Probabilmente quello che dovrei fare è solo il rimanere focalizzata sulle cose odierne e pratiche della vita quotidiana, concentrarmi sulle attività da svolgere per la mia sopravvivenza giornaliera o finanche sulla mia felicità concreta del giorno per giorno, all’interno del mio nucleo sociale di riferimento: lavoro, famiglia, amicizie etc Perchè invece mi spingo più in là? A ricercare una spiegazione dell’esistenza umana universale, e del durante e del dopo questa esperienza terrena, sotto il profilo spirituale?  

Perchè leggo Swedenborg?   Semplicemente mi serve per trovare una spiegazione plausibile a tutto questo caos che sento dentro di me mentre vivo nel mondo, in questo mondo in continuo movimento e pieno di sollecitazioni diverse.

Tant’è che non mi riesce nemmeno troppo bene il districarmi nella realtà quotidiana, e voglio scalare l’impervio sentiero del lato spirituale dell’esistenza? Sono una presuntuosa o sono una disperata?

Ecco un concetto di Emanuel Swedenborg:

“Un concetto basilare di Swedenborg è che l’uomo in realtà è uno spirito che vive dentro un corpo materiale. Alla morte questo essere spirituale viene liberato dall’involucro materiale e trova la sua collocazione nel mondo degli spiriti. Chi ha vissuto bene, raggiunge uno stato felice di pura armonia con la propria natura, chi ha scelto il disordine e l’egoismo non sarà capace di tollerare la sfera celeste e cercherà i suoi simili: il che – commenta Swedenborg – è già una sufficiente punizione.

Conclusione: ohm

ohmm

ohmmm

 

Apro un libro e leggo…come al solito, ma perchè si legge spesso? Per avere compagnia…per cercare di comprendere meglio la propria psicologia attraverso le storie narrate da altri/e…?

“Tra i trenta e i trentacinque anni di età stavo entrando in un periodo molto brutto. Vivevo a Londra, da sola, e lavoravo come produttrice televisiva per la BBC. L’uomo che mi aveva assorbita per un decennio, e che un tempo avrei voluto sposare, alla fine se n’era andato. Un giorno rincasai nel mio appartamento di Islington e sul tavolo trovai un biglietto che diceva: Torno martedì” Sapevo che non sarebbe tornato, e infatti non tornò.  Non che desiderassi veramente il suo ritorno. Ormai eravamo entrambi sfiniti. Però non sapevo nemmeno cosa fare. Adesso ogni sera sedevo nella mia poltrona a leggere e a bere vinaccio bianco da quattro soldi. Ogni volta che il motore del frigorifero ripartiva, gli dicevo ciao. La notte di San Silvestro augurai allo speaker  di Radio Three : Buon anno anche a te.  Ero molto depressa.  Chiesi al medico di indicarmi uno psichiatra. Lo psichiatra lavorava in uno studio presso un ospedale.  -Bene perchè non cominciamo dall’inizio? esordì allegramente. – Come si chiama?
-Mi chiamo…mi chiamo…Non riuscivo a dire il mio nome. Scoppiai a piangere, e piansi fiumi di lacrime per tutta l’ora. Il mio io stava troppo male per parlare. E mi trovavo anche nel posto sbagliato: in Inghilterra, dove il mio nome era un peso per me. Non che lo psichiatra la pensasse nello stesso modo.  Lo rividi una sola volta, ma almeno riuscii a spiaccicare qualcosa sulla mia storia passata e presente. Alla fine lui disse una frase che sollevò un angolo della cortina di nebbia e di inconsapevolezza che mi avvolgeva. – Lei si sta cacciando in un mare di guai – ecco cosa disse – e continua a ignorare quel che le succede ricreando per sè la vita di sua madre.”   (Da un libro di Nuala O’Faolain)

