Saggezza da calendario (ne attingo un po’, dove la ritengo  presente, dato che me ne serve sempre )

“Mai sostituire: l’amore con l’attrazione, l’amicizia con una simpatia, la doccia con un deodorante”

Questa notte ho pianto su una tomba, nonostante non fosse reale, dato che mi trovavo in una rappresentazione onirica, il sogno sembrava quasi del tutto reale. Non so da dove sia venuto questo sogno, giacchè mi è apparso strano sia nella sua immediata manifestazione, che dopo, ripensandoci.
Ero di fronte alla lapide di una bambina, nata morta. Una neonata prematura, che dopo sei mesi di gestazione
e l’incubatrice fuori dalla pancia materna (che nel sogno era la mia) non era riuscita a sopravvivere.
Nella lapide c’era inciso il suo nome: Rosamunda. Lì, di fronte a quel sepolcro io mi sentivo in colpa e piangevo la morte della piccola della quale non avevo saputo prendermi cura e tutelare abbastanza durante la gravidanza.
Era nata prematura e ovviamente sottopeso. Nel sogno sapevo chi era il padre, ricevevo una sua telefonata in cui alla notizia dove lo informavo del mio stato particolare,
rispondeva ironicamente dicendo: …sei incinta? Allora vorrà dire che ci sposeremo.
Dopo ciò non l’avevo più sentito, non si era fatto vivo, e io ero finita in uno stato simile alla depressione, ovvero non mi prendevo cura di me, e perciò la gravidanza era finita in quel modo.
La stranezza è che io e l’uomo di questa telefonata ci conosciamo sul serio, nella realtà fra e me e lui anni fa c’è stato un qualcosa…che poi non è diventato un serio legame, ma che è finito in fretta.
Probabilmente la colpa è stata di entrambi. Comunque l’ho sempre ritenuto un uomo interessante, anche adesso che l’ho rivisto per caso, poco tempo fa. Abbiamo rapporti formali ma amichevoli. Meglio così. Non inoltriamoci in cose passate. L’ho appena fatto, forse?  No…non io, la mia psiche addormentata!

Grazz                  ” Una parola sulle fonti di ispirazione, dato che nessuno studio sembra sia completo senza un accenno ad esse. Ho apprezzato il messaggio essenziale di Whitman :

Lasciare l’anima libera a se stessa, consegnare il proprio fato a lei e agli intrecci della strada aperta”  Che è la dottrina più coraggiosa che l’uomo abbia proposto a se stesso.

“Dicevo: sono innamorato dell’amicizia.”

” Ho fatto molte sciocchezze in vita mia, ma mai delle cattiverie”

” Lodiamo le persone in proporzione alla stima ch’esse hanno per noi.”

“Il mondo è pieno di persone simili a Giano del mito, che veniva rappresentato con due facce”

“Sono convinto che gli angeli non disprezzino tanto gli uomini quanto questi ultimi si disprezzano a vicenda”

“Cerchiamo di adattarci a questa vita, a cui non spetta di adattarsi a noi. Cerchiamo di non essere troppo vuoti, né troppo pieni.”

“Dicevo: Non stimo gli uomini perchè non hanno difetti, ma perchè hanno corretto i difetti che avevano”

Montesquieu – Pensieri

 

“Ho sempre visto che, per riuscire al meglio nel mondo, bisogna avere un’aria stupida, ma essere saggi.”  Montesquieu – Pensieri

(Ho avuto un’idea. Funzionerà?)

Coincidenze strane

Il libro di cui ho già riportato nel blog (qui sotto), un paio di frasi, ovvero quelle a me più gradite, la sua lettura è stata il frutto di un acquisto, dovuto ad una curiosità improvvisa e anche al più mero caso. Difatti, prima di comparirmi di fronte agli occhi, in una libreria, il titolo del libro: La storia di una matrimonio” di Greer, avevo guardato in televisione un film con Renato Pozzetto e Stefania Sandrelli il quale raccontava la storia del loro amore e del loro lungo matrimonio: Lei mi parla ancora.  Credo che non avrei mai preso in considerazione quel libro, se la sera prima non avessi visto e apprezzato questo film di Pupi Avati.   Esistono le strane coincidenze. Una in fila all’altra.

” E tu, mi amavi? Era difficile non chiederselo in quelle notti, dopo la visita di Buzz Drumer. Qualche genere di amore lo provavi, immagino: l’amore che il leone sente per il domatore, o una moneta per la tasca.  Ma non l’amore che avevo sperato”

“Allora vedevo il matrimonio come la doccia di un albergo: l’acqua scende alla temperatura giusta, ma poi dall’altra parte del muro qualcuno apre il rubinetto e ti trafigge l’acqua gelata, allora la regoli e senti uno strillo di dolore, e così via finché non si raggiunge un tiepido compromesso.”

