Il destino – il mio carattere – e le varie incombenze dell’esistenza ( o il tedio del ciclo ripetitivo)

Forse ci sono cose che non sono riuscita ancora ad accettare, come il fatto che nonostante io possa programmare un mio percorso personale di vita, un’entità misteriosa chiamata perlopiù da ognuno di noi, destino, viene implacabilmente a incidere su qualcosa che riguarda me e le mie iniziative, (con piccole ingerenze, oppure di portata più incisiva)  le mie decisioni. Che sia un destino che tocca globalmente, molte persone, di una data categoria, o di un dato stato, oppure in modo più specifico ed individuale, comunque non ha importanza, c’è sempre da lottare, da lottarci contro, se si vuole, se si ha la forza, oppure la convinzione che possa incidere, alcuni sono incerti, e si ritrovano demoralizzati davanti alle diverse prove e traversie dell’esistenza- Combattere o lasciarsi trasportare…travolgere?

Altra cosa che non sono riuscita ancora ad approvare e a sostenere, sono cose personali, caratteristiche mie, note del mio carattere, non sopporto di questo, il mio essere pigra, il mio egocentrismo talvolta (non sono sempre qui a scrivere di me.. spesso?! questo avvalora ciò che ho appena annotato), e come ultima annotazione …l’essere talvolta un po’ permalosa – mi altero e mi accaloro, non riesco ad avere un atteggiamento imperturbabile e sereno.

L’ultima delle varie circostanze, o fatti, che iniziano a pesarmi, sono gli atti ripetitivi dell’esistenza quotidiana: ovvero il ritrovarmi sempre, con cadenza puntuale davanti all’entrata del supermercato,  dentro all’ufficio postale per pagare le bollette, fare la fila per la farmacia, il dover sovente fare delle scelte che sembrano essere delle piccolezze,…tediose…!  Cosa posso mangiare oggi? Devo scegliere o provare un nuovo piatto? Quali ingredienti devo comprare per comporre questa pietanza? Devo acquistare un nuovo bagnoschiuma più delicato per la mia pelle?  Devo provare un nuovo tipo di profumo?

Oddio…mi devo ricordare di ricaricare il cellulare… e persino di ricaricare la batteria del computer!

Quante cose!

Ora vado, scappo dalla tastiera e dal video del computer, una vasca piena d’acqua mi aspetta.. devo provare un nuovo tipo di bagnoschiuma, che ho deciso di comperare e di utilizzare: che decisioni difficili e critiche…quelle di ogni giorno. Piccolezza dopo piccolezza.. compongono la nostra vita, in fondo.

 

 

 

 

” Non ricordava quando avesse incominciato a parlar forte da solo. In passato quand’era solo cantava, e a volte cantava la notte quando era solo al timone nel suo turno sulle barche da tartaruga o sui barconi a vela da pesca.
Probabilmente aveva incominciato a parlar forte da solo quando il ragazzo lo aveva lasciato. Ma non ricordava.
Quando pescavano insieme, lui e il ragazzo, di solito parlavano soltanto quand’era necessario. Parlavano di notte o quando erano bloccati dalle burrasche. Era considerata una virtù non parlare se non in caso di necessità, sul mare, e il vecchio l’aveva considerata tale e l’aveva rispettata. Ma ora diceva spesso ad alta voce i suoi pensieri poichè non vi era nessuno che potesse esserne disturbato.
-Se gli altri mi sentissero parlare forte penserebbero che sono matto – disse ad alta voce. Ma poichè non sono matto, non me ne importa niente.”

Tratto da “Il vecchio e il mare” E. Hemingway

ologramma

Un ologramma intelligente (per svegliarmi ogni mattina?)

Cercando di comprendere il motivo che mi porta a fare dei sogni di notte, che nella mattina seguente ricordo con dovizia di particolari o che mi hanno proprio inquietato durante le ore di sonno, posso ritenere responsabili i seguenti elementi: la mia camera da letto, non rispetta le regole tradizionali del Feng Shui?  Per esempio il mio letto (ad una piazza e mezzo) si trova di fronte direttamente alla porta d’ingresso della stanza, e non è corretto..blocca le energie! Altri imputati invece, possono essere considerati alcune condizioni che permangono, che mi sono venuti a noia, il mio ritrovarmi con caratteristiche personali che non sopporto più di me, come l’essere permalosa, (cosa che mi fa dubitare alquanto della mia intelligenza…) L’essere pigra, a volte, vorrei avere un ologramma vicino a me, per aiutarmi a svegliarmi al mattino, un’immagine virtuale al posto della sveglia, che mi comparisse di fronte, elencandomi le cose che dovrei  fare durante la giornata, e che mi esortasse al contempo ad non essere tanto lenta e indolente..mentre mi vesto o mi applico il maquillage. Anzi, a pensarci bene, vorrei un ologramma che fosse in grado di istruirmi sulle cose che vorrei  conoscere – un Ologramma per esempio che ora mi  spiegasse la vita di Cesare Pavese, e magari le sue opere principali, oppure che mi fornisse una lezione di filosofia, di architettura .. Si,  sono proprio pigra…non ho nemmeno la voglia di andare a sfogliare i libri sui quali troverei le risposte!   Oppure vorrei soltanto ottimizzare i tempi della giornata. La verità è che nel tram -tram delle tante mansioni quotidiane e pratiche che devo svolgere per me stessa, non riesco a trovare il tempo per soddisfare sufficientemente il desiderio della mia mente… di sapere di più, di istruirmi su cose che  presumo troverei interessanti se solo potessi approfondirle..ma   Il tempo è limitato, come le mie energie.

