Chi soffre di tirchieria, non guarisce

Oggi era il mio giorno di riposo dal lavoro, e sono stata in centro estetico dove mi sono sottoposta ad una pulizia del viso,  è stato molto rilassante il momento di trattamento durato circa un’ora, purtroppo tutto questo relax è stato vanificato da un litigio familiare, si, di poco conto…però ho avuto l’ennesima delusione da mio padre. Insomma le persone difficilmente cambiano sul serio. Sono così adirata che se potessi mi metterei a urlare ad alta voce, lancerei un urlo terrificante, come una vera erinne, ma non posso, per non turbare la tranquillità dei vicini di casa. Anzi, più che un urlo avrei bisogno di usufruire del conforto di qualche benevola e amichevole presenza, che si offrisse di consolarmi ed ascoltare tutte le mie lamentazioni sulla tirchieria di mio padre e il suo mancato senso paterno ( che non c’è, e non c’è!!)!

Oppure avrei bisogno della presenza amichevole di quel cagnolino incontrato ieri (si fa per dire cagnolino) era un Labrador che sembrava l’unico a prestare attenzione a un clochard farneticante. Ieri pomeriggio ho assistito a questa scena: fuori da una gelateria una signora con al guinzaglio questo bel cane labrador parlava amabilmente con un’altra donna, sua amica suppongo, il cane era seduto tranquillo, mentre le signore parlavano. Accanto a queste c’era una coppia di ragazzi che parlavano animatamente, ma il cane non prestava loro il suo sguardo, invece osservava con attenzione e credo curiosità un senzatetto che parlava fra se e se ma ad alta voce, gesticolando. Probabilmente anche il cane aveva compreso che quell’umano solo era turbato da qualcosa, tra l’altro questo signore non aveva le scarpe, solo ai piedi dei calzini, dei quali uno bucato sul calcagno. Parlava senza nessuna controparte al suo fianco, all’aria… diceva che lui mangiava con le mani, certo, si mangia con le mani, altrimenti come?

Probabilmente ha ragione, non è importante come si mangia, con la forchetta e il coltello oppure solo con le mani, l’importante è portare il cibo alla bocca e dentro lo stomaco per nutrirsi, e io ora questo lo posso di nuovo fare, senza difficoltà. Una cosa che mi sembra ancora incredibile.

Ecco adesso andrò a consolarmi con del cibo…almeno, dato che non posso urlare perchè abito in un condominio, non ho un labrador con cui giocare e distrarmi,  almeno mi resta il cibo consolatorio e il gusto del palato…

Buon giovedì

 

fe9i4uh1

Contesto religioso della metallurgia: mitologia dell’età del ferro

[…]” Alla mitologia della pietra levigata successe una mitologia dei metalli; la più ricca e caratteristica fu elaborata intorno al ferro. Si sa che i -primitivi- così come le popolazioni preistoriche, lavoravano il ferro meteorico molto tempo prima d’aver imparato a utilizzare i minerali ferrosi superficiali. Essi trattavano alcuni minerali come pietre, cioè li consideravano materiali grezzi per la fabbricazione di strumenti litici. Quando Cortez chiese ai capi aztechi dopo si procuravano i loro coltelli, quelli gli indicarono il cielo. Di fatto, gli scavi non hanno rilevato alcuna traccia di ferro terrestre negli stanziamenti preistorici del Nuovo Mondo. I popoli paleo-orientali verosimilmente condividevano idee analoghe. La parola AN.BAR, il più antico vocabolo che designa il ferro, è scritta con i segni “cielo” e “fuoco”. Per un periodo abbastanza lungo gli Egizi conobbero soltanto il ferro meteorico. Identica situazione presso gli Hittiti. un testo del XIV  secolo precisa che i re hittiti utilizzavano il ferro nero del cielo.”    (Storie delle credenze e delle idee religiose, M. Eliade)