-La storia di un matrimonio- Andrew S. Greer

 

In questi giorni (o mesi?) si scrive e si tratta spesso il tema del potere/potenzialità della tecnologia, dell’intelligenza artificiale, in modo ampio , con varie argomentazioni e applicazioni d’uso, a scopo migliorativo della nostra vita quotidiana. Ma questo in fondo già non succede? Quanto si vuole utilizzare questa “intelligenza” artificiale? Svolgere discussioni con un apparecchio elettronico, non mi sembra tanto utile, ma è solo l’opinione mia, di una donna che  investe del suo tempo a leggere anche romanzi, ancora all’età di quarant’anni. Non di una  qualunque persona laureata in ingegneria, o in scienze politiche, medicina etc. Non di una persona colta ed esperta in materia.  Però vi voglio fare una confessione, qualche settimana fa, mi sono un po’ allarmata per il “comportamento” del mio cellulare.
Ovvero ( e mi viene da sorridere, perchè ho utilizzato il termine -comportamento- per il mio cellulare, qui.. per me.. si tratta di Animismo? o di tecnologia?) esso, il cellulare, ha risposto ad una frase che ho proferito io,  poichè eravamo soli, non c’era nessun altro eccetto la mia persona medesima in casa. Ho pronunciato il solo vocabolo: Ciao, ad una me..un po’ addormentata di fronte allo specchio del corridoio appena sveglia, e ho sentito la “voce” artificiale del cellulare dire: a presto. Era proprio la voce, del “mio” assistente Google? ad interagire con me. D’impulso ho afferrato lo smartphone  (appoggiato sopra un mobile) e l’ho riposto in un cassetto, poi subito chiuso.  Prima di voler iniziare a chiacchierare con me, voleva probabilmente che mi svegliassi del tutto, per davvero.  In effetti, dopo essermi detta un Ciao…un po’ incolore e monocorde, davanti allo specchio, ho continuato a dirmi, parlando con il mio riflesso:

“Sconosciuta..persona, ci riesci stamattina a darti un aspetto appena guardabile? Dai, rimettiti in forza, massaggiati il viso e inizia questa giornata.”!

“Il panico che sentivo dentro non era soltanto lo choc per quello che mi aveva detto Buzz, come se qualcuno avesse aperto di scatto la tenda in una stanza buia e mi avesse accecato con la luce dolorosa del sole.  Era perchè non conoscevo affatto mio marito.  Crediamo tutti di conoscere la persona che amiamo, e anche se non dovremmo stupirci quando scopriamo che non è vero, ci si spezza il cuore. E’ la scoperta più difficile, non tanto sull’altro,  quanto su noi stessi. Vedere che la nostra vita è una nostra invenzione; l’abbiamo scritta noi e ci abbiamo creduto. Silenzio e bugie. La sensazione che ho provato quella sera – non conoscevo mio marito (il mio Holland), non conoscevo me stessa, forse era impossibile conoscere chiunque – é stata di tremenda solitudine”  Tratto da ” La storia di un matrimonio” di Andrew S. Greer

By the sea

Ho trovato questa notizia on-line e l’ho trovata affine al mio stato d’animo…di volontà di fuga dalla mia routine, ultimamente, senza tante …gioie? e un po’ grigia, perciò condivido e ammiro il gesto di “ribellione” nei confronti della sua vita, di questa signora 81enne, residente in una casa di riposo. Basta minestrine…evviva il mare! 

“Anziana in fuga da una Rsa. È successo a Faenza, in provincia di Ravenna, dove una signora di 81 anni è riuscita ad allontanarsi a piedi dalla struttura e a prendere il treno per Rimini. Il motivo della fuga? Voleva rivedere il mare e tornare nei luoghi in cui era stata da giovane.

Ha preso il treno per Rimini

Stanca della vita in casa di riposo, l’anziana donna ha organizzato una vera e propria fuga dalla Rsa e ha preso il treno per Rimini e vedere il mare. Come racconta il Corriere Romagna, l’81enne avrebbe raccontato a chi l’aveva vista aggirarsi un po’ titubante il motivo della sua fuga: «Voglio vedere il mare, voglio la libertà». Un viaggio impegnativo per una donna anziana che, appoggiata al suo bastone, è arrivata fino alla stazione e ha preso il treno per Rimini, con destinazione Bellaria, munita tra l’altro di regolare biglietto. ”

Ho immaginato persino di sentirla intonare una canzone di Niccolò Fabi -Vento d’estate, un po’ cambiata,  una versione rivolta ad un medico e a tutti quanti gli addetti sanitari della sua RSA:

” Ho lasciato andare via il dottore,  l’ho intravisto prima nell’androne, e poi son fuggita … tutto in un momento! gli ho detto: io vado al mare, vado al mare…non mi aspettare. Vedi come cambia il vento!

“Non esiste peggior tirannia di un continuo stato di disperazione.”

chiesaviasangiovanni

Una delle tante chiese presenti nella città in cui vivo. (le chiese offrono conforto?) I rimedi per la mente (agitata) ? I rimedi per l’anima?