Egocentrismo ?

Se oggi in quella ridente e ombreggiata  (nebbiosa?) città nella quale vi trovate per caso, o per necessità, a vivere, come la sottoscritta, vi dovesse succedere di vedere una persona vestita male, ma orgogliosa di essere uscita con tale vestiario, beh sappiate: sono io. C’est moi. Ho acquistato dei pantaloni che addosso mi stanno malissimo, senza dubbio troppo larghi per le mie caviglie. E tra l’altro con un colore assai discutibile, ma ho deciso di indossarli comunque, qualunque persona deve prendersi la responsabilità del proprio cattivo gusto, ogni tanto. Buona giornata e buon caffè a chi lo degusterà per colazione!!

“Da ricordare anche il pensiero politico di Priestley, il quale esordì con un Saggio sui primi princìpi del governo (1768) Egli sostiene che la finalità principale dello Stato è promuovere il bene e la felicità del maggior numero possibile di cittadini. Attraverso i contatti epistolari di Priestley con Thomas Jefferson, redattore della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America e terzo presidente nordamericano, il perseguimento della felicità – tema caro agli illuministi di ogni paese – verrà sancito dalla Costituzione americana tra i diritti fondamentali del cittadino.”

Tratto da – Storia della filosofia moderna – Massimo Mori

Domande

Un libro che sostiene di sapere tutto.. di me

C’è una cosa che dovete sapere di me, lettori superstiti di questo blog, oggi ho aperto un libro che tenevo fra le mani, ad un pagina a caso, e vi ho letto: la situazione migliorerà.
Okay ho pensato all’istante, bene. Poi successivamente mi sono detta: per situazione questo libro-oracolo deve intendere la mia vita, tutta quanta in generale..  Quindi, dopo ciò, ho preferito tralasciare l’oracolo cartaceo e  consultare un altro genere di manuale, ovvero il dizionario dei sinonimi. Presa ormai da una specie di turbinio di pronostici e fantasiose domande/riposte. Ho chiesto al dizionario, prima di aprirlo a casaccio: – Come mi considererà il prossimo uomo di cui mi innamorerò? Risposta? Dove ha posato il dito la mia mano sul foglio? Accanto la parola Chewing-gum..o meglio gomma, cicca. Insomma non lo conosco ancora, ma il futuro uomo che amerò, mi considererà gomma americana. Appiccicosa forse? A questo punto dichiaro solennemente che non intendo affezionarmi a nessuno!

Ma andiamo oltre, ho posto anche la domanda di conseguenza a questa, perciò io come lo considererò? Il mio dito si è fermato sul sostantivo: meraviglioso, stupendo, magnifico.  Odio questo dizionario dei Sinonimi e Contrari. Chissà se lo vorrà la biblioteca, lo cedo gratis.

“Esageri l’ipocrisia degli uomini, disse il capitano alzando le spalle , la maggior parte pensa troppo poco per pensare doppio.”    M. Yourcenar

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Inettitudine (mia)

Ammiro la fiducia verso tempi  meteorologici migliori, che hanno avuto i miei vicini di casa e di balcone, dopo aver steso la loro biancheria fuori , all’aria, appesa ad un filo. Il tempo non li ha nemmeno delusi, almeno non è piovuta più acqua dal cielo.  Ciò che proprio invece non apprezzo è la sonnolenza che mi porto appresso da un paio di giorni, non faccio altro che sbadigliare di giorno, mentre la notte se riesco a dormire faccio dei sogni in cui vedo e incontro persone che non riesco ad affrontare nella mia vita reale, e ciò mi fa penare. Mi fa penare due volte, in sogno dove devo sottostare alla loro presenza immaginaria, e nella realtà, a questa proprio, con la quale non riesco a confrontarmi. Ciò mi spinge anche a comprendere chi come Jonny Depp o qualsiasi altro individuo cade o cede nell’abuso di qualche sostanza che promette di alleggerire la vita, la quotidianità… che non sempre combacia con le nostre esigenze. Per rendere più gradevole l’esistenza un bicchiere di buon vino (in certi momenti) può alleviare l’ansia da prestazione…ma può diventare anche un eccessivo rimedio, e potrebbe procurare dipendenza.  In fondo anche questo blog, non è forse un po’ una fuga dalla realtà? Nonostante mi porti anche a riflettere, sulle mie azioni future e sopra quelle passate… Si, ci sono dei pro e dei contro. L’equilibro è un filo sottile.