Su  T. Paracelso   

[…]”Se ne andò assai presto per l’ampio mondo, e i suoi viaggi avventurosi (proprio come me, ah ah ah) lo trassero attraverso la Germania, la Francia, l’Italia,  i Paesi Bassi, la Danimarca, la Svezia, la Russia.  La leggenda ce lo raffigura come un taumaturgo prodigioso, quasi come un secondo Apollonio di Tiana; vuole che egli abbia percorso anche l’Africa e l’Asia e che abbia colà scoperto il segreto più alto.  Non fece mai studi regolari, insofferente come fu di ogni subordinazione e autorità. Fu figlio delle sue opere, e scelse come motto proprio: Alterius non sit, qui suus esse potest, motto schiettamente svizzero. Sui suoi viaggi possiamo fare solo congetture; ma probabilmente si trattò sempre di cose simili a quelle che gli capitarono a Basilea. Quivi lo chiamò medico rinomato, nel 1525, il Consiglio comunale con una delle sue decisioni spregiudicate che si sono succedute nei secoli. Occasione piuttospo penosa  per la chiamata era stata la grande epidemia di sifilide che si era diffusa in Europa  a seguito delle recente guerra nel Napoletano. Paracelso ricoprì l’ufficio di medico della città; ma almeno secondo l’opinione dell’Università e del pubblico onorato, non seppe mai conformarsi ai doveri della carica. Scandalizzò difatti la prima perchè teneva i  suoi corsi nella lingua dei garzoni e delle serve, cioè in tedesco, e il secondo perchè si faceva vedere per le strade in casacca da operaio, anziché in un abito confacente al suo incarico..”

Joseph Grips

josephGrips

Jung- Paracelso e Padre Pio

Mentre, sfogliando il libro di Jung -Realtà dell’anima- mi domando perchè  lo psicoanalista svizzero abbia deciso di inserire la biografia o un resoconto della vita di Paracelso, forse per analizzarne la sua personalità così sfaccettata e particolare? Che lo abbia preso come un archetipo dello scienziato-medico- alchimista del cinquecento? Beh, mentre mi sto facendo ancora questa domanda dalla lettura della sera precedente, questa mattina appena aperti gli occhi, sto  cercando anche di ricomporre mentalmente il sogno fatto questa notte. Mi trovavo nelle mani un album fotografico, che sapevo essere un mio album di famiglia, sfogliavo le varie parti di questo album ma era quasi del tutto vuoto, finchè non compariva una foto di Padre Pio, una di quelle classiche che si vedono in genere divulgate riguardo questo frate, che lo ritraevano già in età adulta. Lo riconoscevo e mi dicevo tra me e me, questo è Padre Pio, dopo ciò, continuando a percorrere l’album trovavo altre pagine vuote, e poi di nuovo un’immagine di un frate, più giovane. Mi sembrava di riconoscerla subito anch’essa e mi dicevo è sempre Padre Pio… da giovane, ma dato che non ne ero certa, ritornavo indietro nelle pagine a controllare di nuovo la sua immagine. Incredibilmente per me, gli occhi della fotografia si erano mossi, mi avevano seguito con lo sguardo, ovvero erano mobili nel guardarmi e nell’osservarmi, sembravano dirmi:  embè.. che stai facendo? Mi sono così spaventata nel sogno che mi sono svegliata, erano le 4. 30.  Ultimamente soffro d’insonnia, mi addormento presto alle 10 30 o giù di lì, ma poi mi sveglio nel cuore della notte e non riesco più addormentarmi. Sarà il nervosismo che ho accumulato in tutto questo periodo.  Perciò  auguro un buon proseguimento di giornata a me e a tutti quanti.

