Cosa posso fare, adesso?

Ho la sensazione di essere un po’ frastornata e confusa riguardo la mia nuova situazione attuale. Da diverso tempo ormai mi ero rassegnata a convivere, seppur tacendo nella maggioranza dei casi, con un malessere quotidiano. Dopo due anni e qualche mese di questa “compagnia” insalubre per la quale mi era sorto un interrogativo che gravava abitualmente sulla mia testa, e accompagnava le mie giornate, come una spada affilata, di cui non mi spiegavo veramente l’insorgenza e l’esistenza.
Ora che questa occupazione si è esaurita, allontanandosi quasi del tutto il mio malessere, mi sento come privata di un vero e proprio impiego che mi prendeva del tempo. Un masso gravoso è scivolato via, quasi del tutto, dalle mie spalle, e io incredula procedo giornalmente, guardandomi attorno e percependone il vuoto lasciato.

“L’arte d’interpretare i sogni non si può apprendere dai libri. I metodi e le regole valgono soltanto quando si sa farne a meno. Chi può può e chi capisce capisce. Nessuno che non conosca sé stesso può conoscere l’altro. E in ognuno di noi vi è un altro, che noi non conosciamo e che ci parla attraverso il sogno, comunicandoci come egli ci veda diversamente da come noi vediamo noi stessi. Per questo motivo, se ci troviamo in una condizione difficile e senza uscita, l’estraneo, l’altro, può talora fornirci una luce, che sarà meglio in grado di modificare radicalmente il nostro atteggiamento, quello ispecie che ci ha condotti in quella difficile situazione.”
[Realtà dell’anima, Jung]

“Tu somigli allo spirito che comprendi…”

“[…] Anzitutto ognuno pensa di conoscere perfettamente la psicologia; e -psicologia- è sempre la sua psicologia; e soltanto lui la conosce; ma nello stesso tempo la sua psicologia è la psicologia generale. Si suppone istintivamente che la propria costituzione psichica sia comune a tutti; che cioè tutti gli uomini siano essenzialmente fatti allo stesso modo, ossia come sé stessi. Il marito presuppone questa uguaglianza per la propria moglie, la moglie per il marito, i genitori per i figli, i figli per i genitori e via dicendo. E’ come se ciascuno fosse informato – nel modo più diretto, intimo e competente – del proprio intimo, e come se la propria anima fosse anche un’anima universale, buona per tutti; cosicché non sarebbe difficile assumere i fatti propri come universalmente validi. E si rimane in genere profondamente sorpresi , turbati o addirittura spaventati, quando il conto non torna, quando cioè si scopre che l’altro è effettivamente un altro.”  [Realta dell’anima, Jung]

Cara pioggerellina…stop!

Febbraio è il mese più corto dell’anno e nonostante ciò non vedo l’ora che termini, insieme all’inverno che per me si è prolungato anche troppo a lungo. Visto che personalmente è iniziato già il 15 di Novembre e non con il tradizionale 21 Dicembre. ( ma i mesi dell’anno si scrivono con la maiuscola inziale nella lingua inglese? In italiano dovrebbero essere totalmente in minuscolo, vero? Perdonatemi il dubbio!).
Tutto questo preambolo di apertura mi è servito per dire che sono nervosa e mi aggiro per le stanze della casa come se fossi pronta e desiderosa di un cambiamento: nello specifico che smetta di piovere! Pare di essere dentro ad un sottomarino guardando fuori dai vetri della finestra. Gli scrosci copiosi della pioggia mi inquietano, basta pioggia griderei se non rischiassi di essere presa per una matta meteoropatica, che è quello che sono. L’unica cosa che riesce a tranquillizzarmi un po’ è immaginare di potermi trasferire subito in uno dei luoghi con la più alta percentuale di siccità in Italia, durante tutti i mesi dell’anno, tipo la Sicilia, eventualità improbabile. Ad ogni modo funziona anche solo il riuscire a fabbricarmi con la mente un posto in cui vivere senza giorni così abbondanti di pioggia, più asciutti e illuminati da amorevoli raggi solari, sopra una spiaggia pulita, libera, confortevole. Un’altra cosa che mi aiuta è la lettura di un libro interessante, in questo momento mi accompagnano le parole scritte di Jung nella: Realtà dell’anima.

