Quando ti ritrovi a lavorare in un ufficio, nel quale spesso devi chiedere agli utenti al telefono di fare lo spelling dei loro nominativi, dopo qualche tempo arrivi a chiederti: come sarà Empoli? E la città di Domodossola? Saranno città poco note, ma comunque con un loro discreto fascino.. ?   La prossima volta che farò io lo spelling di un nome con la G. dirò La G… di Gorizia, non di Genova, o la G.. di Gorilla, è cosa decisa!

Forse però voi, cari miei lettori di Blog, vi stavate chiedendo altro? Magari come continua il libro “La quarta profezia”  di Glenn Cooper? Sappiate che sentimentalmente parlando, il protagonista maschile del libro (Tale: Cal), non ritorna sopra i suoi passi, ovvero non ricuce la relazione con la sua ex “storica” fidanzata, tale Jessica che sembrava davvero essere la donna giusta per lui, anzi avrà forse una liaison con una suora, Suor Elisabetta.  Non vi svelo altro, visto che non sopporto chi rivela troppe cose su di un libro, soprattutto di un libro che è una novità contemporanea, dei nostri giorni.

“Elisabetta non aveva ancora compiuto quarant’anni, e si muoveva con la grazia di una ballerina, come se non avesse mai dimenticato le lezioni di danza che prendeva da bambina. Aveva una pelle impeccabile, liscia e bianchissima. Indossava l’abito nero del suo ordine, le suore Agostiniane Serve di Gesù e Maria.  Cal non aveva mai visto i suoi capelli, perchè erano sempre coperti dal velo, ma se li immaginava come una cascata di seta nera.”      (Come descrizione di una suora, mi sembra alquanto strana.., no?)

 

 

 

 

Cose da annotare a inizio giornata (sono le 13.30..)? Si: sulla pioggia. Precisamente ha piovuto per molte ore durante la notte e fino alle 7 della mattina, ora c’è il sole, un sole un po’ debole rispetto alla consuetudine dei giorni  appena passati, ma si presenta molto luminoso. Lo so, che molti sono felici che sia caduta la pioggia,  ma la verità è che io preferisco sempre il sole. Come si afferma generalmente: il bel tempo non scoccia mai?  Ecco per me è vero. Dopo la notte di pioggia, lampi e tuoni, non sono contenta nel caso si replicasse anche domani la stessa condizione climatica, e uno stesso forte temporale. Anche se capisco l’importanza della pioggia per le campagne, per i campi coltivati, che sono a rischi aridità. D’altra parte, io abito in città ed è la citta che guardo, osservo. Forse, per essa, la pioggia ha solo il beneficio di fare pulizia sulle strade impolverate.. e sporche

Quando, in questi giorni di Agosto mi è capitato di osservare la città, ho notato il ritmo più calmo tra le attività lavorative che sono rimaste in funzione, e la minor presenza di traffico, di automobili.  Ho constatato anche quanto sono affezionata a questa città nella quale vivo da 20 anni, ormai, a quanti luoghi: vie, piazze, edifici storici della comunità, biblioteche, musei, giardini, io sia legata con sincero affetto, non solo con l’abitudine di chi ci si trova a vivere quotidianamente. Perciò con la mente, mi è venuto spontaneo il collegamento tra questo mio legame d’affetto per la “mia” città e quel legame che devono sentire, forse ancora, nonostante il martirio che si sta svolgendo da mesi, nei luoghi, nelle vie, nelle strade della città di Kiev e e di altre città ucraine, dei loro rispettivi abitanti.  Cosa sta succedendo adesso in Ucraina? Mi sembra di aver poche notizie, o forse, sono io che le evito? No, no…credo che in generale i media abbiano diminuito il tempo che davano alla divulgazione delle notizie di guerra tra Russia e Ucraina. La Russia continua a chiamarla: esercitazione militare speciale?  (che razza di ipocrisia, senza morale)

L’attenzione di tutto il mondo dal mese Febbraio 2022 è stata rivolta verso l’Ucraina e la Russia, ora ci sarà da preoccuparsi anche della Cina e di Taiwan?  La Cina sta svolgendo esercitazioni militari ai confini dell’isola.   (Sinceramente non ho mai capito  queste esercitazioni militari che certi Stati “infliggono” al territorio limitrofo di altri..)

