“Ma ora ho imparato un’altra cosa. Possiamo guarire,  se ci curiamo a vicenda”

Veronica Roth

.. Io ho imparato a portare con me un sacchetto di lavanda perché mi aiuta a  sentire un po’ di immediata tranquillità con il suo aroma distensivo e rinfrescante, ma per la serenità continua e perenne ne dovrei coltivare campi, distese di campi!

Ah ah ah

 

 

Le parole di altri per dire la stessa cosa che provo io adesso…

” Ho nostalgia di tutti i posti di mare che ho visto, Capri, Maiorca, il sud della Francia, Venezia, la riviera italiana, il Sud America”    A. Nin

 

 

 

Una spia nella casa dell’amore – Anais Nin

” Ogniqualvolta si sentiva persa nei deserti interminabili dell’insonnia, Sabina raccoglieva il filo labirintico
della sua vita ancora una volta dall’inizio per vedere se riusciva a scoprire in quale momento i sentieri erano
divenuti intricati.
Quella notte ricordò i bagni di luna, come se fosse stato questo a marcare l’inizio della sua vita invece dei genitori,
della scuola, del luogo di nascita. Come se questi e non l’eredità o l’imitazione dei suoi genitori avessero determinato
il corso della sua vita. Era nei bagni di luna, forse, che giaceva la motivazione segreta delle sue azioni.
A sedici anni Sabina faceva bagni di luna, prima di tutto perchè chiunque altro faceva bagni di sole, e in secondo luogo,
ammise, perchè le era stato detto che era pericoloso. L’effetto dei bagni di luna era sconosciuto, ma era sottinteso
che fosse opposto a quello di sole.
La prima volta che Sabina si espose ai raggi lunari era spaventata. Quali sarebbero state le conseguenze?
C’erano molti tabù contro il guardare la luna, molte vecchie leggende sugli effetti malefici dell’addormentarsi
sotto i raggi di luna. Sabina sapeva che i pazzi erano molto turbati dalla luna piena. Sapeva che secondo l’astrologia
la luna governava la vita notturna e l’inconscio, invisibile alla coscienza.
Ma, d’altra parte, lei aveva sempre preferito la notte al giorno.”

ThomasBenjamin

La vecchia signora Europa  (è dove voglio stare, anche in sogno)

Mi piacerebbe poter rientrare all’interno del sogno che ho fatto questa notte
appena trascorsa, trovarvi ancora un rifugio, con la mente e anche con il corpo.
Forse mi sarebbe quasi possibile, basterebbe prenotare un biglietto aereo per Le Bahamas,
dato che ero proprio in questo luogo geografico, stanotte, nella mia visione onirica.
Però inizialmente non ero proprio del tutto felice di esserci, anzi, ero preoccupata, volevo andarmene, abbandonare subito il posto. Avevo paura degli animali selvaggi,
dicevo proprio questo ad un “personaggio” sconosciuto, un viaggiatore
o un turista come me che popolava il mio sogno, e che camminava sopra la sabbia di una spiaggia di questa località. Qui ci sono gli animali selvaggi e altre zanzare fastidiosissime, per questo non voglio restare, voglio ritornare in Europa.
Avevo l’aria affranta e il viso attraversato da varie espressioni che tradivano della preoccupazione…
mentre stavo ancora camminando lungo la spiaggia e osservavo la distesa d’acqua salata di un mare calmo,
un bambino che si chinava ad allacciarsi le scarpe di tela bianca, mi fissava, come se ci fosse qualcosa di anomalo in me. E improvvisamente capivo qualcosa, ovvero comprendevo che se quel turista/viaggiatore
e persino quel bambino erano calmi e sereni o forse addirittura felici di stare dove si trovavano, forse non avevano torto, ed ero io ad avere preso un abbaglio. Un lampo, l’idea giusta mi balenò nella mente: ero alle Bahamas quindi in America e non in Africa, come avevo fino a qui pensato.
Gli animali selvaggi e le zanzare non erano un problema di cui preoccuparsi, dovevo essere tranquilla, però me ne volevo andare ugualmente, preferivo l’Europa, ma con calma e senza timore poteva indirizzarmi
in un luogo dell’Europa.
Si, ma quale?

