Meditazione

” Il cuore è la luce della coscienza, perché è luogo del fondamento del tutto. (quel che è chiamato cuore è la zona più intima di ogni creatura)
Raccogliendo la mente sul cuore, ossia concentrando la mente, che è sempre in movimento, su questo solo punto, si ottiene la visione del visibile.”

 

 

Il castello di carte ( 1736-37 )  Jean Siméon Chardin  – Londra National Gallerycastellodicarte

Casualmente compare un cassetto aperto nel dipinto inserito in questo mio post, in quello precedente avevo scritto di un cassetto di casa mia che si è aperto più volte da solo in alcune giornate appena passate. Ora giace chiuso, si è normalizzato. Il suo contenuto è stato comunque sempre lo stesso, cioè invariato. Da questo momento è diventato il “cassetto dei misteri” . O anche detto da me privatamente – il cassetto sensibile alle variazioni di Vibrazioni  e Sentimenti.  Ritornando alla realtà vera e non quella dell’universo fantastico, il cassetto del dipinto, conteneva le carte da gioco senz’altro. Per gioco in alcuni momenti conto, questa mattina ho contato 64 gradini che ho sceso dalla porta di casa,  fino a quella dello stabile in cui vivo (definirlo palazzo sarebbe troppo, sarebbe dargli un appellativo che non gli appartiene. Di colore verde opaco, e soltanto dignitoso nel resto)  Forse sono una di quelle persone che danno troppo peso e significato alle parole, dovrei essere meno selettiva, analitica, precisa. D’altra parte le parole possono nutrire l’anima di un individuo come possono separarlo dalle persone, amate o no.  Le parole , le parole, le parole , mie, mie amate.

Quelle amare, alcune lo sono state, tanto che si può dire di me di averne dette o scritte troppe e di aver rovinato una reputazione, che avrei potuto costruirmi.. in tal modo. Ma è ormai tardi, non mi devo più preoccupare di avere una buona reputazione, sono una donna con una reputazione inconcludente, da includente. Chi mi vuole assumere? Chi mi vuole assumere? Cosa ho concluso oggi? Inconcludenza! Credenza!

Sttt: ho appena sentito bisbigliare forse dal dipinto del ragazzo che gioca con il suo castello di carte: insomma te la canti e te la suoni??

A me non domandi niente?

(Scusami temevo di importunarti, sembravi tanto assorto. A volte ho paura del rifiuto!  )

Ora che conosco il tuo essere ben disposto ad un dialogo con me, ti chiedo: cosa ci vedi in quelle tue carte?)

 

 

L’aria delle vette  (ah ah ah)

Suppongo che il mio subconscio sia agitato, di notte sogno di dover attraversare un ponte e al di sotto di questo ci sono alligatori, coccodrilli che si spostano con naturalezza nel fiume sottostante, che abitano. Io impensierita mi muovo al di sopra. Mi sveglio con il cuore che batte all’impazzata. Un cassetto del mio comò in camera da letto, da alcuni giorni, si apre da solo, così all’improvviso, in diversi momenti della giornata. Se non fossi scettica sull’esistenza di fenomeni strani che possono accadere prima o poi a chiunque nel corso della vita, direi che forse ho pronunciato il nome del mio angelo custode troppo volte in questa settimana… tanto da disturbarlo. A proposito di nomi di angeli custodi: la J di Jabamiah come si deve pronunciare? Con la corrispettiva g italiana?  Come Johnny=Gionny? Oppure con la lettera i? Iabamiah?  Giaba o Iaba? Di solito utilizzo la prima, la G.  Per sapere se recitando la lettera giusta, e idonea potrò salvarmi da codesti “alligatori”?    Una volta ho dormito molto bene in un posto dove avevo trovato una frase, scritta sopra un biglietto: La tua casa lontano da casa. Mentre stamattina la prima frase che mi è venuta in mente è stata: se non ti salvi da sola, non sarai salva.    Devo ritornare il quel posto per far svanire i miei incubi/alligatori?    Oppure devo provare a focalizzarmi su dei pensieri positivi prima di addormentarmi.  Durante le mie attuali giornate non rido molto, anzi, sono ben poco sorridente, in fondo per mie motivazioni personali e per altre riguardanti il mondo intero, mi sembra di trovare poche argomentazioni in grado di suscitarmi sorrisi sinceri, spontanei.