Sono preoccupata per la mia psiche recondita,  stamattina sono entrata in una libreria e dopo 20 minuti di osservazione di libri, quello che avrei desiderato d’impulso  acquistare era un libro di Coelho: Veronika decide di morire, tra l’altro ambientato in parte in una clinica psichiatrica.  Alla fine non l’ho acquistato, meglio star alla larga da libri new age, troppo tristi…e con temi così definitivi.

Comunque dipingere e riflettere sopra dei Mandala, non credo che basterà per riparare la mia psiche …triste e avvilita

mandalaJUN

Il tedio in compagnia di passività e pioggia 

“La causale apparente, la causale principe, era si, una. Ma il fattaccio era l’effetto di tutta una rosa di causali che gli eran soffiate addosso a molinello (come i sedici venti della rosa dei venti quando s’avviluppano a tromba in una depressione ciclonica)”  Lezioni americane – I. Calvino

Ho avuto la conferma di una mia particolare insofferenza verso particolari evenienze o circostanze alle quali ho dovuto sottostare   , a scapito della mia tranquillità interiore. Queste situazioni mi hanno fatto comprendere con ancor maggiore convinzione che non mi piace la passività. L’essere passiva di fronte a scelte che possono cambiarmi l’esistenza e sperare nell’abilità di altri e nelle capacità di comprensione proprie di altrui personaggi… non mi allieta, non che mi faccia completamente disperare…ma non mi rende nemmeno tranquilla. Mi sento in bilico, così come questa primavera, che non riesce a convincersi nel trasportare la zona nord d’Italia verso l’estate.  Questa attuale primavera che non mi ha mai veramente riscaldato  l’epidermide e tutte quante le povere ossa che ho,  e questa è la seconda cosa della quale non riesco a farmene ragione, l’altra cosa che non tollero:  trovarmi nella primavera più piovosa e  capricciosa nei suoi improvvisi rovesci temporaleschi e di vento, che abbia modo di ricordare…!    Per allontanarmi da questi pensieri pieni di risentimento verso il tempo e lo spazio in cui mi muovo…passiva… e speranzosa in balia dei e-venti.. (ma forse esagero un po’..), ho cercato aiuto nella lettura, che è l’esperienza che mi tranquilizza, mi nutre e mi rivitalizza al contempo.   Riporto, sia sopra, che sotto, stralci di due mie solitarie letture: la prima proviene da un libro di Calvino, la seconda da un libro di Tonelli. Buona domenica.

“Siamo qui da pochi milioni di anni, a vivere esistenze di durata infinitesima rispetto ai cicli di qualunque processo cosmico di rilievo; abitiamo un tiepido pianeta roccioso, ricco di acqua e circondato e protetto da una confortevole atmosfera e da un benevolo campo magnetico i quali, come magiche coperte che assorbono i raggi ultravioletti, ci schermano dagli effetti devastanti dei raggi cosmici e degli sciami di particelle. La nostra stella-madre, il Sole, è una stella di media grandezza e abita una regione molto tranquilla e piuttosto periferica della galassia che ci ospita. L’intero sistema solare orbita lentamente, si fa per dire, a 26.000 anni luce di distanza dal centro della Via Lattea. Una distanza di sicurezza, perchè lì si annida  un mostruoso buco nero, Sagittarius-A, un oggetto pesante quattro milioni di masse solari, capace di distruggere migliaia di stelle intorno a lui.”  (Genesi – G. Tonelli)

Cosa l’anima vuole     –    J. Hillman

1 (Scrivere all’anima)

Ogni analisi psicoterapeutica racchiude una domanda; e questa può venire tanto dal paziente, quanto da me che su di lui mi concentro. Io mi chiedo cos’altro egli vuole, oltre ciò che abbiamo cercato di formulare, così come il paziente cerca di scoprire il motivo vero per cui è venuto. E questa domanda non si presenta il primo giorno soltanto, ma si ripete, talvolta riproposta con intenzione, al fine di una consapevolezza maggiore riguardo all’analisi.  Tuttavia le risposte ad essa non sono mai semplici come quelle che si leggono nei libri, dove è detto che il paziente chiede di essere amato, o guarito da un sintomo, o che vuole trovare, salvare o migliorare una relazione, sviluppare tutte le sue potenzialità, oppure essere preparato alla professione di analista. Né la domanda può essere soddisfatta semplicemente enumerando le esigenze del terapeuta: aiutare qualcuno, stabilire profondi rapporti con la gente, guadagnarsi da vivere standosene in poltrona, indagare la psiche, risolvere i propri complessi.

