Alcune età mi inducono del timore, all’inizio c’è stata quella di Babilonia,
di Menfi, Tebe, Roma e l’epoca dell’illuminismo, o quella del positivismo.
Invero, uno di quei periodi storici che più dovrebbero contrariare una donna simile alla me odierna,
che legge libri di varia spiritualità e magia , è il periodo medievale, ma a questo per fortuna ne sono scampata, come ai Torquemada che appellavano donne libere di pensiero bruciandole come streghe, venendo al mondo in secoli successivi, diversi.
Quella alla quale non sono riuscita a scampare è l’età..più propriamente detta, quella umana e temporale che conduce inesorabilmente ognuno di noi viventi, alla vecchiaia.
Si, ed è la vecchiaia l’età, il periodo che più mi spaventa. Ora forse di più quella (vecchiaia) delle persone a me care, alle quali
più tengo, alle quali sono legata – ma infine anche alla mia.
Mi chiedo come riuscirò ad accettare i cambiamenti fisici, di tempra, di salute in generale, che questa porta con sè. Notare i segni della fatica fisica che raggiunge più in fretta, dopo una camminata lunga, o una passeggiata,
già mi porta ad immaginare possibili future patologie, che rendono più fermi e statici fisicamente, ma anche meno duttili mentalmente. Tutto ciò mi addolora. Probabilmente dovrei godermi i momenti attuali, senza pensieri su illazioni future. Alla fine cambiamo tutti, diventiamo più stanchi e deboli, non c’è alcun elisir di forza fisica, e vivacità mentali.. eterne.
Per me sarà doloroso constatare le manifestazioni di questa terribile “era” che arriva su chi amo, e su di me.
Al secondo posto delle cose che più mi spaventano, si trova la povertà, l’indigenza. Ma sono tematiche entrambe troppo amare per essere scritte una di seguito all’altra, in questo pomeriggio, mi fermo alla vetustà umana.

La prospettiva, una prospettiva

riccioddi

“La vera pace nasce spontanea quando il tuo spirito si libera da ogni forma di attaccamento, quando capisci  che le cose di questo mondo non possono mai darti  quello che vuoi davvero”  – Theragatha-

Anche le parole sono azioni (o le indirizzano.. le guidano)

Ci sono persone che non riescono proprio a comprenderne altre, nel loro modo di agire, nello stile di vita, nelle scelte..Per esempio a volte non riusciamo a capire certe decisioni in campo sentimentale, di individui belli umanamente o almeno più che decenti nel modo di rapportarsi all’altro ..amato, i quali scelgono come partner chi non ha le loro stesse  caratteristiche, chi non è attento, premuroso o rispettoso ma si palesa come un emerito egoista, interessato principalmente a soddisfare il suo benessere. Questo  sbilanciamento si nota bene al di fuori del rapporto di coppia, ma viene visto, ritengo, anche da chi vive il rapporto stesso. Io personalmente non comprendo chi ama i mesi invernali, o chi ama praticare sport come lo sci,  rabbrividisco al solo pensiero, sto aspettando la primavera e l’estate con trepidazione.  Non capisco chi non è curioso di addentrarsi in varie letture di diversi libri, la “fame” di conoscenza e  di conseguenza di lettura dovrebbe essere un elemento comune al genere umano sapiens.  C’è invece chi sovente vede la lettura di libri come un lusso..di tempo impossibile da trovare, a volte viene anche detto, esplicitato con un certo senso di disprezzo per la vita più contemplativa, a scapito di quella attiva. Questi individui odiano l’ozio, e considerano il restare fermi dentro la propria dimora in solitudine come un gesto ..quasi impossibile, per loro, che sono persone così estroverse! Hanno bisogno del contatto umano,  e le conoscenze di cui necessitano le conseguono sul campo: insomma la lettura è cosa che hanno già affrontato alle scuole superiori o all’università e la pensano principalmente conclusa lì.  Ma come sono polemica vero, oggi? Così mi trovo ad essere e mi sento.. tale. Ma nel prosieguo di questa riflessione scritta, sarò polemica anche nei confronti di certe mie scelte, non del tutto giuste, e azzeccate. Vi posso riferire di quando sono stata troppo ardita nel voler compiere delle letture che, alla fine, potevano infastidire la mia psiche. Sono una persona curiosa intellettualmente e vorrei leggere diverse tipologie di volumi. Mi è accaduto in un periodo di tempo, ormai abbastanza lontano, ovvero quando avevo 18/20 anni (ora ne ho 40), di voler avere nella mia libreria diversi libri sulla specifica corrente della Spiritualità o della new age :  ho acquistato infatti libri di Annie Besant,  Carlos Castaneda, Robert Graves (La dea bianca), La profezia di celestino,  libri di Rudolf Steiner e di James Hillman, oppure libri di varie tipologie di filosofie (non solo quelle canoniche che si studiano al liceo), e nel mio peregrinare e optare per le letture più disparate, ordinai una volta, direttamente a casa – via corriere express (non c’era Amazon in Italia ancora) tramite siti internet (forse era il giardino dei libri?) un libro di magia antico, tale: chiave di Salomone o clavicola di Salomone, non rendendomi conto fino al suo arrivo a casa che conteneva all’interno non solo i disegni di pentacoli antichi, ma anche formule di evocazione per demoni e morti.  Mi ricordo che mi sembrò così lontano da me, dal mio modo d’essere, specialmente mi inorridiva l’idea di voler  “disturbare” delle gerarchie ultraterrene o il sonno eterno dei defunti per avere ragguagli sul mio probabile futuro. Anche se ne sono certa,  che non avrebbe dato alcun esito (sperato) nessuna delle formule che avessi deciso di pronunciare…per vedere meglio una situazione o cose simili. Non mi sembrò giusto, oppure opportuno come linea di pensiero. Perciò dopo una notte trascorsa quasi insonne decisi di sbarazzarmi del libro comprato (si, lo so , è stata un’altra stupidaggine, come l’averlo acquistato), lo buttai dentro la spazzatura, tra l’altro quelle generica, perchè non c’era ancora la raccolta differenziata. Quindi un’amara sorte per un libro, che comunque meritava un rispetto dovuto alla tradizione antica e allo sforzo intellettuale di chi lo aveva ideato. Ho dimostrato di essere suggestionabile o radicale?

