La meta del viaggio

Non mi piace molto viaggiare, e oggi, voglio esaminare questa mia situazione personale e capire la vera motivazione di ciò, perchè so che dicendo questo mi ritrovo a fare parte di una minoranza, oggi la maggior parte delle persone amano mettersi in viaggio.
Quello che penso è che non ci sia una sola motivazione, a spingermi a non amare particolarmente la scoperta di nuove mete da visitare, ma più di una.
La motivazione principale è senza dubbio da attribuire al mio stato di persona ansiosa, si sono affetta da una forma di ansia generalizzata che si manifesta soprattutto quando progetto degli spostamenti. Prima era lieve, almeno 5 anni fa, ovvero prima del 2019, poi quella piccola dose di ansia è cresciuta, sarà per via della mia età anagrafica che nell’arco di questo
periodo di tempo, diventava più adulta e consapevole,
unita all’esperienza di emergenza globale che con il Covid19 abbiamo vissuto tutti quanti nel mondo.
D’altra parte (l’ansia o apprensione?) è una delle ragione per le quali mi piace “rinchiudermi” in una stanza a scrivere,
facendo questo ho il controllo delle cose che avvengono, creandole letteralmente, o ri-attribuendogli una funzione stessa a quegli eventi e un significato, sono io il Deus ex machina di un foglio
bianco..che sto scrivendo. Anche se so di non poter cambiare i fatti che sono avvenuti là fuori nel mondo, ma posso solo dargli un “sapore” o una “natura” diversa in cui mi posso ritrovare…
Il secondo motivo è che probabilmente non avendo un compagno-fidanzato-marito con il quale esplorare il mondo
sono meno motivata a compiere dell’esperienze così piacevoli e formative per un’anima, nello stesso tempo, senza quel qualcuno accanto che è un grande amore per tutta la vita…
La terza motivazione è che sono una sorta di materialista? Può essere…E’ questo mi dispiacerebbe molto, se così fosse realmente e senza appello, d’altronde non conosciamo mai nessuno ( e nemmeno noi stessi) tanto da poter escludere a priori una possibilità prima di averla presa seriamente in considerazione. Io che ho sempre tanto amato la filosofia
e i temi dell’anima, della reincarnazione etc mi posso riscoprire in realtà una materialista?
Giacchè  preferisco più spesso investire i miei soldi nella spesa di un qualcosa di più materiale e concreto,
qualcosa che posso toccare e forse mettere in uno scaffale, come un libro, per esempio, del quale, se acquistato
posso usufruire di nuovo, rileggendolo. Difatti quando viaggio, anche se con mete poco lontane dall’Italia
o sempre nei confini italiani, scatto fotografie, in modo da poterle sfogliare e vivere più volte i momenti del mio itinerario. Insomma il mero ricordo non mi basta, ci vuole qualcosa di tangibile
che mi riporti al mio spostamento! La fotografia!
Probabilmente c’è anche una quarta spiegazione, ma meno evidente…più nascosta, in fondo a me.
Ed è la seguente: ormai quasi ogni volta in cui mi accosto a prenotare o a decidere per un viaggio, anche se
per la maggior parte delle volte, come ho già ribadito, si tratta di mete all’interno della stessa Italia, mi ritrovo
con un atlante tra le mani, forse illudendomi di poter riuscire almeno questa volta ad optare per
una meta diversa, magari la Spagna? o la Grecia e ho l’alibi di dover guardare le mappe geografiche
per decidere la/e città. E quando questo accade, quando afferro tra le mani un atlante geografico
e lo sfoglio, specie in questi ultimi 5 anni (ma chissà perchè riornano sempre…maledetto quinquennio!) mi rattristo, anzi è peggio di un semplice rattristarmi, perciò evito di farlo, o cerco di evitare di farlo.
Credo che guardare una cartina geografica oggi mi faccia pensare allo stato in cui (scusatemi il gioco di parole)
diversi Stati si ritrovino a vivere, le condizioni di precarietà del vivere o grave povertà, i conflitti, gli attentati violenti contro il proprio stesso genere d’appartenenza. Homo homini lupus. Non voglio proprio pensarci.  A bientôt viaggi…dunque