Infatti, ciò che io voglio e ciò che vuole il paziente sembra complicato da un altro fattore, quasi un filo che tira indietro, un’esitazione riflessiva che impedisce all’affermazione di ciò che realmente si vuole  di trovare un’espressione diretta; tanto che, anche quando si arriva a toccare le proprie intenzioni, subito esse negano se stesse: Non è questo, assolutamente. Non è affatto quel che intendevo.

Mi sono ormai convinto che l’incertezza riguardo al vero motivo per cui il paziente e io ci troviamo lì è appunto il motivo per cui siamo lì: questo terzo fattore, che sembra mantenere intenzionalmente mutevoli ed enigmatici i nostri scopi, e che ci incalza con la sua domanda anche mentre rifiuta le nostre risposte.

Questo momento di intervento riflessivo, questo terzo fattore nell’esperienza terapeutica, lo attribuisco all’anima.”

faronizza

” Intanto, povero sempre [Eros]; e non è affatto delicato e bello, come perlopiù si crede; bensì, ispido, scalzo, senza tetto; giace per terra sempre e nulla possiede per coprirsi; riposa dormendo sotto l’aperto cielo nelle vie e presso le porte. Insomma riferisce chiara la natura di sua madre [Penia], dimorando sempre insieme con -povertà-”   Platone

ThomasBenjamin

Ho deciso oggi di meditare sopra questa massima filosofica, dato che reputo senz’altro più proficuo per la mia vita sociale se decidessi di diventare una vera e propria eremita….(visto il mio savoir-faire innato con le persone)

“Tutta l’infelicità dell’uomo deriva dalla sua incapacità di starsene nella sua stanza da solo. ” Aforismi di Blaise Pascal

mandala

(Intanto fuori piove)

Osservare il calendario appeso al muro della mia cucina mi sembra più  una consuetudine attua ad appurare tutti i giorni dell’anno già trascorsi, che quelli ancora a venire. Siamo già arrivati a Maggio, mi sembra di averlo esclamato non appena ho strappato la pagina-elenco dei 30 giorni di Aprile. Però guardare attentamente il calendario con un nascente certo livore nell’animo, dato dal fatto che nonostante sia l’8 di Maggio le previsioni meteorologiche prevedono acqua dal cielo copiosa e agglomerati di nuvole minacciose, non mi sembra uno stato d’animo da avvallare…  meglio spostare l’attenzione su altro, per esempio sui nomi. C’è una varietà multietnica di nomi propri di persona qui sopra, cioè su ogni calendario,  da far – quasi- adombrare qualsiasi grande città cosmopolita, come presenze… (non vi pare?)  Per citarne alcuni: Filippo, Domitilla, Gisella, Flavio, Elisabetta etc   Ma  sono altri i nomi che da tanto tempo esercitano, e hanno esercitato un fascino su di me, alcuni sono di più larga diffusione sul suolo italiano, come Angelica, Greta, Jacopo, Vera, Thomas, altri invece sono più “esotici” e meno utilizzati…quali Desirée, Evelyn, Anthony etc

C’è comunque un nome che non appena ho sentito pronunciare la prima volta non mi sono più dimenticata, il nome in questione è: Raja.  Era stato affibbiato ad una tigre di un circo, l’unica tigre che io abbia avuto l’occasione di vedere da vicino. Ricordo che avrò avuto all’incirca 12 o 13 anni, ero alle scuole medie, e sulla piazza antistante  la scuola media che frequentavo avevano posizionato le gabbie di alcuni animali, in una di queste c’era lei. Forse era l’unico esemplare di tigre di questo circo, del quale confesso non sono mai andata a vedere lo spettacolo. In fondo già il personale del circo aveva offerto a noi, ragazzini/e delle scuole e ai vari abitanti della zona centrale del paese, una parte dello spettacolo, portando quella tigre lì di fronte.  Rimanere fermi un attimo a rimirarla era il minimo, una mia amica fece anche di più, ovvero chiese quale fosse il suo nome…Un uomo che stava sistemando un allestimento ci disse…quel Raja. Ora mi pare di aver letto che significhi etimologicamente: principessa o regina? Una regina in gabbia,  o una principessa reclusa. E’ strano constatare come non serva essere forti e resistenti fisicamente per essere ingabbiati, basta perdere la speranza di poter avere un’altra destinazione e rassegnarsi alla gabbia.  Anche se no, questo non c’entra con Raja-la tigre del circo…è tipico degli esseri umani costruire certe “trappole” per se stessi o per gli altri, in grande scala o in modo individuale.

