Per narrare a chi assomiglio (in certe cose..)    

Mi ha fatto estremamente sorridere mia mamma ultimamente, quando le ho sentito rivolgermi questa confessione: se poi lo leggo, non ho più nulla da leggere che mi piaccia/interessi così tanto. Me lo tengo per un po’ sul comodino, mi gusto l’attesa.. di leggerlo.  Ora, se sia così, oppure se è soltanto una scusa per camuffare il fatto che non abbia proprio voglia di sfogliare alcun libro,  non  lo so.  Ha acquistato l’ultimo libro di  M. De Giovanni, incentrato su un commissario di polizia il “Commissario Ricciardi”  – dovrebbe essere l’ultimo della serie, pare che lo scrittore non intenda più continuare a scrivere libri sul personaggio di Ricciardi.
Io le ho chiesto, come aveva trovato il libro,  e lei mi ha risposto di non averlo ancora letto, di averlo lasciato a dopo, a più avanti.  Il perchè lo sapete, l’ho appena scritto, nelle prime righe del post. Il tema dell’attesa sembra permeare  tutta quanta la mia vita e io ci faccio sempre più caso…come mai? Inizio a stancarmi di essere lasciata nell’attesa, di una risposta, di un orario per fare una determinata cosa, di un appuntamento, dell’arrivo di un treno,  di una telefonata, della cottura di una torta etc eccetera. Attese.   Di certo tutti attendiamo, alcune di queste sospensioni però vengono decise, sono scelte da noi (come quella di posticipare una  lettura del libro del nostro scrittore preferito, come nel caso di mia madre, per esempio), altre invece ci vengono inflitte, e sono subite.

Ma io di che dovevo parlavi? Del fatto che assomigliavo a qualcuno. Scusate se ho tergiversato, se mi sono dilungata, e vi ho fatto attendere nella risposta. Si, credo di assomigliare certamente a qualcuno, ossia a mia mamma, sul tema della lettura, credo di aver atteso a lungo anch’io prima di leggere un libro , di cui sia l’argomento e sia l’autore mi allettavano molto. Forse avevo paura di restare delusa poi alla fine del libro, che non mi sarebbe piaciuto tanto quanto mi aspettavo o speravo.  (paura di aspettative deluse)

Anche nell’amore per la lettura più in generale credo di aver ereditato, la stessa passione da lei, senza che la mia genitrice abbia dovuto svolgere grandi manovre di convincimento in tal senso.  Da lei ritengo di aver imparato anche ad amare l’ascolto della musica lirica. Non ho potuto fare altro, da quando ho memoria, forse da quando avevo 12/13 anni, in casa mia si ascoltavano passare nell’aria le note della Tosca, delle Traviata, di Manon Lescaut, del Rigoletto, della Madama Butterfly, dell’Aida, della Carmen di Bizet eccetera, e l’Adriana Lecouvreur? La forza del destino? Il Barbiere di Siviglia,  La cavalleria rusticana? L’Andrea Chénier..!   (Che la memoria non mi tradisca, ora che la voglio usare)

ultima modifica: 2023-03-17T12:19:20+01:00da Arianna1921

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