Sul tema depressione e su quello libri ceduti alla biblioteca, voglio aggiungere una doverosa postilla contro me stessa, non ho donato due libri di Sylvia Plath, ovvero: Diari e La campana di vetro, probabilmente avrei dovuto farlo invece, perchè credo sia sufficiente una sola lettura per intristirsi notevolmente.  Ne avevo bisogno? Avevo bisogno di leggere- di nuovo-  stralci del “Diari”  della talentuosa e triste scrittrice  S.Plath? La realtà è che verso certi libri non è facile abbandonare il senso del “possesso”. E’ mio, l’ho comprato e lo tengo, punto e stop.  Sapete che ho dimenticato di trascrivere una mia passata esperienza di “segnalatrice” di una situazione di pericolo in città. A dire il vero,  mi è successo di avvertire più che altro un probabile stato di pericolo nel quale poteva trovarsi una signora anziana, e per questo, visto che riguardava una persona e non un oggetto-un bene materiale comune, non potevo dimostrarmi distratta.  Era un pomeriggio di Aprile e passeggiando per una via, in cui spesso mi capita di camminare , ho notato, e ho sentito la voce flebile di un’anziana signora che era intenta ha richiamare l’attenzione. Da un balcone al secondo piano di un piccolo stabile, mi faceva cenno di avvicinarmi, voleva aiuto. Ho pensato che le fossero cadute delle chiavi o altro nel giardino sottostante al balcone, perciò mi sono avvicinata. Le ho visto gettare fuori, verso l’esterno, sulla strada, un foglio di carta. L’ho preso, e letto non appena lei è ritornata  all’interno della sua abitazione,  abbastanza velocemente. C’era scritto: aiuto, sono prigioniera.  Me ne sono andata via, verso casa, con questo foglio in mano, e della perplessità in testa. Non sapevo cosa fare dapprima, poi ho deciso di chiamare i vigili urbani e di spiegare loro l’accaduto, ho chiesto inoltre a questi vigili se  potevano recarsi al numero civico, presso l’abitazione della signora, per capire meglio la sua situazione. Prontamente mi hanno detto che l’avrebbero fatto e che poi mi avrebbero anche cortesemente comunicato come stava la persona in questione, dato che me ne ero tanto preoccupata. Così è andata, e ho saputo da loro, che la signora era seguita da una “badante” che in quel momento stava in casa con lei, che la seguiva poichè lei aveva da qualche tempo qualche problema neurologico, ma mal sopportava la presenza di quella accuditrice che vedeva come un’intrusa, ingerente nella sua quotidianità, chiamata ad accudirla dai suoi figli.

beltempo

ultima modifica: 2023-08-06T15:00:56+02:00da Arianna1921

4 pensieri riguardo “”

  1. Purtroppo non è raro che succeda. Nè se davvero la badante, o il, maltratta la persona anziana, nè quando è la persona accudita a creare problemi come quello di cui hai parlato

    1. In questo caso specifico i vigili urbani si sono preoccupati di verificare che la signora anziana fosse accudita con cura, e penso che sia stato così a tutti gli effetti. I figli volevano che la loro anziana mamma venisse accudita perlopiù presso la propria abitazione, dalla badante, poiché tendeva a “sfuggire”, e poi magari a perdersi, o confondersi. Spero sempre nel buon cuore di chi svolge queste “mansioni” lavorative.

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