A che pro? Chi ne giova?dddonnnna

 

Ostaggi di libri troppo pesanti?  Ostaggi delle trame del cinema? Per quanto consapevoli…

Quando un evento improvviso avviene,  anche se avviene solamente in una visione onirica, e non sai come reagire. Credo di aver incontrato improvvisamente la figura di un noto attore hollywoodiano intento ad  aggirarsi nel giardino di casa mia, nel lato bello, quello in cui splende la luna, nelle notti come queste. E infatti di notte, con la luce della luna che gli attraversava metà lato del corpo, illuminando i lineamenti di questa figura,  credo molto conosciuta da molti registi americani,  riconoscevo il volto di Nicolas Cage. Scoperto nella mia proprietà privata, in un italiano misto alla lingua inglese cercava di discolparsi e di farsi ospitare all’interno della casa che abitavo. Suppongo di avergli spalancato presto la porta-finestra del salotto e di avergli offerto l’ospitalità, mi spiegava che era sfuggito ad una troupe di giornalisti, non aveva voglia di essere interrogato…o meglio intervistato. Gli risposi che lo comprendevo, e che gli offrivo un nascondiglio fino alla mattina seguente, se voleva. Lui accettava e si dilungava nel volermi dire il motivo della sua permanenza in Italia, gli avevano offerto una “partecipazione” in una puntata di una serie televisiva che in Italia era molto amata dagli italiani. Mi diceva il nome della serie televisiva e mi domandava: a te piace vero? Io ammettevo candidamente che non avevo mai visto una puntata di questa serie, e che non era il genere che preferivo o che avrei mai preferito. Detto ciò  sembrava non felice della mia ammissione, come se fosse uno sgarbo a lui stesso, una lesa maestà…ma com’è possibile:  mi hanno detto che è la serie televisiva del momento, la più guardata dagli italiani. Ritengo di aver prontamente controbattuto:  senti, questo appartamento si trova in Italia, e io sono italiana, eppure la serie non la conosco affatto. A questo punto, lui scoppia a ridere…in modo fragoroso e mi dice: ah, okay. Okay. Lo guardo perplessa, mi sembra un tantino disorientato, come la sono io del resto.  Perciò decido di lasciarlo solo nel mio appartamento a sistemarsi per la notte, mentre io esco e vado in una biblioteca, che è aperta di notte, questa è un’altra cosa anomala, espressione dei sogni…

Nel mio sogno ho il compito di svolgere una ricerca e di utilizzare e consultare grandi volumi, tomi pesanti che si trovano davvero in cima a degli alti scaffali di libri.  Mentre cerco una scala per arrampicarmi fino alla loro altezza, uno di questi volumi (dal peso considerevole) si trova così in bilico nella sua posizione che occupa, che precipita giù, sul pavimento, ad un centimetro da me. Impaurita, e scossa dal pericolo appena corso, ovvero di ricevere addosso questo libro e di schiantarmi a terra fatalmente e mortalmente. Mi dico: che tempi… in biblioteca si rischia la morte per i libri pesanti,  e in casa  si rischia di diventare ostaggi del cinema, che fare?

citazz  (non ho ben capito quanto la frase sia collegabile al post, ah ah ah)

Buon pomeriggio, a tutti, comunque.

pubbly

News News News

Ricordi, parlerò di questi…visto che suppongo di essere diventata una persona notevolmente malinconica in modo più o meno permanente. L’ultima cosa alla quale ho pensato e sulla quale è ritornata la mia attenzione mnemonica riguarda l’universo dello scarabocchio. Che era un gesto usualmente compiuto durante lezioni scolastiche lunghe, troppo lunghe. Ore costrette in una specie di cattività fisica, contenuta sopra una sedia e un tavolino (dento banco) mi facevano compiere innumerevoli “disegni” ai lati di libri di testo. Solitamente venivano da me rappresentate: stelle-stelline, alberi ramificati con foglie,  viole – cuori e cuoricini trafitti…

Stamattina, davanti ad una lunga e perdurata visione televisiva (pareva un’incoronazione) ho fabbricato con l’ausilio di una matita l’immagine di due colline che sfiorandosi tra loro, facevano da appoggio al sole, il quale stava tramontando. Sopra questo panorama la comparsa di due nuvole facevano piovere  grosse  gocce d’acqua…

Dovrei raccontarlo ad uno psicologo? E’ una scena parecchio in contrasto con se stessa: le nuvole rilasciano la pioggia mentre un sole tramonta. Tutti fenomeni naturali, forse il mio è il semplice desiderio di vedere la luce(naturale) fuori dalla stanza di un edificio, ora spengo la tv ed esco. Buon pomeriggio.

