Leggo un libro ad alta voce, tratta di filosofia antica (ogni tanto reputo mi sia di aiuto, come guardare un papavero rosso in un prato verde)

[Chi non sa che cosa sia il mondo non sa dove sia egli stesso;
e chi non sa perché il mondo esista, non sa che cosa sia egli stesso

Colui che non sa rispondere a una di queste domande non può dire perché esista egli stesso.

“Ogni spirito profondo ha bisogno di una maschera: e più ancora, intorno a ogni spirito profondo cresce continuamente una maschera, grazie alla costantemente falsa, cioè superficiale interpretazione di ogni parola, di ogni passo, di ogni segno di vita che egli dà.

Esistono uomini che non vogliono essere visti altrimenti che velati per metà da altri.  C’è molta saggezza, in questo.]

Esercizi spirituali e filosofia antica – P. Hadot

 

 

 

Comincia a vivere subito e considera ogni giorno come una vita a sé   (Seneca)

L’amico ascolta la canzone del mio cuore e me la canta quando non ricordo più il suo ritornello  ( S. Lawrence)

Amico è per me colui davanti al quale posso pensare ad alta voce (G. Borsara)

Se mi trovassi a dover rispondere alla seguente affermazione:

Ho la tendenza a farmi guidare dall’istinto – io risponderei con un no.  Senza sapere se è un’azione giusta o sbagliata, l’essere istintivi o il non esserlo.

La frase l’ho letta in un libro di David Foster Wallace: Questa è l’acqua.

E questa non è comunque l’unica frase del libro che mi è rimasta impressa nella mente.  Altre frasi e riflessioni intere, verso la fine del libro, parlavano della venerazione, o sul fatto che tutti noi, finiamo con venerare qualcosa, talvolta tutta la vita la stessa “cosa” in modo quasi automatico, e inconsapevole.  Lo scrittore sostiene che c’è chi venera la bellezza, chi venera la religione (un Dio quindi che sia Gesù Cristo o Allah, che sia YHWH o la Dea madre della religione Wicca, le Quattro Nobili Verità), chi venera il potere, chi venera la ricchezza, chi venera l’intelletto. Ma la cosa che lui sostiene si debba “venerare” o guardare con cura e attenzione sia la verità nella consapevolezza quotidiana…

?

ahahah

E vabbè

Bel libro, soprattutto verso la fine, si capisce meglio la parte inziale e centrale.

Andando ad un funerale

Ieri ho compreso fondamentalmente due cose: sono sola, mi sento sola, e apprezzo le persone che riescono a sentirsi serene in compagnia di loro stesse. Io non credo di riuscirci… soprattutto in giornate come queste, nelle quali mi sento la morte nel cuore. Avrei voglia di gridare, ma ho sempre la mia solita voce sottile…per non disturbare troppo, sono stata cresciuta con questa idea di fondo: essere gentile e responsabile nei confronti del mio prossimo, e di norma mi sono comportata quasi sempre così, lungo il mio tragitto, un’abitudine esistenziale. Ma oggi, vorrei urlare contro la vita e il mondo intero, e dire apertamente che non mi piace, che è un posto perlopiù poco garbato e talvolta addirittura feroce, ciecamente, indistintamente. Forse non cambierebbe nulla, nemmeno per me, dare voce e ad alti decibel al mio malcontento. Ho negli occhi ancora la bara che ho guardato a lungo ieri pomeriggio, in una chiesetta vicino ad uno ospedale. Dopo qualche mese di gravi dolori e cure continue una persona della mia famiglia è andata nell’aldilà, ha raggiunto l’Empireo cielo, mi piace nominarlo così, questa dimensione che quasi nessuno di noi vivi conosce e frequenta, ma che immaginiamo o desideriamo e temiamo? Ho scritto all’interno di questo post, solamente due parole in modo diverso dal resto di tutte le altre, e sono state: gravi dolori,  per evidenziare quanto sia ingiusto e ignobile il dolore fisico che dobbiamo provare il più delle volte, prima di lasciarci prendere dalla morte corporea, ma nonostante ciò ritengo ce ne possa essere uno (un dolore) di altrettanta portata, per devastazione fisica e morale: la solitudine.  Ieri ho avuto modo di vedere anche questa al funerale del mio amato parente, ma non riguardava lui, che per sua fortuna e capacità, in vita è riuscito a trovare l’amore, ad amare e a farsi amare, quindi anche durante il suo calvario fisico è stato accompagnato dalle persone più care. Invece, 24 ore fa più o meno, ho visto una donna, una signora di aspetto attraente e dai modi cortesi, che si è avvicinata all’entrata della chiesa quando noi tutti familiari ci accingevamo ad uscirne, e ha voluto sapere chi fosse la persona defunta e quali fossero i familiari a lui più stretti per porgere le sue condoglianze, sembra che ci siano ormai spesso queste strane figure…che si affacciano ai funerali di persone a loro estranee, per scambiare due parole, o per avere un po’ di compagnia…più che per farne. Ecco, d’improvviso, mi sono vista io in un probabile futuro prossimo, a recarmi ai funerali di perfetti sconosciuti, per avere la possibilità di scambiare due parole sincere e amichevoli con qualcuno altro, visto che non sono riuscita ad avere rapporti profondi con nessuno fino ad oggi. Con rammarico e terrore lo vedo.

 

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