“Quel giorno stesso, alla presenza di Marta, fu sepolta con Salomè nel chiostro delle Orsoline e come sigillata sotto una menzogna. Nessuno avrebbe saputo mai che Benedetta per poco non aveva preso la via stretta verso cui la spingeva la cugina e poco mancò che non camminasse con lei verso la città di Dio. Marta si sentiva spogliata, tradita. I casi di peste si facevano rari, ma camminando per le vie quasi deserte, essa continuava a stringersi addosso con precauzione le falde del mantello.  La morte della cuginetta aveva aumentato in lei il desiderio già ardente di continuare a vivere, di non rinunciare a ciò che era e a ciò che aveva per diventare uno di quei gelidi involti che si depongono sotto una lastra di marmo d’una chiesa.

Benedetta era morta sicura della propria salvezza grazie ai paternostri e alle avemarie; Marta non poteva avere eguale fiducia per se stessa, le sembrava talvolta d’esser di quelli che il decreto divino condanna prima della nascita, nei quali persino la virtù è una forma di ostinazione che non piace a Dio. Di che virtù del resto si trattava? In presenza del flagello era stata pusillanime”  L’opera al nero – Yourcenar

ultima modifica: 2022-04-25T17:26:45+02:00da Arianna1921

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