” Se un giorno vi capita di andare  a Tangeri, siate indulgenti con lo stato dei luoghi, con la loro fatiscenza e la nostalgia cui si abbandonano le persone sedute ai tavolini dei caffè, gli occhi fissi sulla costa spagnola o su un orizzonte di paccottiglia
Non c’è niente da vedere. Né monumenti, né musei, né una caletta sul mare; nemmeno un pittoresco vecchiume capace di procurarvi qualche sensazione breve ma intensa.
Certo potete passeggiare per le strade, annusare gli odori di cucina e i profumi irranciditi o semplicemente gli effluvi nauseabondi delle sardine gettate sui marciapiedi ai gatti che non ne vogliono sapere.
I gatti di Tangeri tengono alla vita più di qualsiasi altro animale. Sono noti per l’attaccamento a quella città, che pare garantisca loro una porzione di  eternità nient’affatto trascurabile coi tempi che corrono.
Potete anche restarvene a casa, in una stanza d’albergo o ospiti da amici. Avreste torto. Perchè Tangeri, città in cui nulla trattiene il viaggiatore di passaggio, ha tutto per sedurlo. Ma non si vede. E’ nell’aria.”

ultima modifica: 2021-12-31T17:30:21+01:00da Arianna1921

2 pensieri riguardo “”

    1. ” Non è che un cimitero, non molto grande, appena riconoscibile. Ma è riparato da immensi eucalipti che lo circondano d’ombra e di pace nei giorni d’estate. Non è che un cimitero, ma un cimitero in cui sono sepolti cani e gatti. Si dice che un inglese vi abbia sotterrato di notte il suo cavallo. Ma non ci sono prove. All’ingresso si erge una piccola stele con iscrizioni in inglese, per ricordare che questo luogo è sorto grazie all’iniziativa della società protettrice degli animali di Londra”
      Tratto dal libro -Lo specchio delle falene – Tahar Ben Jelloun

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