Osservare il calendario appeso al muro della mia cucina mi sembra più una consuetudine attua ad appurare tutti i giorni dell’anno già trascorsi, che quelli ancora a venire. Siamo già arrivati a Maggio, mi sembra di averlo esclamato non appena ho strappato la pagina-elenco dei 30 giorni di Aprile. Però guardare attentamente il calendario con un nascente certo livore nell’animo, dato dal fatto che nonostante sia l’8 di Maggio le previsioni meteorologiche prevedono acqua dal cielo copiosa e agglomerati di nuvole minacciose, non mi sembra uno stato d’animo da avvallare… meglio spostare l’attenzione su altro, per esempio sui nomi. C’è una varietà multietnica di nomi propri di persona qui sopra, cioè su ogni calendario, da far – quasi- adombrare qualsiasi grande città cosmopolita, come presenze… (non vi pare?) Per citarne alcuni: Filippo, Domitilla, Gisella, Flavio, Elisabetta etc Ma sono altri i nomi che da tanto tempo esercitano, e hanno esercitato un fascino su di me, alcuni sono di più larga diffusione sul suolo italiano, come Angelica, Greta, Jacopo, Vera, Thomas, altri invece sono più “esotici” e meno utilizzati…quali Desirée, Evelyn, Anthony etc
C’è comunque un nome che non appena ho sentito pronunciare la prima volta non mi sono più dimenticata, il nome in questione è: Raja. Era stato affibbiato ad una tigre di un circo, l’unica tigre che io abbia avuto l’occasione di vedere da vicino. Ricordo che avrò avuto all’incirca 12 o 13 anni, ero alle scuole medie, e sulla piazza antistante la scuola media che frequentavo avevano posizionato le gabbie di alcuni animali, in una di queste c’era lei. Forse era l’unico esemplare di tigre di questo circo, del quale confesso non sono mai andata a vedere lo spettacolo. In fondo già il personale del circo aveva offerto a noi, ragazzini/e delle scuole e ai vari abitanti della zona centrale del paese, una parte dello spettacolo, portando quella tigre lì di fronte. Rimanere fermi un attimo a rimirarla era il minimo, una mia amica fece anche di più, ovvero chiese quale fosse il suo nome…Un uomo che stava sistemando un allestimento ci disse…quel Raja. Ora mi pare di aver letto che significhi etimologicamente: principessa o regina? Una regina in gabbia, o una principessa reclusa. E’ strano constatare come non serva essere forti e resistenti fisicamente per essere ingabbiati, basta perdere la speranza di poter avere un’altra destinazione e rassegnarsi alla gabbia. Anche se no, questo non c’entra con Raja-la tigre del circo…è tipico degli esseri umani costruire certe “trappole” per se stessi o per gli altri, in grande scala o in modo individuale.
A che pro? Chi ne giova?
Poveretti gli animali del circo … ma non solo. A me un nome che ha colpito è Serse … lo ha dato a suo figlio una ragazza con la quale ho corso una gara poco tempo fa. Mi ha colpito, non è frequente. Serena giornata
Serse è un nome un po’ impegnativo, come Cesare o Ettore. Adesso sono pochi i genitori che osano… così tanto! Io credo di aver scampato una brutta sorte con il mio nome di nascita: mia mamma mi voleva chiamare Licia, per fortuna non ha vinto lei, ma mia zia.
A me Licia non dispiace 🙂 ma appunto è questione di gusti. Sì Serse è un nome impegnativo 🙂 serena giornata