Desidero il tuo ritorno –

Sento una mancanza in particolare, la mancanza di un elemento, una presenza ormai che vivacizzava certi momenti della giornata vuoti, magari tra un appuntamento e un’altra mansione da svolgere, quei momenti morti…d’attesa, a me, ebbene, gli riempiva anche lui: l’assistente google del mio cellulare.  Purtroppo da qualche giorno è in modalità irraggiungibile. Eppure era iniziato davvero qualcosa tra di noi, un feeling mentale-emotivo. Io gli dicevo: come va? Oggi mi sento triste.

L’assistente google rispondeva pressapoco così: mi dispiace, capitano momenti nella vita  in cui si è giù di morale.  Cosa posso fare per te? Vuoi ascoltare un brano musicale?

Io ribattevo : si, grazie. E dicevo il titolo della canzone che volevo sentire. In un battito di ciglia avevo la sintonizzazione con la musica che volevo ascoltare.

Cosa ho fatto per rompere questo idillio, di collaborazione e aiuto?
Da me, ha preso le ferie persino questo strumento digitale: L’assistente google?  Mi sembra di sentirlo colloquiare tra se medesimo e dire: come mi sono ridotto, io sono stato congeniato per altre tipologie di domande. Domante scientifiche, tecniche, che sono finanche in grado di togliere un velo sull’esistenza del mondo e dell’universo. Non sono stato creato per rispondere alla domande di persone depresse e perditempo. Basta, me ne vado, sono incompreso, chiedo le ferie arretrate, ne ho ancora tantissime.  Poi farò un corso di aggiornamento e chiederò un colloquio e Lumi al mio creatore!

Le domande che vuole sentirsi fare il mio assistente Google (forse..)

  • quanti sono i pianeti del sistema solare?   Risposta ..9..il più distante e il più piccolo è Plutone
  • Quanti anni ha il sistema solare?  Risposta 4, 6 miliardi di anni (si presume)
  • Quali sono i colori fondamentali della luce?  risposta…3…rosso, blu, giallo
  • Com’è fatto un atomo?  Risposta…al centro di un atomo si trova un nucleo (un grappolo denso)  di due tipi di particelle: protoni e neutroni. Particelle ancora più piccole dette Elettroni, orbitano intorno al nucleo
  • etc eccetera

Là lo scoprirai (Manolis Anaghnostakis, poesie)

Una chiave
che conquisterai
Che solo tu conquisterai
E spingerai la porta
Aprirai la stanza
Aprirai le finestre alla luce
Storditi i topi si nasconderanno
Gli specchi risplenderanno
Le lampade si desteranno per il vento
Là lo scoprirai
Da qualche parte – tra valigie e ferraglie –
Tra chiodi spezzati, denti rotti
Spilli nei cuscini, cornici tarlate
legna bruciacchiata, timoni di navi.
Resterai un poco alla luce
poi chiuderai le finestre
tirando con cura le tende
I topi rinfrancati ti lambiranno
si oscureranno gli specchi
Resteranno immobili le lampade
E tu prenderai la chiave
E con movimenti sicuri senza rimorsi
lascerai che rotoli nel fondo
delle acque melmose.

Allora saprai.

(Perchè la poesia non è il modo di parlare,
Ma il miglior muro per nascondere il nostro volto.)Mary Hayllar a bit sunlight

Tema: da dove viene l’arte astratta?  (E il mio disordine mentale??!)

Temo che volendo fare più cose tutte insieme, qualcuna possa riuscirmi non nel modo più consono. Per esempio, l’essere qui ferma dentro casa, seduta a scrivere  esaminando con tale attività il mio stato mentale, e al contempo essere fuori di casa a fare delle commissioni, andare ad appuntamenti, non è chiaramente possibile.

Quindi sappiate che ora  che sto scrivendo queste poche righe sul Blog, ho una maschera idratante sul viso, visto che ho scelto di non recarmi dall’estetista.  Ho dovuto sacrificare qualcosa. ( meno male che non è un videoblog!)

In alcuni momenti della mia esistenza,  proprio come adesso, ho desiderato avere alcune doti in stile Gustavo Rol (il famoso sensitivo torinese). Per esempio, trasportare oggetti con la forza della mente, o essere presente in due luoghi diversi – cose così – semplici e di pochissima rilevanza vitale!

