Quando si sta male la vita perde ogni colore, anche il sole fuori dalla mia porta-finestra di casa mi sembra inutile: una sola cosa ho nella mente (o quasi) la possibilità di avere una malattia chiamata: Acalasia esofagea. E’ una malattia relativamente rara, ma ora credo possa avere più incidenza, adesso capisco davvero il significato di certe pubblicità sulle malattia rare, le quali dicono e narrano che cercare di capire se si è affetti da queste, è paragonabile ad un ciclone che si abbatte sopra chi le sente addosso o a tutta la famiglia intorno. In realtà non so cosa fare, mia mamma, l’unica persona con la quale convivo si rifiuta di considerare l’idea stessa, e la capisco pure io, da un lato di me lo rifiuto, ma poi mi trovo con davanti la problematica di come fare per inghioiare un biscotto (prima del 2021 non mi facevo nessuna domanda davanti ad un pacchetto di biscotti, li mangiavo tranquillamente, due tre, senza il supporto di alcun liquido…ora no) Scusate la scrittura poco chiara e un po’ confusa, ma sono scossa e arrabbiata. Dal giorno in cui ho fatto il vaccino anti Covid nel 2021, la mia capacità di alimentarmi è cambiata, da un giorno all’altro. Questo è quanto, sono stanca fisicamente e psicologicamente, la tentazione forte è di lasciarmi morire, senza affrontare esami, dei quali solo l’idea mi sembra una tortura: gastroscopia, radiografia con bario e manometria. Ma ormai guardo l’ora dei pasti canonici con ansia e quasi terrore, mentre prima di quel maledetto giorno erano una piacevole consuetudine.  Mi sento estremamente sola, non so che cosa fare, qui a Piacenza non ci sono centri idonei. Il tempo che passa non è a mio favore.

ultima modifica: 2023-12-15T10:34:46+01:00da Arianna1921

9 pensieri riguardo “”

  1. Mi sento l’ultima persona in grado di darti consigli. Tre anni fa, in piena pandemia, mi è capitato che mi si bloccassero i muscoli della masticazione. Come se si stancassero e dopo 2 o 3 gesti mi dovevo fermare. Ho fatto tanti accertamenti, anche perchè si erano aggiunti altri sintomi molto più pesanti. Ce n’è voluta, ma una brava dottoressa ne è venuta a capo. Ho fatto una lunga cura e ora con un mantenimento vivo una vita normale. E’ stata dura, ma l’unico modo è affrontare quello che si deve e sforzarsi di sapere, anche se c’è il rifiuto irrazionale. Non affidarti al ‘dottor google’ è il consiglio che mi sento di darti.

  2. Ti ringrazio molto Surfinia, ormai l’unica cosa che riesco a fare è maledire quel giorno nel quale ho fatto quel vaccino, piangere insieme a mia madre che cerca di dirmi che non ho questa malattia, odiare il cibo, odiare me, pensare che la mia vita sia finita.

  3. Ciao, mi trovo sul tuo blog e, avendo letto il post, non posso fare a meno di lasciarti un pensiero innanzitutto di empatia, ma vorrei dirti che una diagnosi certa è essenziale, ci si può però imbattere in un’ansia che ci impedisce di fare scelte giuste. Per il rigurgito esofageo anch’io ne ho sofferto, ma ho risolto con visite e terapie di gastroenterologica a livello ambulatoriale. Perché senza una diagnosi non si può parlare di terapia e guarigione. Credo che tu debba prenotare una visita specialistica presso il tuo medico di base e prenotare una visita specialista dell’Azienda Sanitaria (se non vuoi rivolgerti a un privato oppure intramoenia che prevede comunque una prenotazione ASL). Mole volte le terapie funzionano, altre volte bisogna fare correzioni, ma alla fine qualcosa si può ottenere.

    1. Grazie Anima online per le tue parole… mi sembrano sagge. Ma oltre a questo problema e il mio approccio ormai del tutto ansioso con la tavola imbandita,ho il problema di sentirmi sola e di piangere il che aumenta ancora di più i “fremiti” che mi si ripercuotono sul corpo e non è ottimale per la gola-esofago-diaframma, uno sfacelo insomma. Vorrei avere coltivato dei veri rapporti umani di amicizia, profondi – avere dei familiari vicini, invece non è così. Credo di essere caduta in uno stato di depressione, e non ci sono nemeno gruppi di auto-aiuto per persone molto tristi come me. Grazie ancora per la vicinanza e l’empatia.

  4. Ti rispondo qui, anche perchè nel mio blog non sarebbe pertinente. La dottoressa è una neurologa, e ha capito dai miei sintomi che i miei disturbi erano legati ad un problema localizzato sull’arteria temporale. Ma non ha importanza il dettaglio. Il messaggio che volevo darti è che non bisogna mai perdere le speranze, avere fiducia, anche quando tutto sembra remare contro. I miei problemi adesso non sono finiti, ma riguardano altre sfere, meno fisiche. Ma sto iniziando a lavorarci. In bocca al lupo!

    1. Ti sento molto vicina Surfinia, spero che riuscirai ad affrontare con grinta anche ciò con cui stai riscontrando problemi ora, nella tua vita. Per quanto mi riguarda non ho solo problemi fisici, ma anche di ansia e di mancanza d’affetto, di relazioni vere e profonde, che non sono mai stata capace di costruire.

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