Non bisognerebbe mai affezionarsi troppo a nulla, non a circostanze, abitudini, luoghi… perchè cambiano e variano come facciamo noi tutti, su questa terra. Così come una volta ero riuscita ad abituarmi a quell’evento strano per il quale la mia mente addormentata spesso fabbricava sogni di notte, e mi consentiva di ricordarli la seguente mattina, appena aperti gli occhi, così …con la stessa rapidità mi era accaduto di sognare meno e di ricordare poco o nulla della mia dimensione onirica e di accettarlo al contempo. Poca memoria da dormiente? o pochi sogni? Chi lo sa..
Comunque ora che sono ritornata nuovamente a “fabbricare” sogni da sognatrice addormentata, vi scrivo nel dettaglio l’ultimo mio sogno, che mi ha fornito qualcosa su cui riflettere successivamente, nella terrena vita attiva e “normale”.
Nella mia visione onirica stavo osservando un quadro, anzi no….osservavo qualcuno che osservava un quadro, veramente più che un qualcuno questo osservatore assorto di un dipinto era un cavallo. Buffo no? (Che significa sognare cavalli che amano la visione di quadri?? Ahahah)
Ma la cosa ancora più buffa o divertente era, oltre il nostro gioco di sguardi a tre: io che guardavo un cavallo vero e proprio presente fisicamente nel mio salotto, che osservava un quadro…nel quale vi era dipinto un altro cavallo come lui (il quale ricambiava lo sguardo) anche con lo stesso tipo di manto: marrone. Il quadro tra l’altro esiste davvero nel mio salotto, è un dipinto che raffigura però due cavalli, uno è chinato a mangiare l’erba del terreno sotto ai suoi piedi, l’altro invece guarda dritto davanti a sè, guarda fuori dal quadro. Ecco, c’è solo quest’ultimo( cavallo) nel dipinto del mio sogno. Ma non voglio tergiversare, voglio rimanere attinente al racconto onirico iniziato: beh, che ci crediate o no, io e il cavallo presente nel mio salotto in carne ed ossa parlavamo, facevamo un discorso. In questo discorso lui mi diceva, che voleva andare dentro al quadro, perchè si era innamorato/invaghito del cavallo raffigurato nel dipinto. Io cercavo allora di farlo ragionare: gli dicevo, quel cavallo nel dipinto ti sta forse aspettando? A quel punto, data la sua risposta negativa alla mia domanda formulata, cercavo di farlo desistere, di dirgli che sarebbe stato un rischio avventurarsi in un posto così diverso dal suo, senza nemmeno avere una sicurezza. Ma lui aveva quel fermo proposito, voleva fare un balzo all’interno del quadro. Credo di essermi svegliata proprio nel punto del sogno in cui volevo propormi come intermediario/a tra le loro due volontà.
Il cavallo mi porta lentamente:
mi vedo, come in un quadro,
in un campo d’estate.
Un polpo nel vaso in fondo al mare:
il sogno è effimero,
sotto la luna d’estate.
una bella danza dell’osservare.
ciao, gi
Vai a capirli ogni tanto i sogni … e questo è divertente tutto sommato 🙂 ehehehe ciaoooo