acch

Valutazioni giuste o sbagliate

Questa notte ho sognato di provare ad afferrare un granchio.
Ho utilizzato il termine “provare” perchè non era molto semplice
cercare di acchiapparlo, di agguantarlo, si muoveva velocemente
sul pavimento della stanza della mia visione onirica, come certe brutte figure ,vere e proprie, che corrono altrettanto veloci nella vita reale
quando si commette un errore di valutazione, e si utilizza l’espressione appunto -di aver preso un granchio, per compararlo al classico abbaglio.
Alla fine per sbarazzarmene, del granchio del mio sogno, decidevo di aprire la finestra sperando che si decidesse ad uscire da solo…
Mi sono svegliata prima di vedere che ciò accadesse…
Chissà quanti errori..lievi..più o meno.. ho commesso nella mia vita senza avere la possibilità di porvi rimedio,
alcuni li avrò anche dimenticati ora, in modo di certo salvifico per la mia coscienza.
Stare spesso a pensare ai propri errori è a dir poco fatale per l’autostima.
Ma la storia dell’umanità, in generale, viene spesso ricordata da ogni attualità per osservare i comportamenti umani, sia lodevoli
che quelli sbagliati e ricavarne un insegnamento, come evitare un grosso errore già commesso, per non ricaderci di nuovo.
Lo stralcio del brano che riporto qui sopra (sottostante) è in qualche modo connesso alla storia dell’umanità, e ai suoi errori..
citando un progresso che dovrebbe offrire la chiave di volta per scansarli, evitarli…

Tratto da – Cuore di pietra – Vassalli

” Permettete che mi presenti – disse al pubblico – voi mi avete già conosciuto in tanti luoghi e in tante circostanze, ma non mi avete mai visto di persona e non pensavate, forse, di poter ascoltare la mia voce. Io sono il signore del vostro tempo, chiamato Progresso.  Sono io che faccio correre le vostre locomotive a duecento chilometri allora, e che vi permetto di volare, con i gas, sopra le montagne più alte del mondo! Sono io che metto in comunicazione con il telegrafo i paesi lontani, e che vi libero dalle febbri malariche! La ragione per cui mi trovo ora nella vostra città, è che vi ho portato il mio circo; un circo senza acrobati, senza pagliacci, che vi mostrerà,  grazie alla magia di uno strumento chiamato teatro ottico, il più straordinario e istruttivo degli spettacoli: lo spettacolo dell’evoluzione dell’uomo e della mia nascita!   I tamburi rullarono. L’uomo dalla marsina trapunta di stelle si rivolse verso le finestre delle case, che erano tutte aperte a causa del caldo. – Nobili cittadini e Gentili signore! – gridò alle persone affacciate alle finestre. – Voi che avete avuto dalla sorte questa immensa fortuna, di essere nati nella mia epoca, non lasciatevela sfuggire! Non rimanete indietro rispetto al tempo in cui vivete!  Il circo progresso vi mostrerà l’avventura della Terra e dell’uomo: chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo!”

Etty(Bettie Page, ritratta nel 1954, in un parco naturale di Boca Raton, in Florida)

Bhe…c’è un libro, che ho appena iniziato a leggere, e che fin dalle prime battute della sua prima pagina, mi ha provocato un sorriso…anche se  l’azione che viene descritta subito è un po’ tragi-comica. Una coppia- che scoppia? Ovvero una coppia che litiga in un supermercato, tra la “fila” da fare per gli acquisti e le cose da scegliere per riempire il carrello. E menomale che erano felici?

aaqt

 

 

Qui  sopra non c’è alcun materiale buono esteticamente, artisticamente etc ecc…! (non ne sono orgogliosa… ma  consapevole)  Tutto alla rinfusa…o refuso