“Quel giorno stesso, alla presenza di Marta, fu sepolta con Salomè nel chiostro delle Orsoline e come sigillata sotto una menzogna. Nessuno avrebbe saputo mai che Benedetta per poco non aveva preso la via stretta verso cui la spingeva la cugina e poco mancò che non camminasse con lei verso la città di Dio. Marta si sentiva spogliata, tradita. I casi di peste si facevano rari, ma camminando per le vie quasi deserte, essa continuava a stringersi addosso con precauzione le falde del mantello.  La morte della cuginetta aveva aumentato in lei il desiderio già ardente di continuare a vivere, di non rinunciare a ciò che era e a ciò che aveva per diventare uno di quei gelidi involti che si depongono sotto una lastra di marmo d’una chiesa.

Benedetta era morta sicura della propria salvezza grazie ai paternostri e alle avemarie; Marta non poteva avere eguale fiducia per se stessa, le sembrava talvolta d’esser di quelli che il decreto divino condanna prima della nascita, nei quali persino la virtù è una forma di ostinazione che non piace a Dio. Di che virtù del resto si trattava? In presenza del flagello era stata pusillanime”  L’opera al nero – Yourcenar

(Questo passo delle affinità elettive mi ricorda un fatto narrato nel film: le fate ignoranti)

“Guardi questo bicchiere! Vi sono incise le nostre iniziali. In un momento di giubilo una persona lo lanciò allegramente per aria: nessuno vi doveva più bere; esso doveva infrangersi sulla roccia; ma fu raccolto. Io lo riacquistai a caro prezzo ed ora ci bevo ogni giorno, per convincermi ogni giorno che tutte le relazioni decise dal destino sono indistruttibili!

Ahimè! esclamò Mittler – che pazienza debbo avere con i miei amici! Ecco qua la superstizione, che io odio come la cosa più dannosa per gli uomini. Noi ci serviamo dei giochi dei pronostici, dei presentimenti e dei sogni per dar importanza alla vita quotidiana; ma quando la vita stessa diventa importante, quando intorno a noi tutto s’agita e freme, allora quegli spettri non fanno che rendere più tremenda la tempesta”

“E’ difficile che, trovandoci in compagnia numerosa, noi non pensiamo: il caso, che riunisce tante persone, dovrà pur condurci un giorno anche i nostri i amici”

Dal diario di Ottilia – Goethe – Le affinità elettive

 

” Comunicarsi è natura;  saper accogliere ciò vien comunicato, così come è dato, è cultura”

(Questo mi ricorda un assioma della comunicazione: è impossibile non comunicare – “comunicarsi è natura”)

“Se pensiamo quante persone abbiamo viste, conosciute, e ci confessiamo quanto poco noi siamo stati per loro e loro per noi, che scoramento ci prende! Incontriamo l’uomo d’ingegno e non ci intratteniamo con lui, il dotto e non impariamo da lui, chi ha molto viaggiato e non ci informiamo di nulla, chi ha il cuore ricco d’amore e non facciamo nulla per essergli grati. E purtroppo questo non avviene soltanto delle conoscenze passeggere. La società e le famiglie si comportano così verso i loro membri più cari, le città verso i loro cittadini più degni, i popoli verso i principi migliori, le nazioni verso i loro uomini più egregi.
Sentii domandare perchè dei morti si dica bene con tanta franchezza, mentre per i vivi si usi sempre una certa cautela. Fu risposto: perchè da quelli non abbiamo nulla da temere, mentre questi potrebbero una volta o l’altra capitarci ancora fra i piedi. Ecco com’è impura la nostra preoccupazione di ricordare gli altri; per lo più non è che un gioco egoistico, mentre sarebbe giusto e sacrosanto mantenere sempre vii ed attivi i nostri rapporti con i superstiti.”       Le affinità elettive – Goethe