[…]”o seguire l’impostazione dello scrittore Alain, secondo il quale l’essere umano ha 2 lati, l’uno adatto alla Storia, l’altro al romanzo. Tutto quanto è osservabile in un uomo – dice Alain-
cade sotto il dominio della Storia; la parte romanzesca o romantica (roman come narrativa) comprende invece le passioni veraci, le fantasticherie, le gioie, le tristezze, i dialoghi con se stessi, di cui cortesia o pudore distolgono dal parlare.”            ( Le storie che curano, J. Hillman)

Croce: dolore o eternità?

Alla croce è attribuito un significato comune di sofferenza,  dire ognuno porta la sua croce. per esempio, vuol dire che ognuno deve sopportare un dolore, una propria condizione di angustia – eppure mi sembra di ricordare che la croce come simbolo rappresenti la vita eterna, ovvero le due linee che si incrociano vogliono dire questo: vita eterna.  Forse sbaglio?

*

Confessioni

Da poco tempo ho vissuto l’esperienza della confessione, non mi accingevo a ciò da tantissimo tempo, tra l’altro ero imbarazzata davanti al sacerdote poichè non ricordavo perfettamente le formule proprie della pratica religiosa in questione.  Alla fine, devo ammettere che mi è stata di conforto e di aiuto soprattutto nell’entrare in una dimensione più intima con la mia coscienza. Il sacerdote è stato magnanimo, ho inteso un suo suggerimento di adottare misericordia verso la mia stessa persona, ossia di perdonarmi per quel “peccato” che gli ho confessato e che mi stavo portando addosso da qualche anno, come un peso sul cuore. Non penso di esserci riuscita del tutto.

 

 

(La prima frase che ho trovato scartando il primo bacio perugina… dell’anno.)

“Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto”

-Thomas Jefferson-

Ma allora… cosa voglio?

I baci perugina lo sanno!

Da dove inizio?

..

Penso di essere sulla buona strada per un miglioramento alimentare, ovvero sono 5 giorni che mangio cibi solidi, senza dover aiutarmi con acqua per ingerirli, insomma finalmente i miei denti e il mio palato sono soddisfatti, in più…anzi soprattutto non ho quel senso di nodo alla gola, o di blocco, quando il cibo transita dalla bocca allo stomaco. Probabilmente la gastroscopia che ho effettuato e il responso che ho avuto con la relativa cura, di soli tre giorni! hanno reso molto più blando il mio disturbo fisico. In pratico non ho più quel reflusso che mi si formava ogni volta che masticavo, l’acido in bocca è o almeno sembra sparito da questi 5 giorni. Mi pare quasi strano da dire e da pensare dopo aver preso l’abitudine nel doverci convivere da 2 anni e mezzo, e senza condividerlo con nessuno per molto tempo, finchè poi era diventato insostenibile. Grazie per il vostro sostegno, molti/e di voi hanno letto il mio sfogo offrendomi parole di conforto. La gastrite erosiva che mi hanno trovato deve provocare questo disturbo di pseudo-disfagia da reflusso e saliva abbondante che sfocia in un senso di occlusione alla gola, tolta questa salivazione e acidità, si è placata molto l’impossibilità a nutrirmi come un essere umano nella norma. Sono aumentata di 3 chili da Dicembre e ho dovuto dire quasi addio al caffè, ora mi posso permettere un orzo macchiato o un tè deteinato o un cappuccino! Ma mangio il pasticcino in pasticceria! Guai a levarmi i dolci.