 

arancio2

243 Non essere sempre come colombe     (Leggendo Baltasar Gracian)

Si alterni l’astuzia del serpente con il candore della colomba. Non c’è niente di più facile che ingannare un uomo dabbene. Crede molto chi mai mente, e ha una gran fiducia negli altri che non li inganna mai. Non sempre quando uno è ingannato vuol dire che è stupido: a volte è perché è buono. Due tipi di persone prevengono assai i danni:  i disillusi, che lo sono completamente a loro spese,  e gli astuti che lo sono completamente a spese degli altri. Vi sia tanta sagacia nella cautela quanta astuzia nell’inganno, e non voglia un uomo essere così per bene da risvegliare nell’altro il male. Siate un misto di colomba e serpente: non mostri, ma prodigi.   (prodigi? portento?)

Ovvero essere un portento nel non cadere negli inganni …della vita, immagino!

 

Ecco come ho trascorso una parte del mio domenicale pomeriggio, mentre fuori pioveva con copiosi scrosci d’acqua e raffiche di vento!   Risolvendo quiz di geografia… (esaltante, no??)  Si?? Non credo…?

Quante lingue utilizza l’Unione europea? A) 23  B)18 C)10 d)20

Qual è la montagna più alta dell’Africa?  a) Karisimbi b) Kilimangiaro c)Ruwenzori d) Ras Dascian

Quale di queste non è una lingua indoeuropea? a) greco b) ungherese c) serbo-croato d) portoghese

In quale Paese si pratica lo scintoismo? a) Iraq b) Iran c) Giappone d) Turchia

In quale nazione si trova il lago Balaton? A) Romania b) Bulgaria c) Ungheria d) Ucraina

Qual è l’isola più grande del mondo? a)  Madagascar b) Groenlandia c) Cuba d) Borneo

In quale mare si trova l’arcipelago delle Marianne? a) Oceano Pacifico b)Oceano Atlantico c) Oceano Indiano d) Mar Baltico

Qual è il fiume più lungo d’Europa? a) Loira b) Volga c) Po d) Reno

 

 

Saper distribuire saggiamente la propria vita

Non così come viene, ma in base alla scelta e alla previdenza. Senza soste è faticosa, come un lungo viaggio senza locande. La rende piacevole la varia erudizione. La prima tappa del ben vivere va trascorsa in colloqui con i morti. Siamo nati per conoscere e conoscere noi stessi: i libri fedeli, ci rendono persone. La seconda con i vivi: vedere quanto c’è di buono al mondo e farne tesoro. La terza tappa sia tutta per noi: estrema felicità il filosofare.   

(Baltasar Gracian)

Conoscere se stessi, un cammino quasi infinito…

Oggi sono stata per alcuni minuti ferma ad osservare la scelta degli abbinamenti di vestiario indossato da una ragazza.
Entrambe ci trovavamo in attesa davanti alla cassa di un negozio, un grande magazzino.
Quello che più mi ha colpito è stato l’accostamento di due colori: azzurro e rosso, che a mio parere sono un binomio piuttosto sbagliato per un completo d’abbigliamento. Non so se nella vita sia da ritenersi una fortuna più l’avere un buon gusto,
o invece avere il coraggio di scegliere liberamente quello che si vuole per se, incuranti dei giudizi altrui
e degli sguardi di approvazione o disapprovazione.
Forse entrambe le cose possono considerarsi una fortuna, perchè l’avere il gusto naturale per l’eleganza e la raffinatezza è una dote per sè e anche per le persone circostanti che possono apprezzarla, mentre avere coraggio di manifestare se stessi pienamente è una qualità che produce effetti positivi più sulla propria persona.
Ad ogni modo ci sono senz’altro tante altre evidenze che possono essere classificate come delle vere e proprie
fortune trovate in una umana esistenza, nel caso specifico..la nostra, per esempio la zona del mondo in cui ci è capitato di vivere,
alcune di queste aree geografiche danno la possibilità alla nostra personalità di svilupparsi, senza troppi ostacoli o intoppi, magari persino agevolano questo sviluppo, altre al contrario sembrano costringerla e reprimerla questa potenzialità.
Sono contenta del luogo in cui vivo?
Sono contenta della mia personalità e del suo sviluppo?
Senza dubbio più del primo, che della seconda…dato che la mia personalità è debole, il mio temperamento fragile.