Ho la necessità di scrivere soltanto, questo spazio virtuale non ha un taglio giornalistico, ne qualche velleità di genere letteraria (che io non sarei proprio in grado di impostare…), quello che vedranno i pochi avventori di questo diario on-line è di norma un materiale di scarto dei miei processi neuronali, spesso un tantino confusi. Scrivendo il senso del loro lavorìo riesce a manifestarsi in parte, non rimane tutto avviluppato e rinchiuso. Si espande, e si stempera a poco a poco…insieme al mio umore. (che ne trova giovamento)
Scrivere mi serve, se non si era sufficientemente capito, per mantenere un equilibrio mentale a me accettabile.
Questa è una premessa, per tutto ciò che di altro seguirà qui sotto.
Ieri mi è improvvisamente venuta alla mente una frase dello scrittore Dostoevskij, dopo aver ascoltato una ragazza parlare proprio dello scrittore russo con toni entusiastici.  La frase, ricordata dalla mia memoria, diceva:
L’uomo non può vivere senza inginocchiarsi davanti a qualcosa. Se l’uomo rifiuta Dio si inginocchia davanti ad un idolo, di legno, d’oro o semplicemente immaginario
Chissà perchè ho pensato proprio a questo specifico pensiero? Probabilmente perchè ieri ero arrabbiata
con Dio, un Dio qualsiasi ultraterreno, e troppo etereo, per volgere il suo sguardo qui in basso, sulla terra e osservare come le persone soffrono, si ammalano e muoiono, in qualche reparto ospedaliero.
Ieri sono rimasta in attesa dell’arrivo di un autobus davanti all’ospedale pubblico della mia città per un lasso
di tempo considerevole, anche se non avevo in previsione al suo interno, nessuna visita stabilita (fortunamente) nè per me, nè per qualche altro affine-amato, ma ho ricordato tutte le entrate in quel posto tristo, l’ospedale appunto, se non fosse chiaro,
ma lo era immagino ( l’ho detto che non sono letterata… ops …oh..letteraria ..ah ah ah)
Emette un lungo sospiro di pausa, la scrivente, me medesima, come si scrive con un simbolo onomatopeico questo sospiro..?
Sigh…sigh… ?
Avrei bisogno di ridere, c’è chi ha bisogno di dormire, e io di ridere. Solitamente riuscivo a farlo
in modo abbastanza spontaneo e soddisfacente guardando lo spettacolo del comico Maurizio Crozza soprattutto le sue imitazioni di certi personaggi come… Luca Zaia o Red Ronnie (rido ancora se penso alla loro mucca Carolina..)
Meglio farsi una risata, e nei momenti giusti, si perchè quando ci si trattiene a lungo o si dimentica di fare qualcosa che nell’essere umano è naturale e salutare come sorridere di cuore, con trasporto,
succede che poi, magari, in momenti meno idonei scappi una risata isterica  non del tutto ben vista..in certi ambienti che non sono adibiti a ciò.
Quindi ho deciso che adesso, non appena finisco di scrivere questa frase e questo breve resoconto della mia vita
attuale-quotidiana, vado a pronunciare parole in inglese, da sola, davanti ad uno specchio
e mi prendo in giro, in solitudine, per la mia pronuncia…un po’ ridicola…da principiante.
Bye gente, buon giovedì!

matisseharmonieenjaune Armonia in giallo – Matisse

L’ultimo dvd(film) acquistato

Non sono in grado di scegliere un film in dvd che mi aggradi
dal suo inizio alla sua fine. Ho dovuto ammettere questa mia incapacità
dopo aver comprato e quindi optato di vedere, totalmente a mio gusto,
un film del regista Guillermo del Toro. Già un suo precedente film che ebbi modo di vedere “La forma dell’acqua” non mi aveva entusiasmato, però non
mi aveva lasciato quel senso di amarezza che mi ha donato quest’ultimo.
La morale del suddetto che credo di aver compreso sia la seguente: qualunque uomo/persona se
vive la propria vita rincorrendo principalmente tutto ciò che è materialità
e benessere economico si riduce alla bestialità ed esce dal genere umano.
Ciò che rende un individuo tale e lo eleva moralmente, spiritualmente è la capacità di sentire amore, non importa se per una persona o più persone, o verso un lavoro, un’opera etc. L’importante è che ci sia l’amore e lo spirito di abnegazione verso qualcuno/qualcosa. Il titolo di questo film di cui ho parlato finora lamentandomi di quanto mi abbia rattristato è ” La fiera delle illusioni”- Titolo abbastanza onesto, poichè il protagonista sembrava avere nella vita come unico obbiettivo quello di arricchirsi, almeno così è stato posto nel film, infatti ha preferito poter guadagnare denaro, anche illegalmente e meschinamente, voltando le spalle all’amore della donna che amava – riamato,  senza essersi reso conto
che probabilmente  già era stato sottratto e quindi salvato dalla sua “miseria”. Anzi, i due amanti si erano salvati a vicenda fuggendo da un posto che li rendeva succubi di altri.
Ma, come spesso accade, non si ci rende conto di avere già una fortuna nella
propria esistenza, quando la si vede troppo spesso accanto a sè, e con semplicità…
Quello che salverei del film è la fotografia, senza dubbio mi ha incantata…con certe atmosfere
e certi ambienti così abilmente messi in scena, con suspense e capacità di creare un’ipnotica attesa degli eventi.

