“Questa storia mi è servita per dimostrare a me stessa che nessuno è indispensabile. E qualcosa di peggio: che il posto che occupiamo è sempre un posto usurpato.” – I mari del sud – Manuel Vazquez Montalban
Parlando di posto, c’è chi riesce a comprendere bene, e magari anche in poco tempo, o nei tempi giusti, esatti per l’habitat in cui è inserito, dove si trovi il suo posto, qual è quello giusto per sè. Poi ci sono quelli che non solo hanno questa conoscenza per se stessi, ovvero del loro posto e lottano per tenerselo che sia a fianco di qualcuno o in una società, ma hanno anche la capacità di dirti in che posto può stare un altro individuo, anche finanche un individuo, una persona, che non dovrebbe essere proprio di loro pertinenza. Questa può essere in certe situazioni prepotenza, in altre dell’eccessiva sicurezza di qualcosa. Io rientro in quelle persone che non hanno ancora un’idea chiara di quale sia il posto idoneo a contenerle. Sono certa solo del seguente dato di fatto; quando ero una bambina e avevo dieci anni facevo parte di un nucleo familiare, cioè avevo una famiglia abbastanza felice e ne facevo parte. Da questa stessa mia età in poi i miei genitori decisero di divorziare, perciò la mia famiglia l’ho perduta e non ne ho più avuta una. Da qualche anno mi sono accorta che una famiglia mi manca, e adesso che ho la totale consapevolezza che non ne ritroverò mai più una in cui vivere, mi sento come se avessi a che fare con un nostalgico vuoto. Avrò una vita ugualmente, forse anche felice, almeno a tratti, anche senza una vera e propria famiglia, ma con il ricordo del passato nel cuore.
Sei molto amara in queste tue considerazioni: mi dispiace che tu ti senta così. Però la vita ci insegna che spesso le cose cambiano, inaspettatamente, anche da un momento all’altro, per un caso fortuito, un incontro, un viaggio, chissà cos’altro. Chi può davvero dire come andrà? Un abbraccio.
Più che altro il mio dispiacere Je_est è del tutto dovuto al fatto che essendo cresciuta, con il tempo e l’età, vedo le cose e le persone in modo disincantato. Mi piacerebbe essere ricca ancora di sogni e illusioni sul mondo e le persone. Ma le sensazioni di una volta non tornano più.
Nel frattempo la famiglia si é evoluta in:
monogenitoriale
allargata
affidataria
adottiva
arcobaleno
Sono nata nel 1982 e quando nel 1992 sono rimasta con un solo genitore, mia mamma – ero una mosca bianca. Non c’era nessuno nella mia classe alle elementari e poi alle medie con i genitori separati o divorziati. Tutti i miei (tanti) cugini avevano un paio di genitori amorevoli e avevano una sorella o un fratello con cui dividere la loro infanzia/adolescenza. Ho sofferto di solitudine e di deprivazione affettiva da bambina. Forse è per questo che mi sono abituata alla solitudine da ragazza e donna.
Come dice Je… anche secondo me sei troppo dura. Sei giovane e piena di sogni, e davvero le cose cambiano all’improvviso. Ci saranno momenti no, ma l’importante è non dimenticare mai quello che abbiamo nel cuore! Un caro abbraccio
Non so come si viva una separazione e mi spiace leggerti così. Nella vita però mai dire mai 🙂 serena giornata