“Tutto quello che siamo è il risultato dei nostri pensieri, si basa sui nostri pensieri e dai nostri pensieri ha avuto origine. Con i nostri pensieri creiamo il mondo.”       (Dhammapada)

Ciò che non è – e ciò che sono io (…una donna ansiosa!)

Questo non è un diario, e perciò non posso affermare di trascrivere qui sopra le mie riflessioni personali come
se lo fosse, perchè sono ben consapevole che non lo sia, nonostante ciò, qualche volta riesco a considerarlo un qualcosa di simile, e di conseguenza anche a scrivere qua sopra qualcosa di vero sulla mia vita quotidiana.
Se fosse un vero e proprio diario, non lo leggerebbe nessuno a parte me, e io andrei a briglia sciolta, nell’esternare eventi, fatti
ed sensazioni sulla cose che mi accadono, sulle persone che incontro etc eccetera
Invece per narrare il mio tram-tram vitale, devo sempre utilizzare un filtro, per non essere facilmente riconoscibile da qualcuno che magari
potrebbe trovarsi di fronte a queste mie poche righe scritte periodicamente, e intuire la mia identità.
Inoltre devo anche porre attenzione a non urtare la sensibilità di qualche lettore del blog, che potrebbe vedere nelle mie idee espresse qualcosa di non etico, o di ingiusto per i suoi canoni, per le sue linee di pensiero..
Non è facile insomma essere autentici in un universo on-line, anzi, direi che è abbastanza arduo, talvolta bisogna non esplicitare del tutto le proprie riflessioni in relazione ad episodi accaduti nel mondo, per non innescare polemiche, altre volte
invece mi capita, banalmente, di non voler esternare, non voler trasportare qui sopra delle paranoie mie, o delle lamentele, delle paure, per non annoiare o per essere considerata una donna ansiosa, fragile ..
Per questo credo che pagherò una seduta a settimana ad uno specialista della mente (psicologo) per essere vera, per essere me stessa, almeno un’ora a settimana, e dichiarare a quel povero individuo seduto vicino a me, le mie angosce, le mie fragilità, senza volerlo conquistare, ammaliare…o divertire come farei di fronte ad una persona potenzialmente amica o già amica. Ovvero non dovrò cercare di mostrare solo una parte di me, quella più allegra
e con problemi lievi tutt’al più ,o lievi preoccupazioni, per non far fuggire via un’amicizia sul nascere o da consolidare nel tempo.. lungo.