Apro un libro e leggo…come al solito, ma perchè si legge spesso? Per avere compagnia…per cercare di comprendere meglio la propria psicologia attraverso le storie narrate da altri/e…?
“Tra i trenta e i trentacinque anni di età stavo entrando in un periodo molto brutto. Vivevo a Londra, da sola, e lavoravo come produttrice televisiva per la BBC. L’uomo che mi aveva assorbita per un decennio, e che un tempo avrei voluto sposare, alla fine se n’era andato. Un giorno rincasai nel mio appartamento di Islington e sul tavolo trovai un biglietto che diceva: Torno martedì” Sapevo che non sarebbe tornato, e infatti non tornò. Non che desiderassi veramente il suo ritorno. Ormai eravamo entrambi sfiniti. Però non sapevo nemmeno cosa fare. Adesso ogni sera sedevo nella mia poltrona a leggere e a bere vinaccio bianco da quattro soldi. Ogni volta che il motore del frigorifero ripartiva, gli dicevo ciao. La notte di San Silvestro augurai allo speaker di Radio Three : Buon anno anche a te. Ero molto depressa. Chiesi al medico di indicarmi uno psichiatra. Lo psichiatra lavorava in uno studio presso un ospedale. -Bene perchè non cominciamo dall’inizio? esordì allegramente. – Come si chiama?
-Mi chiamo…mi chiamo…Non riuscivo a dire il mio nome. Scoppiai a piangere, e piansi fiumi di lacrime per tutta l’ora. Il mio io stava troppo male per parlare. E mi trovavo anche nel posto sbagliato: in Inghilterra, dove il mio nome era un peso per me. Non che lo psichiatra la pensasse nello stesso modo. Lo rividi una sola volta, ma almeno riuscii a spiaccicare qualcosa sulla mia storia passata e presente. Alla fine lui disse una frase che sollevò un angolo della cortina di nebbia e di inconsapevolezza che mi avvolgeva. – Lei si sta cacciando in un mare di guai – ecco cosa disse – e continua a ignorare quel che le succede ricreando per sè la vita di sua madre.” (Da un libro di Nuala O’Faolain)
Io non ho molto tempo per leggere ma effettivamente ho diversi libri iniziati. Peccato non avere tempo. Serena giornata
bellissimo scritto, sino all’ultimo pensavo fossi tu. (autobiografia).
Tutti abbiamo delle splendide storie da raccontare della nostra vita. Spesso non sappiamo celebrarci, anche perchè spesso si sta in mezzo a persone dove c’e’ sempre chi sa autocelebrarsi (troppo)