Chi soffre di tirchieria, non guarisce

Oggi era il mio giorno di riposo dal lavoro, e sono stata in centro estetico dove mi sono sottoposta ad una pulizia del viso,  è stato molto rilassante il momento di trattamento durato circa un’ora, purtroppo tutto questo relax è stato vanificato da un litigio familiare, si, di poco conto…però ho avuto l’ennesima delusione da mio padre. Insomma le persone difficilmente cambiano sul serio. Sono così adirata che se potessi mi metterei a urlare ad alta voce, lancerei un urlo terrificante, come una vera erinne, ma non posso, per non turbare la tranquillità dei vicini di casa. Anzi, più che un urlo avrei bisogno di usufruire del conforto di qualche benevola e amichevole presenza, che si offrisse di consolarmi ed ascoltare tutte le mie lamentazioni sulla tirchieria di mio padre e il suo mancato senso paterno ( che non c’è, e non c’è!!)!

Oppure avrei bisogno della presenza amichevole di quel cagnolino incontrato ieri (si fa per dire cagnolino) era un Labrador che sembrava l’unico a prestare attenzione a un clochard farneticante. Ieri pomeriggio ho assistito a questa scena: fuori da una gelateria una signora con al guinzaglio questo bel cane labrador parlava amabilmente con un’altra donna, sua amica suppongo, il cane era seduto tranquillo, mentre le signore parlavano. Accanto a queste c’era una coppia di ragazzi che parlavano animatamente, ma il cane non prestava loro il suo sguardo, invece osservava con attenzione e credo curiosità un senzatetto che parlava fra se e se ma ad alta voce, gesticolando. Probabilmente anche il cane aveva compreso che quell’umano solo era turbato da qualcosa, tra l’altro questo signore non aveva le scarpe, solo ai piedi dei calzini, dei quali uno bucato sul calcagno. Parlava senza nessuna controparte al suo fianco, all’aria… diceva che lui mangiava con le mani, certo, si mangia con le mani, altrimenti come?

Probabilmente ha ragione, non è importante come si mangia, con la forchetta e il coltello oppure solo con le mani, l’importante è portare il cibo alla bocca e dentro lo stomaco per nutrirsi, e io ora questo lo posso di nuovo fare, senza difficoltà. Una cosa che mi sembra ancora incredibile.

Ecco adesso andrò a consolarmi con del cibo…almeno, dato che non posso urlare perchè abito in un condominio, non ho un labrador con cui giocare e distrarmi,  almeno mi resta il cibo consolatorio e il gusto del palato…

Buon giovedì

 

ultima modifica: 2024-03-07T20:24:39+01:00da Arianna1921

7 pensieri riguardo “”

  1. Poter mangiare e bere a piacimento è una consolazione. Ma non si puo’ sempre aver bisogno di essere consolati dalla vita. Se la vita stessa diventa un male incurabile, qualcosa è andato storto (scusa, ho avuto una brutta giornata)

  2. La libertà è il tabù dei tabù. La sua assenza, innominabile. Pare di assistere che il senso di ogni cosa sia discutibile. Si può. Ma la fibrillazione di neuroni attenti trova soluzione. Excuse me – non mi appare come consolazione…buon11M

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