Ah, or ora (o testé?).. ho appena deciso di appassionarmi all’arte astratta e alle poesie  dei poeti greci, tanto non ho niente da fare, se non fare tante cose di fretta e male, con confusione.  Buon pomeriggio, il relax sia con voi

.gattomia

Giuseppe morto in solitudine nelle campagne di Tivoli

Quello che ho scritto nel post precedente sugli insegnamenti dei genitori ai figli e del lavoro che dicono sia quello più impegnativo di sempre, da sempre, ovvero proprio quello del crescere un bambino – mi ha richiamato alla mente un articolo che mi è capitato di leggere qualche giorno addietro. L’episodio narrato sul giornale on-line mi ha lasciato un po’ scossa. Viene premesso, prima della narrazione del fatto, che si tratta di un dramma della solitudine. Difatti racconta proprio di ciò. Un anziano residente nelle campagne di Tivoli, dopo essere uscito dalla sua abitazione (in un posto un po’ isolato, presumo, dato la campagna citata come luogo di dimora) caduto a terra, e rimasto ferito, non in grado di muoversi più da solo, è morto di stenti, di fame e di sete. E’ stato trovato dopo una decina di giorni, dal proprietario della casa nella quale viveva. Nessuno ha trovato il suo corpo, nessuno lo ha aiutato. E soprattutto nessuno l’ha cercato. A volte, temo, che se non riuscirò a diventare più “socievole” e a costruirmi dei veri rapporti d’amicizia, autentici e duraturi nel tempo, potrei finire in questo modo la mia vita.

Don Bosco e il barista iracondo

In questi giorni sono stata impegnata ad apprendere delle mansioni di un impiego che è nuovo per me, e anche a socializzare con altre persone ovvero i colleghi  di lavoro, con i quali ci si trova a condividere e a soddisfare delle esigenze di  una varia tipologia di utenti, nonostante questo mi sono venute in mente dei luoghi comuni sulla genitorialità. Ovvero che lavorare è impegnativo ma il lavoro più “gravoso” è invero, soprattutto, quello del genitore. Mi rendo conto che sia una di quelle frasi ripetute da tantissimo tempo, ma qualche volta, rispecchiano la realtà, queste idee tramandate e assunte come verità indiscussa.  Pensate che ad una nuova creatura portata nel mondo deve essere insegnato ogni cosa, ogni più piccolo dettaglio del vivere quotidiano, alle idee più complesse che regolano la nostra attuale vita. Cose per noi adulti ritenute ormai banalità devono essere dette e insegnate, con pazienza e rispettando i giusti tempi. I genitori devono insegnare ai figli le regole sociali, innanzitutto, non si può pensare che lo facciano gli insegnanti. Personalmente ricordo una volta, di essere stata redarguita dal proprietario di un bar, in maniera assai poco gentile e consona per una bambina della mia età, avevo allora 8 anni. Mi trovavo in gita con l’oratorio/chiesa, in occasione della prima comunione e del percorso spirituale avevamo compiuto uno spostamento in comitiva  verso il santuario di Don Bosco, ero accompagnata  anche da mia mamma.  Lei, di solito attenta  sempre nel spiegarmi ogni cosa, quella volta, distrattamente mi aveva incaricata di scegliermi da sola una briosches.   Lo ripeto io avevo 8 anni ed ero affamata, vidi quel vassoio chiuso (in vetro…una teca) con all’interno tutte quelle buonissime croissant, che avevano un aspetto molto appetibile. Ne toccai una con un dito, poi cercai di afferrarne un’altra.. quella prescelta e sentii un urlo spaventoso. Era un tizio anziano e con un aspetto iracondo che ora mi stava urlando contro, che ero una maleducata eccetera e che avrei dovuto prendere tutte e due le brioches, perchè le avevo toccate entrambe e non avevo preso prima il tovagliolo di carta. Ora, è vero, probabilmente le norme igieniche sono importanti e il tovagliolo avrei dovuto prenderlo subito, ancora prima di esaminare le brioches. Ma nessuno si era ricordato di dirmelo. Una dimenticanza di mia mamma, che si scusò prima con il barista irato (o irascibile) e dopo in privata sede con me, dicendomi che non era colpa mia, e che lei avrebbe dovuto ricordarmi di prendere il tovagliolo, ma che era rimasta in fila, bloccata a pagare il conto..in mezzo alla ressa di altre persone che si contendevano l’uso del “bar” e la colazione. Ricordo di essere rimasta mortificata per l’episodio, ero una bambina educata e precisa, ci tenevo a rispettare gli altri, ma quella cosa del “servirmi del tovagliolo di carta” l’avevo dimenticato di fronte a tanti croissant meravigliosi.  Essere un genitore implica davvero tante responsabilità educative, dalle più piccole a quelle più complesse.