la fiera

“…giacchè l’anima della gente è priva di costanza come i miraggi del Golfo” J. Steinbeck

L’anima descritta così è una banderuola che gira di qua o di là a seconda dove soffi di più il vento?
Dalla frase si evince di quanto siamo influenzati, nei nostri comportamenti,
dalle cose e dagli eventi che vediamo vicino a noi. Il presente e tutto ciò che ci sta più vicino fisicamente imperano sempre rispetto al resto.
Almeno ciò accade nelle menti più pragmatiche. (e più sane?…è inutile lasciarsi scivolare dentro
a delle nostalgie del passato o fantasticherie sul futuro…)
E io ora voglio essere proprio così…molto pratica, attinente al momento.
Perciò, qui di seguito, andrò ad elencarvi quello che ho visto, in queste giornate di agosto, nella città in cui vivo e cammino ed esco: un deserto…
E proprio per popolare un po’ questo deserto e tenermi compagnia, ogni volta che sono uscita, cercavo di osservare con attenzione il panorama  umano che mi si configurava davanti, come alcune donne, di non bene identificabile età, le quali sparivano frettolosamente all’interno di negozi, un’auto
– o ancora bambine affiancate da una mamma, di solito di nazionalità straniera, nell’atto di rimproverarle perchè si
stavano allontanando troppo da lei. Uomini, di nazionalità perlopiù straniera, soli o insieme all’ingresso di vari Bar /negozi, anziani italiani seduti sulle panchine, perchè troppo stanchi per restare ancora piedi, suppongo, proprio come è accaduto a me, che il 15 di agosto,
in piena città assolata mi sono seduta su di una panchina, sotto degli alberi, all’ombra.
Poco prima avevo camminato sul Corso principale, e mi ero stupita di quanto fosse disabitato in quel momento, con tutte le imposte dei negozi serrati. Ad un certo punto, una figura sola, ha spiccato ai miei occhi
ed ho cercato, in realtà, anche di starci un po’ alla larga…visto la stazza che aveva, anche se mi sono subito sentita in colpa per aver avuto quel pensiero di allerta nei suoi riguardi.
Era uno straniero, alto e piuttosto robusto, nero di carnagione…questo non so per quale motivo mi ha fatto pensare al protagonista del film “Il miglio verde”. L’ho visto è ho pensato: eccolo è lui, l’attore principale del Miglio verde.
Sarà che, a casa, per farmi compagnia di solito mi affido ai film che mettono in programma, e nella mia dose di televisione
quotidiana, normalmente d’estate vengono trasmessi ben noti film, perlomeno che ricordi io:  i giorni
dell’abbandono, Hereafter, Volver, Pretty woman etc
Chissà quando verranno messi in onda, magari resterò stupita nel non vederli affatto…

Banalità con il tempo

Che cosa può tenermi di più compagnia o nutrirmi o alleggerirmi l’anima, in questo momento…d’agosto dentro un appartamento invaso dal caldo estivo? Immaginarmi sotto fiocchi di neve, in una graziosa baita posizionata all’inizio di in un bosco, un bosco fitto e verde, pieno di alte conifere, adesso imbiancate. Sento i brividi dell’aria pungente da neve!
O ascoltare la musica di Rachmaninov, cosa che sto facendo effettivamente…
Oppure immaginare di percorrere una strada tortuosa a picco sul mare, su di un’automobile veloce, sotto le onde gareggiano a chi
di loro si infrange con più energia contro la costa..
Poi mi interrompo e leggo Tabucchi che dice:
Tu perchè scrivi scrittore?
Hai paura della morte?
Vorresti essere un altro?
Hai nostalgia del grembo materno?
Hai bisogno di un padre come se fossi un bambino?
La vita non ti basta?