Scarabocchi con simboli

  • Il cuore vuol dire che sei innamorato di qualcuno… ma puoi anche essere deluso dall’amore se il cuore è spezzato
  • La stella indica ottimismo e anche ambizione
  • gli scarabocchi di occhi e ciglia indicano una persona attenta a ciò che la circonda, oppure guardinga. Se li disegni grandi vuol dire che hai una personalità espansiva, se piccoli e stretti, più riservata. Gli occhi chiusi possono indicare un rifiuto a guardarsi dentro. Se sono scuri puoi avere dei problemi che vorresti risolvere.
  • La bocca che sei una persona che parla molto, oppure timida, che vorrebbe o sente il bisogno di parlare di più
  • le barche invece vogliono dire che hai voglia di fuggire e di stare da solo
  • La casa infine indica bisogno di sicurezza. Se però mancano le finestre o la porta, allora il senso di sicurezza manca.
  • Scarabocchi con fiori con petali tondi, nuvole, cerchi vogliono dire che sei persona rilassata, senza particolari problemi, in pace con te.

A…come Astrologia

Non si sa esattamente da quanto tempo gli esseri umani abbiano iniziato a rivolgersi al cielo con i suoi corpi celesti e le sue costellazioni per capire lo spazio in cui si trovano a vivere e al contempo conoscere loro stessi.
Io personalmente però so da quanto tempo ho iniziato a rivolgermi all’astrologia, da diversi anni, ovvero da quando
ne avevo all’incirca 15, per comprendere meglio la mia psicologia e magari prevedere persino degli eventi
che potrebbero accadermi durante certi periodi della vita, desunti da transiti di pianeti nel mio oroscopo personale. Lo so, non tutti credono in questa scienza, ossia nella scienza che indaga sui moti delle stelle
e sulla loro influenza sui destini collettivi.
In base a questa, e alla conoscenza sulle posizioni dei pianeti nei segni zodiacali, una donna che come me, per esempio, ha il suo “marte” natale nel segno della bilancia, (marte in bilancia) verrà piacevolmente
attratta da uomo elegante, che conosce le regole dell’etichetta e della galanteria. Deve essere anche sempre corretto, non trascendere mai, non lasciarsi andare a uno scatto d’ira o ad una volgarità.
Un uomo con un forte senso etico, che si batta per un ideale e che si mostri sempre giusto con tutti. Inoltre la donna con Marte in Bilancia non gradisce rapporti fuori dalla legalità, anche se passionali (no ad essere l’altra, l’amante!) o fidanzamenti…….lunghi…di cui non si vede mai la fine. (Insomma all’altare si! dopo non troppo tempo!) ah ah ah….ma sono proprio io, c’est moi!

chagall

Se volete sapere grazie all’astrologia con quale tipo di persone potreste andare più d’accordo e in sintonia con ragionamenti e conversazioni, dovete sapere in che posizione si trova il vostro Mercurio di nascita. Il mio è in acquario, perciò con questo transito di nascita, dovrei trovarmi in armonia mentale con una persona del segno dell’acquario oppure potrei avere le medesime  idee di una persona che (pur non essendo nata sotto il segno dell’acquario) ha il suo mErcurio di nascita in questo mio stesso segno…(aquario)

Avete Mercurio in acquario? Ebbene allora c’è la possibilità di avere delle conversazioni amabili e di comprenderci soprattutto in modo quasi immediato.

E non è facile avere un dialogo comprensibile con me, giacchè ci sono molte cose di questo nostro mondo che mi appaiono tuttora incomprensibili.

La prima dell’ordine , per esempio (lo so che è una sciocchezza..però…non la comprendo): perchè la lingua italiana sull’etichetta del nuovo bagnoschiuma che ho acquistato (in un supermercato italiano) non appare, non è neppure contemplata, nella spiegazione degli ingredienti – Scrivete tutto in inglese?? Che cosa vi ha fatto la nostra cara vecchia lingua italiana? Capisco la lingua inglese è Cool, la lingua italiana è perdente, come il nostro Stato. Amen

No, no, giammai! Viva la lingua italiana, se riuscissi a trovare le parole, lo scriverei…….

Ti scriverei: una canzone d’amore, per farti addormentare, una canzone d’amore..che non ti so spiegare, una canzone d’amore… solo per te, solo per te, solo per te! Delirio vano è questo, povera donna, sola abbandonata in questo popoloso deserto che appellano Saint- Germain