Valutazioni giuste o sbagliate
Questa notte ho sognato di provare ad afferrare un granchio.
Ho utilizzato il termine “provare” perchè non era molto semplice
cercare di acchiapparlo, di agguantarlo, si muoveva velocemente
sul pavimento della stanza della mia visione onirica, come certe brutte figure ,vere e proprie, che corrono altrettanto veloci nella vita reale
quando si commette un errore di valutazione, e si utilizza l’espressione appunto -di aver preso un granchio, per compararlo al classico abbaglio.
Alla fine per sbarazzarmene, del granchio del mio sogno, decidevo di aprire la finestra sperando che si decidesse ad uscire da solo…
Mi sono svegliata prima di vedere che ciò accadesse…
Chissà quanti errori..lievi..più o meno.. ho commesso nella mia vita senza avere la possibilità di porvi rimedio,
alcuni li avrò anche dimenticati ora, in modo di certo salvifico per la mia coscienza.
Stare spesso a pensare ai propri errori è a dir poco fatale per l’autostima.
Ma la storia dell’umanità, in generale, viene spesso ricordata da ogni attualità per osservare i comportamenti umani, sia lodevoli
che quelli sbagliati e ricavarne un insegnamento, come evitare un grosso errore già commesso, per non ricaderci di nuovo.
Lo stralcio del brano che riporto qui sopra (sottostante) è in qualche modo connesso alla storia dell’umanità, e ai suoi errori..
citando un progresso che dovrebbe offrire la chiave di volta per scansarli, evitarli…
Tratto da – Cuore di pietra – Vassalli
” Permettete che mi presenti – disse al pubblico – voi mi avete già conosciuto in tanti luoghi e in tante circostanze, ma non mi avete mai visto di persona e non pensavate, forse, di poter ascoltare la mia voce. Io sono il signore del vostro tempo, chiamato Progresso. Sono io che faccio correre le vostre locomotive a duecento chilometri allora, e che vi permetto di volare, con i gas, sopra le montagne più alte del mondo! Sono io che metto in comunicazione con il telegrafo i paesi lontani, e che vi libero dalle febbri malariche! La ragione per cui mi trovo ora nella vostra città, è che vi ho portato il mio circo; un circo senza acrobati, senza pagliacci, che vi mostrerà, grazie alla magia di uno strumento chiamato teatro ottico, il più straordinario e istruttivo degli spettacoli: lo spettacolo dell’evoluzione dell’uomo e della mia nascita! I tamburi rullarono. L’uomo dalla marsina trapunta di stelle si rivolse verso le finestre delle case, che erano tutte aperte a causa del caldo. – Nobili cittadini e Gentili signore! – gridò alle persone affacciate alle finestre. – Voi che avete avuto dalla sorte questa immensa fortuna, di essere nati nella mia epoca, non lasciatevela sfuggire! Non rimanete indietro rispetto al tempo in cui vivete! Il circo progresso vi mostrerà l’avventura della Terra e dell’uomo: chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo!”
(Bettie Page, ritratta nel 1954, in un parco naturale di Boca Raton, in Florida)