Non so che cosa possa essere meno traumatico, se lo svegliarsi alle 3.13 della notte per l’irrompere di un forte boato di un tuono, dopo che ci si era faticosamente addormentati,
oppure lo svegliarsi e trovarsi come prima cosa a fissare l’immagine di copertina qui di seguito riportata, con il viso serio di C. Jung (dimenticarlo sul comodino accanto al letto, non è stata una buona idea…)
O ancora, aver affrontato la lettura di un testo di Harold Pinter “La serra”,
assurdo in molte delle sue battute e con dei personaggi che si “muovevano” internati in uno ospedale… ! Je_est_un_autre, è stato un testo di lettura che mi hai consigliato tu…Ed è stato divertente leggerlo, quindi ti ringrazio. A tutti: una buona domenica.
Sono commosso, anzi profondamente commosso, come direbbe Roote! Davvero, un consiglio di lettura si dà volentieri, ma forse non ci si aspetta che venga seguito; che bello, Arianna! E, davvero ti è piaciuto? Per me è una commedia quasi perfetta, perchè sa unire l’inquietudine claustrofobica della modernità, il senso di minaccia tipico di Pinter e insieme quella comicità irresistibile (i duetti tra Roote e Gibbs sono formidabili). P.s.: io invece devo cominciare a leggere Jung, e non saprei da dove partire. Puoi darmelo tu stavolta, un consiglio? Ciao cara, grazie!
Come fanno le cose tragiche ad avere, talvolta,una punta di ironia al loro interno? Ce la mettiamo noi?
Non so chi ce la metta, ma è fuori discussione che ci sia: “Non c’è niente di più ridicolo della tragedia” (S. Beckett)
Sarà lo spirito di sopravvivenza, umano o sovraumano?
Ipotesi più che plausibile, Arianna.
Oddio! La copertina è inquietante!
ciao, gi