“E poi si dovrebbe scrivere un capitolo sul rapporto tra uomo e bellezza. La bellezza non salverà di certo il mondo, sbagliava Dostoevskij, perché la bellezza sta distruggendo l’uomo che ha fatto del proprio corpo un oggetto di mercato. Diventa oggetto per comprare oggetti.
Insomma, credo fermamente che sia necessario più semplicemente riprendere a filosofare, a parlare di nuovo di questo uomo e di questo mondo, cercando di scoprire tutto ciò  che ancora affascina dell’uno e dell’altro. Bisogna riprendere a dialogare, a pensare, senza uno scopo preciso, poiché se c’è uno scopo, è facile che venga strumentalizzato anche il dialogo.
E allora, la filosofia sarebbe ridotta a un’appendice della pubblicità, un affare dell’economia.
Dovremmo poter camminare ancora lungo la stoà , aprire scuole di pensiero, in qualche casa vuota, in un capannone industriale dismesso. Parlare ignorando il computer, con l’aiuto di quel solo cervello che ognuno di noi porta nella scatola cranica, cercando di rimetterlo in funzione. Provare a essere vivi, senza accendere il pc e seguendo il desiderio di capire l’essere umano, di cui si sa così poco e quel poco è stato dimenticato. Serve una filosofia estranea alle università, ai luoghi della sapienza, perchè entrambe sembrano spelonche del potere. Sto dipingendo di bianco uno scantinato dove sarà possibile fare filosofia, forse riuscirò a raccontare i miei sogni e ad avere qualche allievo a cui insegnare quello che so e dal quale apprendere ciò che non so. ” Tratto da : La gioia di vivere – Vittorino Andreoli.

“La compassione è la pietra più preziosa
tra i vostri desideri.
Realizza tutte le speranze,
le vostre e quelle degli altri”    – Bettina Lemke

Dimostratene un po’  verso di me, nel caso doveste leggere qui sopra le parole che mi appresto a scrivere. Poichè ho delle scuse per le corbellerie che andrò a scrivere. (e che ho già scritto)  Ora provo una sorta di nostalgia verso il mio passato in generale (anche se non è stato sempre del tutto esente da notizie  o eventi spiacevoli),  e dormo troppe poche ore a notte,  ciò mi rende senz’altro più plausibilmente delirante.

Per distrarmi e tenermi in buona compagnia sto leggendo dei Taccuini di Antoine De Saint-Exupéry. In una breve frase-sentenza afferma:  la divinità si esprime attraverso l’individuo che va contro il gusto medio.”

Io mi sto domandando a quale divinità posso credere, e quale sia il mio gusto in relazione agli uomini, al mondo, alla cultura.

 

 

Vedere o sperimentare?

Ci sono cose che ci rendono tristi quando le incontriamo, non appena il verbo vedere ci consente di apprenderne l’esistenza. Ovvero, noi camminiamo per la nostra strada  e ad un certo punto ce le ritroviamo di fronte, la loro visione ci angustia, penso ad un animale(piccione, gatto) morto sul ciglio di una strada dove automobili passano abitualmente ad alta velocità, ad una persona anziana che cadendo per terra rovinosamente si ferisce, e devono essere chiamati i soccorsi. (l’ambulanza) Oppure quello che mi è accaduto di vedere, una volta, per la prima e unica volta devo dire fortunatamente: un uomo ammanettato, mi trovavo all’interno di un tribunale, ero una bambina, e questa immagine mi è subito rimasta impressa.  Forse in quel momento avrò chiesto a mia mamma che era nello stesso posto con me, in un tribunale, perchè quell’uomo era legato in quel modo, e lei deve avermi risposto: che era risultato colpevole di qualcosa e non volevano farlo fuggire.

E così mi domando a quante cose anche oggi  che mi angustiano ancora e tuttora, vuoi perché le ho viste o magari perché le ho constatate, immaginate, altre invece purtroppo perché le ho vissute in prima persona, sono memorizzate nella mia mente. Dovrei fare un elenco? Qui di seguito?

Angoscia numero uno,  quella più recente e di importanza rilevante al contempo:

Originata per quello che è accaduto nel periodo di diffusione del Covid19, ricordo lo smarrimento e la paura nel periodo della chiusura forzata (lockdown), il non sapere che cosa ci aspettasse, il sentirsi vittime e in balia di uno Stato diventato improvvisamente liberticida, il vuoto nei luoghi una volta gremiti normalmente dalle persone, le mascherine sul viso, la paura per un Virus sconosciuto sul quale non c’è mai stato detto il vero, da dove è venuto? E il perché c’era?   (La sottile paura è che si sia trattato di un atto voluto, per intimidire o soggiogare gli individui di tutti gli Stati nel mondo. Lo so, lo so…questa congettura è troppo crudele e irreale, da sembrare  quasi derivata da una mente  paranoica, giusto? Ah ah ah. Magari hanno voluto soltanto “fatturare” con i vaccini seguenti..)

Angoscia numero due: ovvero quando ti rendi conto, che il bene e la vicinanza delle persone alle quali sei affezionata è sempre in bilico, non è mai una certezza. Amici, amanti, parenti, e conoscenti cordiali, amichevoli, possono voltar strada, abbandonare il vostro legame d’amicizia o di solidarietà umana, per qualsiasi tipo di ragione, anche se non è seria, anche se non se ne trova una vera e propria. Così. I rapporti collaborativi o d’amicizia o d’amore finiscono, niente è certezza. Ma per me equivale a voler dire quindi che non c’è grande profondità nell’universo dell’animo umano. Bisogna adeguarsi? (e non diventare ossessivi…una forma di stalker blanda: che si domanda dove avrò sbagliato con Caio e Tizio?) No, non hai sbagliato: si è conclusa l’amicizia, o la storia d’amore. E’ la vita. Inizia di nuovo, e cerca di non perdere la fiducia nel tuo prossimo e nell’esistenza.

Solo un blog, un libro, un quadro sono per sempre, almeno finchè non si perdono o non si danneggiano.

Un’altra angoscia:  la fame dell’immortalità, abbiamo bisogno dell’inesauribile? Abbiamo bisogno del per sempre?

Successiva angoscia: la furbizia conta di più, in questo nostro mondo, che l’intelligenza.   (Okay io forse ne ho in quantità scarse di entrambe, ma la prima non mi piace molto)

degassssssss