Sono a pagina 104/105
Faccio il gioco delle libere associazioni con me stessa, caro Tristano-Antonio Tabucchi,
per farmi compagnia, e la mia solitudine si placa in modi amanuensi…

Sensazioni: errate? positive? pessimistiche? corrette?

Questa mattina quando sono uscita di casa mi sembrava di essere nuda, tutto perchè avevo dimenticato di indossare due braccialetti d’argento che in modo quasi automatico, ogni mattino, mi infilo ad un polso, mentre nell’altro, quello destro, allaccio un orologio. Fortunatamente  non avevo scordato anche questo…
Per questo motivo, mentre camminavo per la mia strada, dritta alla mia meta: un supermercato, non facevo altro che constatare il vuoto su uno dei miei polsi. Una volta varcate  le soglie del market, nell’area adibita alle casse di pagamento, ho notato una bambina piccola, molto graziosa che dava del filo da torcere a sua mamma, con le sue pretese di ribellione e il suo comportamento, lei davvero avrebbe voluto essere il meno vestita possibile, difatti aveva appena compiuto il gesto di sfilarsi una magliettina che aveva addosso, quando
lo sguardo di sua madre lo avevo notato e le aveva detto che non si poteva fare, che doveva aspettare di arrivare in piscina per spogliarsi, al supermercato non si può stare tanto svestiti! Più o meno così era stato il discorso. E pensare che in quel negozio di alimentari dove ci trovavamo c’era l’aria condizionata mentre nel mio appartamento no. Forse per questo ho dormito male durante la notte? C’era davvero troppo calde nelle stanze del mio appartamento, oppure è stato il suono del telefono che ha squillato alle ore 04.30 della notte per 5 o se 6 volte in modo continuato…
finchè mia mamma non ha risposto, la telefonata era per lei, almeno.
Ho cercato di riprendere sonno, ma non ci sono più riuscita, guardavo l’orologio della mia camera segnare
le 4.30, poi le 5.00 , le 5.30, le 6.00…fino a quando poi mi sono alzata dal letto alle 6.05.. davvero riposata!
Un automa pressappoco che cercava di ricordarsi le sue varie mete di spostamento, mentre con un altro lato del cervello rifletteva ancora
sulla giornata precedente. Una giornata trascorsa in modo sereno, sempre circondata da una calura opprimente, ma rilassante perché immersa nella lettura.  Prima di elencare le mie più varie e disparate letture, vi voglio precisare che una buona parte di esse, o tutte quante, avevano come tema di discussione…la morte. Deve essere stato il mio gusto personale insieme al bizzarria del Caso, a indirizzare verso di me tutti quei libri, con questo stesso tema principale…in una medesima giornata?

Ma quanti libri con temi lugubri compro??

Ecco i libri, sfogliati/ripresi, ri-letti, in una stessa giornata:

Il cielo non ha preferenze – Erich Maria Remarque

Primo Sangue  – Ameliè Nothomb

Domani nella battaglia pensa a me –  Javier Marias

Tristano muore –   Antonio   Tabucchi

 

 

Mister X   (dormiente… ssttt)                                  – How can I help you, sir?                                                           Could you read something for me?

IMG_20240811_095254                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     Tratto da  “L’arte giapponese di curare le ferite dell’anima – Tomas  Navarro (pag 130)

  • Non  fuggite dalle avversità
  • Non isolatevi
  • Non rassegnatevi all’impotenza
  • L’avversità (come questo caldo…!) presuppone un cambiamento
  • Pensate di aver di fronte una sfida
  • Concentrate l’attenzione sul lungo periodo
  • Indirizzate l’energia sul breve periodo
  • Cambiate ciò che si può, accettate il resto
  • Analizzate il vostro dialogo interiore
  • Trasmettete serenità a chi vi circonda
  • Prendete personalmente le vostre decisioni
  • Coltivate l’ottimismo
  • Trovate una valvola di sfogo per le vostre emozioni
  • Non correte rischi inutili