I miei sogni angoscianti da addormentata mi vogliono dire che trascorro male le mie giornate da sveglia?

 

(Padrona del mio destino…?)

Non riesco a darmi una spiegazione esaudiente, su un sogno
che il mio subconscio ha messo in scena di recente, l’unica plausibile è una angoscia, una paura che nutro per l’avvenire
di fronte a me. Mi sono svegliata con il cuore che aveva battiti impazziti alle quattro di notte
dopo essermi osservata, nel sogno, dentro ad un’automobile in corsa, con un conducente che non ero io, bensì era uno sconosciuto. Dapprima ero salita, consapevolmente, in questa automobile chiara ed accogliente, la luce era visibile nella vettura, finchè procedendo con una velocità aumentata, l’interno di questa era diventato scuro, anche fuori era buio. Sentivo solo la macchina che si muoveva salendo sulla strada, e nell’oscurità sentivo la mia voce che chiedeva, ad un tratto, al conducente: perchè è così buio? Perchè non si vede più niente? Perchè?
E mi sono svegliata. Per me questa visione onirica esprime tutta la mia preoccupazione sul futuro:
un conducente che prima è ben visibile con tratti definiti e rassicuranti, poi diventa scuro e sembra svanire…non esserci più.
Tant’è che non può nemmeno rispondere alla mie domande immediate e dirette.

C’era un conducente, prima che svanisse.

Chi sta guidando la mia vita? Prima ero io, o almeno lo ero principalmente, adesso è come se sentissi che sono arrivati altri partecipanti, che possono pilotarla..

“Non è che accadono a ciascuno cose secondo un destino, ma le cose accadute ciascuno le interpreta, se ne ha la forza, disponendole secondo un senso – vale a dire, un destino” C. Pavese

“In una fossa come un orso
Ogni mattina io passeggio
Giriamo sempre noi giriamo
Il cielo è blu color catena
Ogni mattina io passeggio

Nella cella accanto alla mia
Scorre l’acqua della fontana
Facendo tintinnare le chiavi
Il carceriere vada e venga
Nella cella accanto alla mia
Scorre l’acqua della fontana”    (Dalle poesie – Libertà come regola – G. Apollinaire)

Il desiderio di abbellire le cose, anche quelle che nella loro sostanza non hanno e non avranno mai delle gradevoli
connotazioni, cambiando il modo nelle quali sono state sempre comunemente chiamate.
Dire, per esempio: casa circondariale al posto di Carcere. Dubito che sarà meno dura una reclusione forzata, in una struttura
chiamata casa…circondariale, piuttosto che dire: il crudo e obsoleto…carcere?
Comunque sia, non è questo il discorso sul quale volevo scrivere, o dilungarmi a riflettere qui sopra, nel blog.
Quello di cui intendo lasciare una traccia scritta, è di un episodio, un incontro che mi ha sfiorato,
ovvero che mi ha coinvolto in modo non del tutto diretto. Una signora, dopo aver colloquiato, in mia presenza, seppur involontaria
(nel senso che mi trovavo fuori da un negozio ad aspettare il mio turno, per entrare, vicino a lei),
mi ha voluto spiegare la vita un po’ travagliata
di un uomo, un signore – che a Napoli suppongo verrebbe chiamato o detto: un femminiello.
La signora che mi ha voluto raccontare un po’ la vita di questo suo conoscente, mi ha spiegato che lei in passato
lavorava nella realtà di una casa circondariale e che conosceva per questo il signore che l’aveva fermata in mezzo
alla via per parlare, con una tonalità di voce di certo un po’ accesa. Però.. Non devi averne paura – della sua eccentricità… credo che mi abbia
detto all’incirca queste  parole – è una persona innocua, gentile. Poi ha continuato nel sua conversazione, spiegandomi
che lo aveva conosciuto mediante il suo lavoro nella realtà delle case circondariali, delle carceri.
Spero, cari lettori, di non avervi annoiato, perchè il mio scopo non era quello, bensì era lo stesso suppongo della signora
impiegata nel settore carcerario (o delle case circondariali?), aveva una finalità informativa, mirata a far conoscere ed a non avere timore, di ciò di cui non si è avvezzi ..

(Si, si…vi ho parlato delle carceri, in questo post…)

(Quante volte le ho nominate ..in poche righe..?)  (Troppe, suvvia…)

E non ho nemmeno mai una volta citato quel libertino di Casanova a Venezia!

 

 

 

Aspettare è ancora un’occupazione. E’ non aspettar niente che è terribile” –Il mestiere di vivere- C. Pavese

“La strategia amorosa si sa adoperare soltanto quando non si è innamorati”  (Pavese)

“-Perchè pensi sempre a te?
– Se non ci penso io, chi ci pensa?”  (Il mestiere di vivere. C. Pavese)

 

 

 

 

 

La coltura è delle piante..

La cultura è per le persone

La voltura per le costruzioni, gli edifici

Ma il legame è.. Altura!

(in vena di giochi di parole.. ed enigmi.. con il libro la “Mascella di Caino” in lettura..)