insensata e crudele. Ci riuscirò?

Istruzioni per rendersi infelici!

È certo che al mondo nulla è necessario agli uomini quanto l’amore.
[Johann Wolfgang Goethe]
 luis jerome
Mentre ero in una libreria a scegliere un libro, ho sentito una commessa del negozio che consegnava un libro nelle mani di un’altra cliente, un’altra lettrice, il titolo del suddetto manuale era: “Istruzioni per rendersi infelici”. Pare dal suo titolo, un libro di psicologia? oppure un libro umoristico?
Dopo aver udito il “nome” di questo manuale mi sono posta un paio di quesiti.
Da quando nasciamo cerchiamo il piacere? O la felicità? e cerchiamo di evitare il dolore.
Eppure nel dolore spesso ci imbattiamo, per nostra scarsa abilità a vivere, per la fatalità a volta maligna, altre no.
Da neonati abbiamo bisogno di nutrirci,  di cibo per sopravvivere e crescere, ed questo che a volte addirittura può nuocerci, costituire un vero e proprio pericolo, per la nostra stessa esistenza, difatti poichè non siamo abituati ancora a mangiare e poichè il nostro organismo non ancora formato del tutto, il nutrimento può esserci fatale, impedirci di respirare, lo chiamano il fenomeno delle “morte bianca” un rigurgito di cibo, che ci toglie il respiro. In questo circostanza è la vicinanza e la sorveglianza di qualcuno che amorevolmente ci assiste, non lasciando nella nostra solitudine incomprensibile, a noi, che non possiamo spiegarci con gli altri vicini o capire noi stessi, che ci viene in soccorso. Qualsiasi individuo non è nato per amare la solitudine, nonostante ci insegnano a dover essere il più autonomi possibili, nella nostra collaborazione al sistema società. Abbiamo la libertà di scegliere con chi trascorrere il nostro tempo, se passarlo in compagnia di noi stessi e di una qualsiasi attività gratificante, lavorativa, intellettuale, meditativa, sportiva… oppure se trascorrerla propriamente in compagnia, con altre persone accanto. La libertà è una parola chiave per il mondo, oggi in Ucraina è per la libertà di autodefinirsi che si sta combattendo. Il popolo ucraino desidera la propria indipendenza da un altro stato vicino e confinante come la Russia. Il presidente Putin, presidente del popolo russo, ha preso in modo troppo personale questa volontà, probabilmente. Per motivi di gloria o di interessa economico?