occhi

“Occhi che dicono di si
Occhi che dicono di no
Quali cose
vedono gli occhi
Alcuni dicono gioia
altri infelicità
Oh, gli occhi
Oh si!
Gli occhi.”
Ma più che conservare nella mente quello che hanno visto i miei occhi
mi piacerebbe scordare di aver visto alcune cose attraverso di loro.
Per esempio, oggi mi piacerebbe dimenticare la visione della pericolosità del traffico, nonostante la segnaletica
stradale posizionata per controllarla e contrastarla. Sembra che le persone quando si trovano alla guida invece di rallentare nei pressi di Rotonde e Dossi, elementi costruiti con questo scopo, continuino la loro corsa..mettendosi in pericolo per primi loro stessi:
rallentate, per favore, quando la segnaletica ve lo richiede.
E vorrei  pure dimenticare certi cartelloni pubblicitari che mi trovo, ogni volta, mio malgrado, a guardare con tutti  questi loro messaggi ..progresso…?
Ovvero mi riferisco a quei manifesti/ pubblicità che dovrebbero scoraggiare l’aggressività verbale utilizzata da certi uomini nei confronti delle loro amate e dolci metà…
Frasi come:
“Dove vai vestita in quel modo, sembri una pu…..a”
oppure  “senza di me non sei nessuno” etc eccetera
e compagnia bella. Così osservandoli mi sembra quasi di essere insultata gratuitamente da un occhio occulto,
notevolmente arrabbiato con me…solo perchè esisto e sono donna, dato che queste scritte offensive sono tutte declinate al femminile. (Potete levarli dalla mia strada?, grazie)
Un’altra cosa che mi piacerebbe non notare puntualmente, sono certe cose, oggetti, che al contrario di quelli sopra descritti (automobili/e mezzi di trasporto in generale, lanciati a forti velocità, e cartelloni pubblicitari “arroganti”) mi attirano per la loro desiderabilità, ma devo fare i conti con la mia impossibilità di acquisto. Ovvero come resistere al desiderio di comprarmi tutto ciò che vorrei avere,
senza una sola preoccupazione alcuna? Desidero un libro? Bene, lo compero. Desidero quel braccialetto d’oro..?
C’è qualche problema? No! Entro in negozio e me lo regalo, e via dicendo con l’acquisto di dvd, biglietti per concerti etc eccetera. Ogni desiderio è presto esaudito. Invece non è così…
Ma un progetto in mente lo tengo, un desiderio che da tanto voglio soddisfare: andare al mare.
Sto progettando le vacanze e alcuni giorni in una località di mare, perchè questo si può fare con le mie finanze,
pianificando in anticipo i dettagli sul viaggio.

Allora buon viaggio.. a tutti, sia con la fantasia che con la realtà concreta.

…(Paesaggista)
Se il panorama è bello il fotografo ha il merito di averlo scoperto, e non tanto quello di farlo risaltare in un’inquadratura.
Perciò metà del lavoro di un fotografo professionista è la ricerca di luoghi fantastici ?

“Io non credo alle malattie mentali.
Nove volte su dieci è una questione di buona volontà.”!
Questa è esattamente la frase che ho appena letto dalle pagine di un libro.
Come potete immaginare l’oratore in questione, non è uno psichiatra.
Ad ogni modo, stamattina qualcosa che non va nella mia anima o nella mia mente, che dir si voglia, la sento. Sono agitata…la responsabilità è da attribuirsi al cambiamento dell’ora,
al maltempo che impazza dal cielo (vento,e pioggia a gogo’), oppure al mare tempestoso che assomiglia al mio spirito in queste giornate?( Anche se stanotte ho sognato di attraversare
un mare calmo – e ne ero stupita!…ma i sogni son desideriiii…)
Tralasciamo mari, anime e inconsci vari, e parliamo di fatti concreti, di quotidianità reali, ovvero quelle che ho vissuto da poco o pochissimo tempo.
Per esempio, ieri mi sono recata al cinema per assistere al film “Priscilla”, e ho compreso che anche Elvis Presley aveva dei problemi con il ciclo veglia-sonno, difatti assumeva pillole per dormire e altre per
rimanere sveglio. La sua vita era una costellazione di pillole, oltre che di musica e fan.
Poi c’era la sua ragazza/moglie Priscilla, una specie di surrogato della figura materna, la quale doveva aspettarlo sempre, restando a casa, e ascoltarlo e considerarlo il centro del suo mondo. Ad un certo punto la ragazza/madre si è stancata, e l’ha lasciato, nonostante gli agi economici nei quale vivevano tutti quelli che gravitavano intorno a lui.
Anche perchè il famoso cantante era un po’ troppo agitato…manesco quasi? Almeno nella versione del film diretto da Sofia Coppola.
Una delusione di film, non so che cosa mi aspettassi, ma non quello che ho visto. L’amore? no..l’amore no!

Friedrich (Il monaco) Caspar David Friedrich