Il punto debole … (è un carattere…? Si il mio!)

Provo una sensazione di inadeguatezza linguistica e d’incertezza ogni volta che pronuncio la parola inglese ” excuse me” ovvero il corrispettivo significato del “mi scusi” in lingua italiana. Mi rendo conto che la mia pronuncia è inappropriata, sbagliata e io mi sento ridicola!  E ora mi sento un po’ sciocca nell’aver rivelato tale cosa di me, che è una piccolezza però, so essere sbagliato anche questo, ovvero il rivelare i propri punti deboli pubblicamente. Secondo la logica non bisognerebbe mai menzionarli a nessuno. Tra l’altro, alcuni giorni fa, in televisione ho sentito dire da un esperto life-coaching o similare, che bisogna dire e ripetere a se stessi solamente degli elogi, o dei pensieri positivi, poichè quello che ci diciamo o ci ripetiamo mentalmente su di noi, viene poi creduto fedelmente e preso del tutto veritiero dalla nostra psiche. Quindi da questo momento in poi io mi ripeterò davanti allo specchio che ho un’ottima pronuncia ogni volta che dico: Excuse me

Excuse me. Can I park here?

Excuse me. Can you tell me the way to the nearest tube station?

(Yes. Go straight on. It’s on the left.)

Tratto da – Poesie amorose- John Donne

” Morte, non andar fiera se anche  t’hanno chiamata possente e orrenda. Non lo sei.
Coloro che tu pensi rovesciare non muoiono,
povera morte, e non mi puoi uccidere.
Dal riposo e dal sonno, mere immagini di te, vivo piacere,
dunque da te maggiore, si genera.
Tu, schiava della sorte, del caso, dei re, dei disperati,
hai casa col veleno, la malattia, la guerra
e il papavero e il filtro ci fan dormire anch’essi meglio del tuto fendente. Perchè dunque ti gonfi?
Un breve sonno e ci destiamo eterni. Non vi sarà più morte. E tu, morte, morrai.

Michael Z Tyree - Sharing the Heavens

Strano e terribile il sogno che mi ha svegliata nel cuore della notte, se le 4: 40, si possono considerare ancora tali, dato che è troppo presto per essere definite alba. Anche adesso che sono le 10.00, mi sembra che non sia ancora giorno, ma questo dipende dal fatto che sta piovendo abbondantemente. Tralasciando però il meteo avverso di questa mattina, voglio scrivere qui la mia visione onirica: dunque…avevo un teschio davanti ai miei occhi, appoggiato sopra un tavolo, mi era arrivato per posta? Non lo so, può darsi! Ad ogni modo mi era stato affidato il compito di truccarlo. La sfortuna vuole che prima di iniziare il mio lavoro, ovvero di iniziare a truccarlo, io voglia esaminarlo bene, nel farlo, nel spostarlo per esaminare le parti del “volto” che devo truccare, noto che al suddetto mancano dei denti nel lato destro dell’ex  guancia. Ad un certo punto, mentre sto effettuando sempre le mie valutazioni, succede qualcosa di irreparabile, il teschio si sgretola, e mi rimane in mano soltanto tutta la sua cenere.  Appena sveglia cercando di dare una spiegazione al sogno, mi è venuta in mente la frase:  cercando di truccare la morte, oppure di imbrogliare la morte… e gli esiti impossibili che si sono susseguiti. La frase del poeta John Donne: “e tu morte, morrai” rimane la mia unica consolazione stamattina, dato che fuori ancora piove.

bambinasogno

Quando una frase di una canzone ti si addice del tutto…

“Ero dentro alla mia realtà…e la vita nei pressi…era solamente un’entità..” (Marlene Kuntz)

Paul Roberts - Tutt'Art@ (61)