Ho riflettuto sopra taluni miei “concetti” o “immagini” che mi accompagnano da qualche giorno, sul perchè esistano, perchè si trovano nella mia mente, e sono quelli di: noia..il primo, e l’elefante il secondo.

Ora per l’immagine dell’elefante, a meno che non si voglia proporre come possibile mio animale totem, può essere spiegato come presenza nei meandri dei miei pensieri da semplici conseguenze quotidiane. Appena entro nel mio appartamento trovo e guardo appeso alla parete di un corridoio un quadretto con l’immagine di un elefante indiano, bardato in modo variopinto. Quando entro nel mio ufficio spesso colgo l’immagine di vecchi depliant turistici rimasti in eccedenza che parlano di Annibale e degli eventi storici ad esso collegato (con il suo mitico elefante Surus)!  Mi sono regalata un paio di piccoli orecchini bianchi a forma di elefante, che ogni tanto indosso.  Quindi la mia anima, attraverso gli occhi, si trova sovente di fronte a rappresentazioni di questo maestoso animale, e lo trasporta nei sogni -come riesce meglio,  ossia in Africa, con gli indigeni animisti degli Azande?   Che vogliono scrutare l’orizzonte..?

Per quanto riguardo invece la “noia”.. ritengo di averla provata ultimamente e di essermi sentita quasi subito in colpa, in questa realtà attuale in cui vivo,  dove tutto deve essere dinamicità, e concretezza, dove servono fatti, azioni e non aleatorie fantasie, o speranze, supposizioni.  Mi sembra di perdere del tempo, insieme alla mia “noia”. Potrei fare, invece di annoiarmi. Probabilmente la noia serve anche per pensare….a cosa progettare  e.. pianificare.

 

ultima modifica: 2023-02-19T12:21:27+01:00da Arianna1921

3 pensieri riguardo “”

  1. ciao, credo che tale stato d’animo sia condivisibile, un senso di inerzia mentale e di sensi, con alterntanze sinusoidali con picchi positivi-negativi, credo che mi comprendi, alla fine un battito ci scuote, come scrivere un nuovo post…o altro, bacioni

  2. L’anima ha bisogno di qualcosa che la riempia, almeno in parte. Può bastare, al riguardo, un qualcosa in apparenza poco significativo per allontanare la noia. Il filosofo Russell, nel suo libro “La conquista della felicità”, riferisce di un uomo che dalla vita non poteva aspettarsi più nulla a causa delle sue condizioni fisiche, ma reso felice dalla sua cospicua collezione di conchiglie.
    Un qualcosa di raggiungibile che tocchi l’anima, anche di modesto, può bilanciare una giornata a cui non basta il dinamismo delle attività che si svolgono per sfuggire alla noia.
    In quanto all’elefante, lo considero un segno positivo: sono sicuro di questo, anche se non so motivarlo.
    Ti auguro un sereno inizio di settimana. Giovanni.

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).
I campi obbligatori sono contrassegnati *.